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Attualità | 08 aprile 2019, 12:03

Imperia: convegno su bullismo e cyberbullismo con centinaia di studenti, i relatori "Protezione, prevenzione e consapevolezza della legge" (Foto e video)

Auditorium della Camera di Commercio gremito per la mattinata di lavori organizzata da SILP CGIL

Imperia: convegno su bullismo e cyberbullismo con centinaia di studenti, i relatori "Protezione, prevenzione e consapevolezza della legge" (Foto e video)

"L'attività repressiva non basta. Serve un deciso cambio culturale che faccia comprendere alle giovani generazioni le ricchezze del cyberspazio, ma anche i molteplici rischi. In un Paese democratico non possono succedere determinate cose. Le parole fanno più male delle botte, questo deve fare riflettere. Serve creare una cultura digitale senza condannare né osteggiare l'innovazione, ma gestendola", si è aperto con queste parole del Questore di Imperia Cesare Capocasa, preceduto dal saluto del Prefetto Alberto Intini, l'importante convegno odierno sul bullismo e cyberbullismo, tematica sempre più attuale che colpisce migliaia di giovani.

A organizzare la mattinata di lavori, all'Auditorium della Camera di Commercio di fronte a tantissimi studenti imperiesi, la Segreteria regionale e provinciale del SILP CGIL.

Tra i relatori del dibattitto, moderato dalla giornalista Rai Lucia Pescio: la dottoressa Benedetta Emanuela Palladino sviluppatrice della piattaforma ELISA, il Dir. Tec. Sup. Roberto Surlinelli del Compartimento Liguria Polizia Postale, il dott. Paolo Picchio padre di Carolina vittima del cyberbullismo e oggi membro della Fondazione a lei intitolata e infine il Segretario nazionale SILP CGIL Daniele Tissone e la professoressa Elena Ferrara già senatrice della Repubblica e prima firmataria della legge 71/2017 che è così intervenuta ai nostri microfoni:

"Con molto piacere ho aderito a questa iniziativa – ha esordito. Siamo proprio nella città in cui è stata utilizzata per la prima volta la procedura di ammonimento prevista dalla legge 71, legge che io ho promosso come legislatore ed è stata approvata nel 2017. Parlo dell'ammonimento perché è una delle disposizioni importanti della normativa che entra in modo preventivo ad affrontare il problema quando un giovane ultra quattordicenne si rende responsabile di una condotta distorta nell'utilizzo della rete attaccando o minacciando una vittima. Questo però spesso avviene in modo inconsapevole con il trasgressore che non si rende immediatamente conto del male che sta procurando, soprattutto per l'immaterialità dell'ambiente digitale. L'ammonimento quindi dev'essere un avviso che responsabilizzi e che faccia sì che il soggetto non ricada più in quell'errore. L'altro dispositivo importante della legge – prosegue – è la segnalazione al garante della privacy affinché venga rimosso un contenuto ritenuto lesivo della propria dignità. Credo che la legge debba ancora essere conosciuta bene dagli studenti perché rappresenta davvero un'innovazione e una capacità di reazione in modo che la cittadinanza digitale sia un obiettivo realizzabile.

All'interno della scuola è previsto dalla legge che si faccia attività di prevenzione, ma che si abbiano anche delle misure sanzionatorie che devono essere fatte insieme alle famiglie. Anche quest'ultime devono rendersi conto del disvalore morale di determinate condotte e della sofferenza che possono provocare. Di fronte a degli atteggiamenti sbagliati anche gli studenti devono sapere di incorrere in sanzioni, ma laddove possibile credo sia meglio tenere i ragazzi fuori dal penale fornendogli degli strumenti immediati per farli responsabilizzare e corregere".

"Credo che noi dovremmo investire principalmente in prevenzione in una nuova interazione tra quello che è il rapporto famiglia e scuola – ha spiegato Daniele Tissone di Cgil. Sono delle agenzie che possono mettere nelle condizioni i giovani di avere una maggiore conoscenza per un uso consapevole degli strumenti di comunicazione di massa. Bisogna investire nella formazione, in particolare direi degli insegnanti che devono far capire ai giovani i rischi di un utilizzo scorretto.

Il web depersonalizza le questioni in un mondo che non sembra più reale, ma che è invece pieno di problematiche e causa delle tragedie. Dobbiamo fare in modo che si evitino, perché anche una piccola cosa postata sui social può creare dei danni notevoli, soprattutto ai giovani, persone fragili che hanno bisogno di una maggiore protezione".

Lorenzo Bonsignorio

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