Politica - 10 settembre 2019, 08:39

"Si faccia chiarezza su chi è in Forza Italia e chi con Toti": parla il vice coordinatore regionale "Vacca e Vaccarezza, il piede in due scarpe?"

Il vicecoordinatore regionale di Forza Italia: "Toti sul piano umano mi è simpatico e del suo operato apprezzo tanto ma non tutto. Ad esempio l'aver lasciato in mano a Sonia Viale la gestione della sanità"

"In un momento politico come questo, dove tanti sono stati gli annunci di fuoriuscita dal partito di Forza Italia, soprattutto dei fedelissimi alla linea del Presidente Giovanni Toti, senza alcuna polemica o critica nei confronti di chi ha fatto una precisa scelta di campo, chiedo che venga convocata una riunione urgente del coordinamento Regionale per fare chiarezza su chi è rimasto nel partito e chi ne è uscito.

Questo è fondamentale per poter poi partire da una riorganizzazione del partito a livello locale, andando ad individuare referenti in ogni realtà cittadina, in attesa dei congressi”. Queste sono state le più recenti dichiarazioni di Marco Melgrati, vicecoordinatore regionale di Forza Italia per la Liguria e sindaco di Alassio in vista di una situazione politica che, con la scadenza delle elezioni regionali 2020 all’orizzonte, ha bisogno di essere definita in ogni dettaglio, senza lasciare nulla al caso. Abbiamo raggiunto Marco Melgrati per chiedere un approfondimento su questa situazione e sulle prospettive del suo schieramento.

Partiamo da una stima in calcolo percentuale: quanto potrebbe avere “eroso” la “fuga dei totiani” da Forza Italia? Semplice: basta vedere chi ha aderito alla manifestazione di dicembre. Anche perché è stato scritto e dichiarato in modo abbastanza esplicito che chi avrebbe partecipato a quella convention avrebbe dovuto considerarsi escluso da Forza Italia. Ora leggo dichiarazioni che non mi piacciono, di nomi come quelli di Angelo Vaccarezza e di Santiago Vacca, che tengono il piede in due scarpe. Non mi va: o sei da una parte, o dall’altra. Detto questo, io mi considero in ottimi rapporti umani con Giovanni Toti, mi è simpatico, ci siamo sentiti ancora pochi giorni fa quando l’ho chiamato per augurargli buon compleanno. A Toti faccio i migliori auguri, purché tenga in considerazione in fatto che la visibilità e il peso a livello regionale sono ben diverse da quelle in un’ottica nazionale, e che non dimentichi che chiunque in passato si è smarcato da Berlusconi politicamente poi ha fatto una brutta fine, mi vengono in mente i nomi di Gianfranco Fini e di Angelino Alfano su tutti”.

Quanto è diverso il progetto di Toti da quello originario di Berlusconi e, in questo momento storico, c’era bisogno di una frattura nel centrodestra? Secondo me il problema di Toti è che ha creduto di smarcarsi dalla leadership berlusconiana sentendosi di avere il carisma di un leader di portata nazionale. Io per primo ho creduto in lui, in passato gli ho fatto campagna elettorale per le regionali e le europee, ma secondo me se si vuole rinnovare un partito bisogna continuare a farne parte e cambiarlo dall’interno, come ha dato prova di saper fare Matteo Renzi nel Pd, ad esempio. In questo momento io penso che lo stesso Silvio Berlusconi, accusando il peso dell’età avanzata, sia pronto a restare come figura di ‘Padre Nobile’ e di fondatore, ma so che sta fiutando l’aria e sta cercando persone nuove e di valore, più nel mondo dell’imprenditoria che della politica, ma che abbiano la grinta e le capacità per distinguersi anche in uno scenario politico. Per creare i leader di domani ci vogliono volti giovani, non i soliti noti”.

L’elettorato vuole un cambiamento dall’interno, quindi? Ma non solo! Gli elettori vogliono figure capaci di parlare alla gente, di tornare sul territorio, io vengo spesso fermato per strada o contattato da alcuni nomi storici della zona, i primissimi attivisti del movimento, quelli che già nel 1993 attaccavano i manifesti e andavano alle varie convention, a Fiuggi, a Roma, e tutti mi dicono che si sono gradualmente staccati dal partito perché non in sintonia con la linea di nomi attuali come Vaccarezza o Ciangherotti. Per esempio, io rispetto la linea politica di Vaccarezza, ma non la condivido affatto: questo suo iper-presenzialismo, essere ovunque, dalle Feste degli Alpini alle riunioni dei sindacati balneari, fino alle passerelle agli eventi alassini, è solo pro domo sua, è una campagna elettorale perenne che giova alla sua immagine e gli porta voti ma non fa crescere in alcun modo il partito”.

C’è chi dice che Toti “insegua” la compiacenza di Salvini e che questo lo stia facendo spostare sempre più a destra. È vero? Di vero c’è che in questo momento in Italia c’è carenza di centro. Serve una nuova forza moderata. Oggi le statistiche danno Forza Italia tra il 6 e il 7% e Salvini è dato quasi al 34%. Capisco che questa per Toti sia una situazione difficile: fa parte di una maggioranza ad alta concentrazione leghista e se vuole proseguire il suo percorso politico deve passare costantemente al vaglio della Lega. Non giudico questa sua scelta, ribadisco che come individuo mi è simpatico e come governatore della Regione Liguria apprezzo in parte il lavoro che ha fatto. Non del tutto, però: dissento dalla sua totale mancanza di gestione della sanità, ha delegato tutto a Sonia Viale che ha messo in campo molte scelte impopolari, tra cui la chiusura dei Centri Salute. E i sindaci hanno dovuto correre ai ripari stanziando soldi per evitare che ciò accadesse”.

Concludendo: che cosa succederà nell’immediato futuro? Dobbiamo incontrarci e contarci, come ho già detto. Sono in stretto contatto con molti parlamentari di Forza Italia che a loro volta hanno un filo diretto con Berlusconi e ne conoscono il volere e il valore. Gli eletti che gli hanno fino a oggi dimostrato fedeltà devono incontrare il Presidente e fare il punto, non certo quelli che hanno scelto di aderire a un nuovo movimento, che rispetto ma che ormai non ha più alcun legame con Forza Italia”.

Alberto Sgarlato