ELEZIONI COMUNE DI SANREMO
 / Attualità

Attualità | 31 ottobre 2019, 07:11

Imposta di soggiorno, Taggia in tre mesi guadagna 33.550 euro. A novembre incontro con le categorie

In tre mesi, Taggia, ottiene 33.450 euro, quindi ha raggiunto la metà della cifra stimata totale per tutto il 2019, da luglio a dicembre, ovvero 60mila euro.

Imposta di soggiorno, Taggia in tre mesi guadagna 33.550 euro. A novembre incontro con le categorie

Anche Taggia ha tracciato un bilancio dei primi introiti derivanti dalla imposta di soggiorno. Dal 1° luglio a fine ottobre, il comune ha incassato 33.550 euro. Quindi in tre mesi è stata superata la metà rispetto a quanto era stato previsto per tutto il 2019, ovvero da luglio a dicembre, 60mila euro circa. 

Da questo primo trimestre emerge che potrebbe esserci il rischio di dover rivedere le stime al ribasso sul totale di fine anno. Questo perchè l’alta stagione è terminata ed è improbabile che nei mesi invernali si riesca ad eguagliare lo stesso risultato in termini di presenze di luglio, agosto e settembre, con conseguenti meno entrate per quanto riguarda questa imposta.



In poco più di tre mesi, alberghi e residenze turistico-alberghiere hanno raccolto dai vacanzieri la nuova tassa per conto del Comune. Taggia offre una capienza ufficiale di 916 posti letto, corrispondenti a 16 alberghi, 4 B&B, 1 agriturismo, 2 affittacamere ed una casa per ferie e 183 appartamenti. Questi i dati, secondo l’ultimo censimento effettuato, risalente tuttavia ad alcuni anni fa.



Per le strutture ad oggi esistenti, l’imposta si traduce nel pagamento di 1 euro a persona e per pernottamento, fino ad un massimo di 5 pernottamenti. I soldi della nuova tassa vengono poi versati trimestralmente dalle strutture. In questo caso, la prima scadenza era quella del 16 ottobre e la prossima sarà il 16 gennaio.



In questo periodo di sperimentazione è emerso un quadro positivo per quanto riguarda la gestione del servizio. Gli albergatori non hanno riscontrato particolari difficoltà nell’approcciarsi al nuovo sistema. Grazie anche al fatto che le strutture avevano a disposizione più sistemi per procedere al versamento, dal telematico fino al cartaceo.
 
Rispetto ai 33.500 euro, trattandosi del primo dato di controllo, dal Comune, preferiscono mantenere una cauta neutralità in attesa di arrivare a gennaio, quando ci sarà il secondo controllo e si avrà il dato finale per l’anno in corso.



“Riguardo al dato economico, non è né negativo né positivo. Invece, possiamo parlare di primi dati confortanti circa l’esperienza delle attività nell’applicare la nuova tassa. - spiegano gli assessori Chiara Cerri (bilancio) e Barbara Dumarte (turismo) - E’ importante sottolineare come la decisione di adottare l’imposta di soggiorno non abbia inciso in modo negativo sui flussi turistici. Quanto era stato previsto in fase preliminare era una stima prudenziale basata sugli arrivi degli anni passati. Gli oltre 33mila euro fino ad oggi pervenuti sono dovuti anche alle esenzioni. Taggia aveva deciso di ampliare lo spettro di categorie che potessero essere esenti dal pagamento. Così come, ascoltando le attività ricettive del territorio abbiamo scelto di applicare l’esenzione dal pagamento tra il 15 gennaio ed il 15 marzo. Grazie a questo primo dato economico, intendiamo incontrare a novembre le categorie”.



Un incontro atteso che servirà per fare il punto dopo questi primi mesi. L’applicazione dell’imposta di soggiorno prevede che gli incassi  vengano ripartiti in modo predefinito: almeno il 60% a seguito di accordo con le associazioni locali più rappresentative delle strutture ricettive andrà per la promozione dell’accoglienza, la comunicazione, la promo commercializzazione e il marketing turistico della località, anche attraverso accordi tra Comuni per la promozione di un’area vasta anche a livello provinciale, o comunque per interventi e servizi ad elevata valenza turistica e culturale. Le spese possono includere anche la realizzazione di eventi e la copertura dei costi per gli uffici informazione e accoglienza turistica (IAT);  fino al 40% per l’utilizzo diretto da parte del Comune per il miglioramento del decoro della località turistica, per investimenti infrastrutturali a forte valenza turistica e, comunque, per interventi in materia di turismo.

E’ chiaro quindi come di fronte al primo riscontro economico sulla imposta di soggiorno ci sia anche un naturale interesse da parte degli operatori del settore per andare a definire come e dove destinare questa somma ed evitare che venga sprecata.

Stefano Michero

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A APRILE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

Google News Ricevi le nostre ultime notizie da Google News SEGUICI

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium