Eventi - 06 febbraio 2020, 00:00

Festival in Bianco e Nero: il commissario Maigret indaga sul festival e Totò abbandona la giuria, gridando “Non sono un pagliaccio!”

Polemiche e discussioni hanno sempre accompagnato tutte le edizioni de festival.

Fra i diversi tormentoni quello del nome del vincitore. Tutta la manifestazione è attraversata dal sospetto che sia deciso prima della gara il nome del vincitore. Gli interessi economici delle case discografiche e della Televisione, l’intreccio con la politica ed una platea mediatica in grado di attirare numerosi personaggi in cerca di pubblicità alimentano una polemica continua sulla correttezza delle giurie e la validità delle votazioni.

Il regolamento cambia spesso sempre alla ricerca di formule che garantiscano la trasparenza delle votazioni, i sorteggi sono sempre affidati a notai, ma tutto questo non basta. Il sospetto è sempre nell’aria pronto a esplodere e alimentare nuovi scandali.

Le giurie del Festival sono sempre state oggetto di roventi polemiche. Abbandoni, contestazioni, denunce pubbliche e azioni giudiziarie hanno attraversato tutti i primi 60 anni della manifestazione, coinvolgendo anche personaggi famosi ed autorevoli.

Totò, dopo la sua partecipazione come autore del 1954, quando pur essendo tra i favoriti e avendo riscosso grande successo fra il pubblico si ferma al quarto posto, ci riprova nel 1959 con “Piccerella napoletana”, che viene bocciata in fase di selezione. 

 

L’autore della famosa “Malafemmena”, è un personaggio molto popolare e la sua esclusione alimenta qualche polemica, l’anno successivo viene chiamato a far parte della giuria, che deve selezionare le canzoni per la competizione. Come presidente della giuria, lascia il teatro sbattendo la porta e gridando “non sono mica un pagliaccio!”, alimentando così i sospetti sull’operato degli organizzatori.

Le polemiche in realtà non causano danni alla manifestazione, ma ne accrescono l’interesse. Nel 1970, a dimostrazione, che la polemica non è osteggiata, ma favorita dagli organizzatori, per scoprire se era vero che il vincitore era stato già deciso viene ingaggiato il commissario Maigret presente a Sanremo per uno spettacolo teatrale. 

Gino Cervi, nei panni del famoso commissario dal fiuto infallibile, conduce l’indagine  interrogando giornalisti, giurati e dirigenti. La conclusione scontata: tutto regolare, parola di Maigret.

Le immagini di questo articolo sono dell'archivio Moreschi e si trovano nel libro Sanremo Story edizioni Zem di Vallecrosia

Oggi l'archivio Moreschi è chiuso, ma è possibile contattarlo ai numeri 3469436915 o 3497396715 se avete foto da ritoccare o volete rivedere le preziose immagini dell'archivio.

Claudio Porchia