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Attualità | 26 maggio 2019, 11:39

1938:Echi della conferenza di Monaco in provincia di Imperia e a Sanremo tra timori e speranze

Alcune famiglie di confine che avevano già spedito bagagli ed oggetti di prima necessità in località lontane, si dispongono a richiamare le loro masserizie. L'analisi di Pierluigi Casalino

1938:Echi della conferenza di Monaco in provincia di Imperia e a Sanremo tra timori e speranze

Il clima di forte apprensione che segnò il settembre 1938 a causa della pericolosa situazione internazionale in atto, che sembrava precipitare in una guerra, ebbe eco profonda anche in provincia di Imperia. Sintomatico di tale clima un promemoria riservato indirizzato alla Regia Prefettura di Imperia dal Tenente Colonnello Annibale Contreras, comandante del Gruppo Carabinieri di Imperia riferiva: "Stamane, 28 corrente, in vari centri della provincia si è verificata una affluenza insolita di clienti agli sportelli ed istituti bancari e uffici postali. Al capoluogo sono state prelevate le seguenti somme:

Banca Commerciale Italiana circa lire 400.000, Credito Italiano circa lire 300.000, Banco di Roma circa lire 180.000, Banca Popolare di Novara circa lire 80.000, Istituto San Paolo circa lire 300.000, Uffici postali circa 200.000. Le varie banche della provincia, ed in misura maggiore quelle di Ventimiglia, Bordighera e Sanremo, hanno richiesto ed ottenuto dalla Banca d'Italia circa 12.000.000 di lire per far fronte ai pagamenti. Le popolazioni sono abbastanza calme, ma non nascondono le loro gravi preoccupazioni per l'eventualità di un conflitto, ritenuto sempre più probabile. Il possibile intervento del Duce, accennato oggi dalla radio, nella grave questione è  da tutti auspicato, nella fiducia che l'Alta Personalità del Capo del Governo e l'amicizia che lo lega al Cancelliere Tedesco possano riuscire a trovare la via per una soluzione pacifico del problema cecoslovacco". Con nuovo promemoria riservato del 30 settembre 1939, il medesimo ufficiale dei Carabinieri comunicava alla Regia Prefettura:" Con la più schietta esultanza é stato appreso dalle popolazioni di questa provincia di frontiera l'accordo testé raggiunto dalle quattro grandi potenze nei riguardi del problema cecoslovacco, e sin da stsmane si sono spontaneamente inbadierate le città di Ventimiglia, Sanremo, Bordighera ed Ospedaletti. 

Il movimento di prelevamento fondi  dalle banche e dagli uffici postali é  molto diminuito, ed è  da prevedersi che al più presto cesserà lo stato di allarme da parte dei depositanti. Alcune famiglie di confine che avevano già  spedito bagagli ed oggetti di prima necessità in località lontane, si dispongono a richiamare le loro masserizie 

La riconoscenza per l'opera del Duce é grande in tutti i ceti della popolazione". La Compagnia Carabinieri di Sanremo segnalava, dal canto suo, con nota del 1° ottobre 1938 che "Alle ore 21,15 del 30 corrente, organizzato improvvisamente dal Fascio locale, si formò, in Sanremo,  un corteo per inneggiare al felice risultato ottenuto dal Duce a Monaco. Vi parteciparono le autorità cittadine e circa un  centinaio di persone fra fascisti e popolazione. Il corteo dopo aver percorso le vie principali della città sosto', in religioso raccoglimento, per circa due minuti, dinanzi al monumento dei caduti, dove poi si è sciolto. F.to Il comandante della Compagnia Biagio Argenziano". Di lì a breve la situazione precipitò  comunque e la spartizione della Cecoslovacchia preannuncio' lo scoppio della seconda guerra mondiale. Una  seconda divisione della Cecoslovacchia è avvenuta consensualmente, e pacificamente, solo dopo la caduta dell'ordine di Yalta; e oggi ci sono due repubbliche che rappresentano quel Paese, creato a suo tempo alla Conferenza di Versailles un secolo fa sulle rovine dell'Impero Austro-ungarico. Ma già alla fine del febbraio 1939 la Ceco-Slovacchia (col trattino dal precedente ottobre) era andata in ogni caso in pezzi proprio a seguito della Conferenza di Monaco del settembre 1938. Un evento, quest'ultimo, che fu salutato come una vittoria del buon senso e della pace anche dalle nostre  genti del Ponente, come dicevo, ma che si rivelò purtroppo una tragica illusione. Il film che portò agli accordi di Monaco è noto: un rincorrersi di dichiarazioni, assicurazioni, esortazioni, minacce e promesse nel tentativo di scongiurare la guerra, con il risultato che si rinvio' solo di un anno lo scoppio del conflitto. Persino Mussolini pensò per un attimo di creare un fronte antitedesco fondato sull'Ungheria, ma non ne fece nulla.

A Sanremo ci fu poi qualcuno che prese egualmente la via dell'oltre Atlantico, rifugiandosi in Colombia, per far ritorno solo negli anni Cinquanta. Il primo ministro inglese Chamberlain aveva fatto appello alla mediazione di Mussolini, e aveva buoni motivi per credere che questa mediazione avrebbe avuto successo. Nonostante che Chamberlain cercasse di smentirlo, la pubblica opinione riteneva che ad essere oppressi erano i cechi e non i tedeschi sudeti. A Monaco non si cercò giustizia e lo stesso Mussolini fu allarmato da Hitler con i suoi piani di guerra lampo contro la Francia, alla quale avrebbe dovuto partecipare l'Italia. Mussolini ricevette dall'ambasciatore italiano a Berlino Attolico le condizioni del Ministero degli Esteri tedesco, senza che Hitler, si disse, ne sapesse nulla. Vero o no che questo fosse, si trattò di un accorgimento. A Praga il Presidente Benes, disperato, si rivolse all'ambasciatore sovietico, essendo rimasta la Russia l'unico suo alleato. Ma finì per accettare il diktat. Chamberlain condivideva i dubbi della sua diplomazia, ma era rassegnato. Analogamente Daladier e lo stesso Mussolini, se pur convinti di aver evitato il peggio.Fino al 15 marzo 1939, molti cercarono di credere che Monaco fosse stata un trionfo della morale, non una resa alla forza. Circostanza, quest'ultima, che venne messa in evidenza a Sanremo da parte di molti ben pensanti, soprattutto tra coloro che, impegnati in attività  commerciali all'estero, ricevevano notizie poco rassicuranti dai rispettivi referenti sugli sviluppi delle relazioni internazionali.

L'effimera parentesi di speranze lasciò ben presto spazio ad una nuova fase critica, il cui epilogo drammatico averra' poco meno di un anno dopo con l'aggressione nazista alla Polonia. Pochi forse ricordano, infine, che nel marzo del 1940 si spense a Sanremo San Luigi Orione, giunto per un brevissimo soggiorno nella Città dei Fiori per alleviare le sofferenze di una grave malattia. Il pensiero di don Orione andò nelle sue ultime ore di vita a Sanremo anche alle tribolazioni della Polonia e soprattutto a  quelle dei "nostri fratelli ebrei". Ed era quello stesso don Orione, che condannò fin dal 1921 l'inneggiare farneticante "alla patria, aldiqua e aldilà  delle Alpi da parte di regimi statolatrici, che nulla hanno a che vedere con il sano amor di patria".

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