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Imperia Golfo Dianese | 23 febbraio 2019, 13:33

L’imperiese Giulia Quaranta Provenzano protagonista al Carnevale dell’Arte a Venezia

Giovedì 21 febbraio 2019 alla Scuola Grande di San Teodoro si è svolta l’inaugurazione della mostra Carnevale dell’Arte a Venezia. Tra i protagonisti la ventinovenne Fotografa d’arte Giulia Quaranta Provenzano.

L’imperiese Giulia Quaranta Provenzano protagonista al Carnevale dell’Arte a Venezia

Giovedì 21 febbraio 2019 alla Scuola Grande di San Teodoro si è svolta l’inaugurazione della mostra Carnevale dell’Arte a Venezia, siglato Spoleto Arte – con il contributo del fotografo di fama internazionale Roberto Villa, del direttore d’orchestra del Teatro La Fenice Silvia Rizzolo, dello scrittore e figlio di Dario Fo Jacopo Fo e del manager di noti personaggi Salvo Nugnes.

Evento questo per omaggiare e ricordare lo straordinario Premio Nobel “Mister Buffo” e per celebrare grandi artisti come Dario Fo. Tra i protagonisti la ventinovenne Fotografa d’arte Giulia Quaranta Provenzano, la quale in una personale a pochi passi dal Ponte di Rialto ha esposto le sue tele “La Signora”, “Nel gioco della vita”, “Origini”, “Pharmakon”, “Scorpio”, “Tributo 1-2” e “Tributo 2-2”.

Giulia, Roberto Villa - da sempre amico di Dario Fo - le ha scritto una critica della quale sarà felicissima…“Sono molto grata al Maestro Villa per le sue parole. Gliene sarò sempre riconoscente: è un uomo che stimo in sommo grado! È un uomo sincero e diretto (senza peli sulla lingua, tuttavia capace di conservare in ogni situazione pacatezza ed eleganza), è un uomo di forti valori - non corruttibili - quali ad esempio il senso dell’amicizia oltre il tempo e i luoghi e soprattutto è una persona coerente con il proprio credo umano e professionale, artistico. Cito quanto a me dedicato <<C’è una fotografia che può godere a tutti gli effetti della definizione di opera d’arte ed è quella che Giulia Quaranta Provenzano da tempo realizza avendone affinato e definito la poetica. I suoi lavori sono costruiti in differenti modalità, quella più apparente è lo still life di oggetti che non appaiono nella loro semplice fisicità fotografica, bensì immersi in un contesto di forti colori non naturalistici – che ne fanno un’altra storia. Gli interventi manipolatori vogliono dimostrare che non è la fotocamera che ha realizzato la bella foto, ma la creatività supportata da un intento di comunicazione altra”.

E proprio a questo proposito, durante la vernice veneziana il presidente di Spoleto Arte Salvo Nugnes ha affermato << (…) Ho l’impressione che l’Arte antica fosse molto semplice da capire e difficile da fare, viceversa quella moderna molto semplice da fare e difficile da capire - complicata da comprendere perché ognuno vuole interpretare qualcosa… All’estero - dove io vado sovente - la provocazione è usuale per gli artisti ed è molto evidente. Personalmente mi chiedo tuttavia queste provocazioni dove portano, in che direzione orientano la bussala dell’Arte e se Le facciano bene; seppur forse sarà questa l’Arte del Terzo Millennio>>.

