“Buttate giù la dogana di Mentone”: lo scrive sul suo profilo pubblico di Facebook l’onorevole della Lega Flavio Di Muro, puntando l’indice sul Premier francese Emmanuel Macron e sulla chiusura del confine tra Ventimiglia e Mentone.
“Grazie per la lettera aperta agli europei – prosegue Di Muro -abbiamo così appreso che l'Europa è da ripensare, che Schengen è da rivedere. Bene, meglio tardi che mai! Mi permetto un piccolo consiglio, un piccolo gesto che è, già oggi, nelle facoltà del Governo francese, ovvero quello di buttare giù la frontiera. Oltre a essere fatiscente è simbolo dei vostri respingimenti e dei ricollocamenti mancati dei migranti provenienti da Ventimiglia. L'Italia lo ha già fatto da tempo”.
Il presidente francese ha chiesto all’Europa di rivedere gli accordi di Schengen, per ristabilire la libertà in sicurezza: “Tutti coloro che vogliono partecipare devono adempiere agli obblighi di responsabilità (rigoroso controllo delle frontiere) e solidarietà (la stessa politica di asilo, con le stesse regole di accoglienza e respingimento). L’Europa non è mai stata così necessaria dalla Seconda Guerra Mondiale e non è mai stata così in pericolo. Vogliamo una polizia di frontiera comune e un ufficio europeo per l’asilo, obblighi rigorosi di controllo, una solidarietà europea alla quale ogni Paese contribuisce sotto l’autorità di un Consiglio europeo di sicurezza interna. Serve un salario minino europeo che garantisca per i lavoratori, dell’Est e dell’Ovest, del Nord come del Sud una stessa remunerazione sullo stesso luogo di lavoro e un salario minimo europeo, adattato a ciascun Paese. Sul clima propongo la creazione di una banca europea del clima per finanziare la transizione ecologica, e di una forza sanitaria comune per rafforzare i controlli sugli alimenti. Libertà, protezione, progresso. Dobbiamo costruire su questi pilastri un Rinascimento europeo. Non possiamo lasciare i nazionalisti, senza soluzioni, sfruttare l’ira dei popoli. Non possiamo essere i sonnambuli di un’Europa rammollita. Non possiamo rimanere nella routine e nell’incantesimo. L’umanesimo europeo è un’esigenza di azione. Ed ovunque i cittadini chiedono di partecipare al cambiamento”. Entro la fine dell’anno, con i rappresentanti delle istituzioni europee e degli Stati, instauriamo una Conferenza per l’Europa al fine di proporre tutti i cambiamenti necessari al nostro progetto politico, senza tabù, neanche quello della revisione dei trattati. Questa conferenza dovrà associare gruppi di cittadini, dare audizione a universitari, parti sociali, rappresentanti religiosi e spirituali. Definirà una roadmap per l’Unione Europea trasformando in azioni concrete queste grandi priorità. Avremo dei disaccordi, ma è meglio un’Europa fossilizzata o un’Europa che progredisce, talvolta a ritmi diversi, rimanendo aperta a tutti?”.