Attualità - 19 aprile 2019, 10:49

L'antica tradizione del Venerdì Santo a Triora: alle 21 la deposizione del Cristo dalla Croce

Il Venerdì Santo a Triora ha inizio in mattinata con la distribuzione delle pagnotte al gusto di finocchio selvatico

A Triora tutto è pronto per la funzione del Venerdì Santo (quest’anno il 19 aprile), tuttora una delle manifestazioni religiose più sentite, tramandata da secoli. Ecco come si svolge. Il Venerdì Santo a Triora ha inizio in mattinata con la distribuzione delle pagnotte al gusto di finocchio selvatico, preparate e cotte dal panificio Asplanato, in precedenza benedette e contrassegnate da una lettera “M” (Misericordia) da parte dei Confratelli della Buona Morte.

Alle ore 21,00 ha luogo, nella collegiata, la deposizione del Cristo dalla Croce, tradizione che resiste al trascorrere degli anni. In una chiesa stipata di fedeli, il parroco sale, accompagnato da due uomini in camice bianco e stolone nero, rappresentanti Nicodemo e Giuseppe d’Arimatea e da alcuni sanluigini, cioè ragazzi appartenenti alla Confraternita di San Luigi, su di un palco preparato, nelle prime ore del mattino, dalla Confraternita della Buona Morte. Non appena i cantori e l’organista Giorgio Revelli hanno terminato l’esecuzione dello Stabat Mater, il predicatore rievoca la Passione di Cristo mentre i due uomini salgono lentamente sulle scale appoggiate alla Croce.

Dopo la predica si leva il commovente canto “or ch’esangue”, che contiene nella parte centrale la preghiera di Mosè in Egitto di Rossini “dal tuo stellato soglio”. Per ben tre volte il canto si interrompe, mentre nel silenzio rintronano tre colpi di martello: Giuseppe d’Arimatea, Nicodemo e, in ultimo, il sacerdote tolgono i chiodi dal corpo di Cristo. Ha luogo poi la deposizione di Cristo. In un lenzuolo è posto il corpo sanguinante, fatto scivolare lentamente, a braccia allungate in avanti, sulla portantina nero-dorata. Il corteo, preceduto dalla banda musicale di Taggia, si inoltra per le vie dell’antico borgo, passando sotto le volte, sbucando poi sulla strada provinciale.

Si recitano i misteri del Rosario, si canta il Miserere, si levano lugubri melodie. Avanzano nella notte le fiammelle delle candele e dei lampioni, accompagnando il corpo di Cristo fin nella chiesa. Qui, dopo l’esecuzione della marcia funebre da parte della banda, si bacia il corpo del Signore, atto di omaggio con il quale ha termine la funzione.

redazione