Nugnes ha continuato poi domandando a Roberto Villa <<La provocazione può, deve avere un limite o va oltre qualsiasi cosa e tutto può dunque essere chiamato Arte?>>; e ha chiesto altresì al famoso fotografo chi sia per lui un/un’Artista. Questi ha risposto: “Il concetto di Arte, conseguentemente di Artista è molto equivoco perché tutto non è Arte. Ci sono molti che si dicono artisti, però abusando del termine. Se un ingegnere dichiara di essere tale la gente sa che lo è in quanto ha frequentato cinque anni di ingegneria all’università, mentre avere la qualifica di Artista appunto pare sia qualcosa di più complesso e difficile. E qui parliamo di linguistica, di semiologia, di linguaggio… Tutta l’arte che si fa oggi è arte moderna (se la si fa oggi è infatti attuale)… tuttavia di questi tempi molti spendono tanti soldi nel materiale, ma non hanno speso nulla nell’acquisire la cultura per evitare di essere citati come copiatori, come epigoni! È possibile citare in un proprio quadro il lavoro fatto da altri - e si dimostra così di essere un soggetto colto - ma quando, invece, non si cita si sta facendo soltanto una clonazione. Gli epigoni non fanno altro che copiare l’idea altrui. La diversità tra clonatori e Artisti è che i secondi citano il famoso e mettono nuove cose nel loro elaborato, mentre i primi copiano un lavoro, e basta, che non avrà alcuna risposta di mercato poiché non hanno saputo cosa vi hanno messo dentro e nessuno potrà leggerlo a causa dell’inesistente rapporto di comunicazione>>.

Villa ha dopo proseguito <<Circa poi il fatto che sia più facile leggere l’Arte del passato, credo che ciò sia vero solo in apparenza. Anche nel passato sono state fatte e dette tantissime aberrazioni. Ad esempio alcuni sostennero la maggiore preziosità dell’oro - dei mantelli della Madonna - rispetto al blu: questo è falso! era un meccanismo economico sostenere ciò, in quanto il blu costava di più perché bisognava procurarsi e tritare i lapislazzuli. Non è pertanto corretto citare l’oro quale elemento impreziosente e coloro che erano competenti ben lo sapevano. Ecco dunque come l’interpretazione non sia mai semplice – per non parlare della conoscenza di prospettiva e sezioni auree. C’era (e c’è) comunque chi, pur conoscendole, non le ha usate e rispettate intenzionalmente per provocare…>>.

Infine Villa ha concluso << (…) C’è da dire un’altra cosa: secoli fa l’Artista aveva sempre in mente il sociale e si rivolgeva al sociale; quando l’artista fa un quadro perché piace a lui, ma non sa a cosa serve si ha ben poco a che fare - in qualsiasi epoca - con l’Arte!>>. Intervenuto alla conferenza anche il direttore dell’Accademia di Belle Arti di Venezia, prof. Giuseppe La Bruna il quale si è soffermato sull’importanza della conoscenza delle tecniche di rappresentazione e dei materiali, oltre all’importanza di mettere in atto la testa e la propria cultura. Il docente ha dichiarato come, a suo avviso, le due componenti debbano formare un connubio per raggiungere degli obiettivi. La Bruna, inoltre interrogativamente ha riproposto il dilemma <<Chi è l’Artista? Chi realizza un’opera o chi ha l’idea? Io credo che Artista sia chi ci mette la testa e traspone successivamente l’idea… benché oggi questo modus operandi sia molto disatteso. Ciò che stimola visivamente, che crea un’emozione è poi probabilmente già Arte – non di meno comunque dovrebbero esserci degli addetti ai lavori che riconoscano una professionalità… sebbene l’essere Artista vada oltre. Resta il fatto che, per me, l’idea si deve confrontare con la materia. La materia deve essere scelta appropriatamente, deve essere il miglior materiale per far risaltare e perché renda opportunamente il pensiero, il concetto che si vuole trasmettere>>.

In chiusura, Salvo Nugnes ha sottolineato <<Io credo che la maggior parte degli Artisti che sono esposti qui oggi abbiano l’Arte dentro. Arte intesa come sensibilità, come vita, come proiezione si se stessi… perché oltre la famiglia, i figli, il lavoro c’è il proprio alter ego che si chiama appunto sensibilità ed è la parte più bella di sé, la parte che rende migliori>>.

 

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