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Attualità | 27 marzo 2020, 19:12

Sanremo: 41enne deve fare iniezioni a casa ma la moglie non trova nessuno per farle e lancia un appello

“Dopo due giorni di telefonate alla regione ed alla direzione sanitaria dell'ospedale si Sanremo, mi rivolgo a voi per vedere se potete darmi una mano a risolvere il problema di mio marito che è a casa con polmonite interstiziale bilaterale".

Sanremo: 41enne deve fare iniezioni a casa ma la moglie non trova nessuno per farle e lancia un appello

Una nostra lettrice ci ha scritto per chiedere aiuto per il marito, un soggetto a rischio in questi giorni difficili per il Coronavirus:

“Dopo due giorni di telefonate alla regione ed alla direzione sanitaria dell'ospedale si Sanremo, mi rivolgo a voi per vedere se potete darmi una mano a risolvere il problema di mio marito che è a casa con polmonite interstiziale bilaterale. Premetto che mio marito ha 41 anni ed è un soggetto a rischio, avendo avuto anni fa una pleurite ed il polmone destro ha una lesione quindi è rimasto più debole. Cinque giorni fa è stato trasportato con ambulanza presso il pronto soccorso di Sanremo per respiro corto e tosse secca, hanno eseguito radiografia che indicava fine diffusa accentuazione interstiziale, lievemente circoscritta in campo medio destro per iniziale addensamento del parenchima polmonare. E’ stato eseguito esame Emogas e aveva il PCO2 a 53.9, ha eseguito tampone con esito negativo, ma secondo i medici ‘falso negativo’, diagnosi polmonite interstiziale quindi è stato rinviato a casa con zitromax 1cp al di per 5 giorni e paracetamolo al bisogno. Tre giorni fa mio marito viene nuovamente portato dall'ambulanza a Sanremo per peggioramento della tosse, viene rifatta la radiografia e l'esito ha un peggioramento infatti l'esito è: addensamento parenchimale sfumato e simmetrico a carico di entrambi i campi polmonari apicali con rinforzo locale della trama vascello-interstiziale in quadro sospetto per pneumopatia interstiziale. Rifanno il tampone e nell'attesa parlo con il medico telefonicamente dove ripete che sicuramente visto il quadro clinico, il tampone rifatto sarà positivo e iniziano terapia d'attacco con Rocefin oltre lo Zitromax”.

“Il giorno dopo arriva il tampone e nuovamente è negativo, quindi rinviano mio marito a casa con terapia da fare al domicilio, scrivendo che deve essere in auto isolamento per 14 giorni, ma deve fare anche il Rocefin a casa, medicinale da fare per via endovena o intramuscolo e in famiglia non siamo in grado di fare iniezioni. Quindi chiedo supporto al mio medico e mi dice che l'ospedale deve mettermi a disposizione qualcuno che venga a casa. Il pronto soccorso dice che devo chiamare infermieri specializzati: chiamo farmacie di zona dove non sanno a chi indirizzarmi vista la situazione e nessuno si prende la briga di venire in casa. Chiamo il numero verde e anche loro non sanno come aiutarmi, il 1500 men che meno. Infine trovo una ragazza infermiera che la sera finalmente fa la puntura, ma dopo aver visto scritto sul referto l'autoisolamento e vedendo i sintomi lei non se la sente di tornare. Quindi ieri richiamo l'ospedale il quale mi dice per l'ennesima volta che mi devo trovare qualcuno. La direzione sanitaria di Sanremo dopo una chiacchierata di un’ora con un dipendente molto disponibile, dice che mi richiama come ha poi fatto, dicendomi che il mio medico sarebbe dovuto venire al domicilio, ma il mio medico oltre ad aver già detto ieri che ha 65 anni e non rischia oggi era irraggiungibile”.

“In tarda mattinata ricevo chiamata dal Asl che mi comunica esito del tampone, non sapendo che già lo avevano comunicato e chiedo aiuto alla signora che è una semplice impiegata, le chiedo molto preoccupata mi dice che vedeva cosa potesse fare. Dopo circa un ora mi chiama una dottoressa e mi comunica che dopo aver parlato con il primario del Pronto Soccorso di Sanremo, mi suggerisce di cambiare la terapia del Rocefin con augumentin 3 volte al di, io rimango un po' basita e chiedo alla dottoressa di inviarmi mail per avere qualcosa di scritto sul cambio di terapia. Sento uno pneumologo il quale anche lui perplesso per la decisione soprattutto non avendo visto il paziente e spiegando che l'Augumentin è un antibiotico, ma diverso dal Rocefin e decisamente con effetto minore”.

“Quindi io ora mi chiedo come devo fare per eseguire una terapia corretta per migliorare le condizioni di mio marito, che ancora ad oggi non sono delle migliori. Chiedo a chiunque come posso essere in grado di curare mio marito anche a casa ma con il supporto ed il controllo medico-sanitario e se il protocollo dice che devo essere io a fargli le punture e capire come procede il suo quadro clinico”.

Carlo Alessi

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