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| 02 aprile 2019, 11:55

Sanremo come Hollywood, il candidato sindaco Tommasini "Riportare le produzioni di film e fiction in città"

Da oggi e per ogni martedì, su Sanremo News, il candidato sindaco per il centro destra unito affronterà un tema legato al mondo della cultura: dal cinema, alla musica, passando per il teatro e altro ancora.

Sergio Tommasini

Sergio Tommasini

Da oggi e per ogni martedì, su Sanremo News, il candidato sindaco di Sanremo per il centro destra unito, Sergio Tommasini, affronterà un tema legato al mondo della cultura dal cinema, alla musica, passando per il teatro e tanto altro ancora. La prima pillola di cultura è dedicata alla vocazione cinematografica di Sanremo. 

"Sanremo merita di ridiventare la Hollywood europea dopo che lo è stata nella Belle Epoque. La nostra città – scrive il candidato sindaco del centro destra unito Sergio Tommasini - fu una piccola capitale del cinema senza sonoro, operarono due società delle quali ormai si è persa la memoria, come la Artistic Negatives e la Sanremo Film. Anche la tedesca Ufa, una delle case di produzione più importanti d'Europa e ancora in auge, ha avuto in un quartiere di Sanremo un suo teatro di posa. 

Sanremo e i suoi scenari - prosegue il candidato sindaco - erano un elemento importantissimo per i registi e tornando alle case di produzione matuziane, la «Sanremo Film» produsse tre opere nel 1916: «Mirella», «La promessa» e «Terremoto fatale». L'Artistic nel 1913, un dramma sulla Costa Azzurra di Oreste Mentasti, regista molto attivo in quegli anni a Torino, altre pellicole, documentari e cinque film che avevano come protagonista tal Paolino personaggio che faceva il verso al comico Ridolini. E poi dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale e con l'arrivo del sonoro Sanremo fu scenario ancora per diversi lungometraggi come «Amanti senza nome» con Clara Calamai del 1947, «Il covo dei gangster» nel 1951, «La contessa scalza» nel 1954 con Humphrey Bogart e Ava Gardner. Poi in tempi più recenti, «Al bar dello Sport» nel 1983 con Lino Banfi (Sanremo), «Asso» con Celentano 1981, «A tu per tu» con Villaggio e Dorelli nel 1984 o «Io sono l’amore» con Tilda Swinton, «Fortunata» del 2017 e le fiction di Mediaset e Rai su «Rosy Abate» e «Mia Martini». Insomma la nostra città, per le sue particolari condizioni climatiche e per gli scenari, può ambire di diritto ad essere un teatro di posa a cielo aperto.

È nostra intenzione – conclude Sergio Tommasini - recuperare questa vocazione cinematografica applicando tutta una serie di agevolazioni, come occupazione suolo, ospitalità ecc. per riportare la produzione di film o fiction per la televisione nella nostra città, strumento di grande promozione turistica e culturale”.  

Redazione

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