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Attualità | 15 novembre 2019, 14:27

Waterfront di Ventimiglia e nuove aree di intervento: tavolo di confronto tra Regione, Comune e privato

Un incontro per determinare il percorso urbanistico migliore e più veloce da seguire. Una strada non in salita per l'imprenditore olandese, in quanto dal tavolo è emerso che sarà possibile avvalersi di una nuova legge regionale, la 23 del 2018.

Waterfront di Ventimiglia e nuove aree di intervento: tavolo di confronto tra Regione, Comune e privato

Questa mattina, a Ventimiglia, c'è stato un tavolo di confronto tra i tecnici di Regione Liguria, Comune ed i progettisti del promotore dell'idea del fronte mare, una società collegata anche all’imprenditore olandese Robert Thielen. Un incontro con la funzione di comprendere le idee di pianificazione urbanistica del promotore e condividere, con una discussione aperta, il percorso urbanistico migliore e più veloce da seguire.

Nel corso dell'incontro sono state evidenziate le aree di intervento sulle quali agire: il fronte mare è quella primaria e che avrà un'esecuzione più rapida in quanto l'area è già autorizzata dal punto di vista edilizio dal 2010, durante la prima amministrazione dell'attuale sindaco Gaetano Scullino, in quanto rientrava nel piano urbanistico legato al porto. Insieme al Porto era stata autorizzata anche l'area a monte che era oggetto di consolidamento. Dove peraltro in futuro dovrebbero nascere delle villette. Lavori che il gruppo imprenditoriale potrebbe far partire entro i prossimi 6 mesi, tempo durante il quale il gruppo dovrebbe presentare le pratiche necessarie a riattivare il precedente permesso edilizio.

A questo quadro oggi si aggiungono delle aree adiacenti, comprate dal gruppo straniero, dove dovrebbero essere costruite un'altra parte di abitazioni ma più lussuose, collegate a chi acquisterà il posto barca nel nuovo porto e limitrofe alla terza area, dove l'imprenditore olandese prevede di poter far realizzare un albergo 5 stelle lusso.

Quindi, ad eccezione della prima area di intervento, autorizzata già 9 anni fa, per questo secondo e terzo spazio, sarà necessario avviare l'intero iter e presentare delle varianti che portino a degli adeguamenti al Piano Urbanistico Comunale. Una strada non in salita, in quanto dal tavolo è emerso che sarà possibile avvalersi di una nuova legge regionale, la 23 del 2018, illustrata stamani dall'assessore regionale all'urbanistica Marco Scajola, principale promotore politico.

Una norma che si presenta con un carattere innovativo rispetto agli scenari ai quali sono abituati gli enti comunali, offrendo maggiore flessibilità, un abbattimento dei tempi e dando maggiore importanza e potere decisionale proprio alle amministrazioni comunali. Questo non vorrà dire avere meno autorizzazioni rispetto al passato ma la gestione passerà principalmente dal Comune.

Il promotore dovrà presentare una scheda dettagliata sugli aspetti fondamentali dell'opera: ambientale, paesaggistico, idraulico, geologico ed edilizio. Ognuno di questi punti sarà accompagnato da singoli approfondimenti, con allegati anche tutti i documenti necessari, a partire dalle verifiche previste dalla normativa per ogni aspetto. Il Comune prendendo atto di queste schede non potrà entrare nel merito, ma potrà dichiarare l'istanza irricevibile oppure, salvo eventuali lievi modifiche quantitative, farla propria, diventando a tutti gli effetti, una variante al proprio piano urbanistico. Quindi, a quel punto, tutti i soggetti compresi in quel perimetro, non solo il promotore dell'azione, potranno attuarlo.

Redazione

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