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Attualità | 02 aprile 2019, 17:30

Incontro a Villa Magnolie con Raffaella Romagnolo: presenti le classi dell’indirizzo classico e scientifico del 'Cassini'

La scrittrice si è mostrata sin da subito molto disponibile e ha concesso ai ragazzi di 1A, Beatrice Gramegna, Alice Dieni e Filippo Ferrari, un’intervista per La Nuova Corrente sui suoi ultimi romanzi, la sua vita da scrittrice e da lettrice.

Incontro a Villa Magnolie con Raffaella Romagnolo: presenti le classi dell’indirizzo classico e scientifico del 'Cassini'

La scrittrice Raffaella Romagnolo, autrice de 'L’amante di città' (2007), 'La masnà' (2012), 'Tutta questa vita' (2013), 'La figlia sbagliata' (2015, candidato al Premio Strega 2016, 'Premio Società Lucchese dei Lettori' (2016) e 'Destino' (2018), ha tenuto un incontro a Villa Magnolie, al quale hanno assistito numerose classi dell’indirizzo classico e scientifico.

La scrittrice si è mostrata sin da subito molto disponibile e ha concesso ai ragazzi di 1A, Beatrice Gramegna, Alice Dieni e Filippo Ferrari, un’intervista per La Nuova Corrente sui suoi ultimi romanzi, la sua vita da scrittrice e da lettrice. A seguito dell'intervista nella splendida terrazza di Villa Magnolie, ha preso parte a un chiacchierata con gli alunni in Aula Magna e ha parlato del proprio rapporto con la lettura, evidenziandone la bellezza di interpretare i pensieri degli autori. In seguito ha raccontato la triste storia del rastrellamento di Cascina Benedicta, citato nel suo ultimo romanzo. 

Ha inoltre aperto una digressione sul ruolo del traduttore. Infatti il suo ultimo romanzo Destino, (titolo tra l’altro scelto dall’editore) in lingua tedesca è stato tradotto con "Bella Ciao", dato che in Germania l’omonima canzone rappresenta la pace e la libertà, dopo un periodo di conflitto tra fratelli. Alcuni lettori sono rimasti stupefatti dal fatto che la scrittrice non si sia mostrata troppo entusiasta alla domanda “Le piacerebbe se un suo romanzo diventasse una fiction o un film?” Infatti riprendendo il concetto della bellezza della lettura, sostiene che essa non potrà mai essere sostituita, nonostante sia in declino, dai cellulari o dai computer. Durante il dibattito con gli alunni, le sono state poste alcune domande, per esempio:

“Qual è il libro da cui si sente più rappresentata?” L’autrice ci risponde col dire che non ve n'è uno che la rappresenti in particolare, perché sarebbero troppi per menzionarli tutti. Invece prendendo in considerazione i suoi scritti, lei afferma che non vi è ancora un libro che la rappresenti in tutto e per tutto, che potrà sempre dire che sarà il prossimo o il prossimo ancora, ma non potrà mai affermare che quelli che ha già scritto la rappresentino di più di quelli che scriverà. D'altronde come dice la scrittrice: “Sono tutti figli miei, e li amo in egual modo“.

Dopo queste parole, alcuni alunni del liceo classico e scientifico si sono trovati ad affermare che anche loro vorrebbero diventare scrittori, seppur afflitti dal dubbio che segue: “Non abbiamo talento! Potremmo lo stesso cimentarci nella scrittura?”

La scrittrice racconta la storia di un giovane scrittore che, fin da ragazzo, era appassionato di film dell’orrore. Un giorno tornando dal cinema, dopo aver visto "Il pozzo e il pendolo" tratto dall'omonimo romanzo di Edgar Allan Poe, non sapendo che era tratto da un libro già esistente, decise di scriverne di suo pugno il libro. Il giorno seguente si presentò a scuola con molte copie di quel libro e cominciò a venderlo in tutto l'istituto; fino a quando la preside non lo venne a scoprire e di conseguenza convocò il ragazzo in presidenza. Come dice la scrittrice “gli fece una bella lavata di capo“ dicendogli che non  avrebbe dovuto perdere tempo nello scrivere stupidaggini e di pensare a cose più importanti. Quel ragazzo si chiama Stephen King, probabilmente il più grande scrittori di libri horror di sempre. La scrittrice vuole farci capire che non bisogna avere per forza del talento innato, ma basta essere animati dalla curiosità o dalla passione per poter scrivere. 

Ad un tratto le viene posta una domanda per nulla scontata: “Qual è il vero significato di destino? Bisogna leggerlo in senso positivo o negativo?" Spetta al lettore interpretare il libro, perché appunto come afferma la professoressa: “Nella lettura è il lettore che segue le scelte del personaggio e che, se vuole, può cercare di cambiarle” .

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