Calcio - 20 ottobre 2018, 18:21

Calcio, Eccellenza. Ventimiglia nella tana della capolista. Mamone senza paura: "Cercheremo di portare a casa il massimo risultato"

Il difensore è pronto alla sfida sul campo dei genovesi: "Il mancato 0-3 a tavolino per il Finale? Assurdo"

Michele Mamone, difensore centrale del Ventimiglia

ECCELLENZA - 6^GIORNATA -

ASPETTANDO... RIVAROLESE-VENTIMIGLIA

Il Ventimiglia va a caccia della grande impresa sul campo della Rivarolese capolista, una delle sfide più complicate dell'intera stagione. I granata vengono da una serie importanti di risultati positivi e sono ancora imbattuti. Domani pomeriggio (ore 15.30) sarà un test probante per i ragazzi di mister Soncin e alla vigilia a rivierasport.it è il difensore centrale Michele Mamone ad analizzare la sfida:

"La Rivarolese è una squadra che è stata costruita per vincere il campionato, dove ha un ottimo potenziale in mezzo al campo e ancora di più davanti. Noi con il passare delle partite stiamo trovando sempre di più il nostro equilibrio quindi mi aspetto una partita molto difficile, ma noi cercheremo di portare a casa il massimo risultato. Con il mister in settimana abbiamo visto delle situazioni di gioco dove loro possono soffrire un po’ di più e dove cercheremo di metterle in atto, poi penso che domani può essere la giocata del singolo giocatore che potrà fare la differenza e magari cambiare la partita.

Il nostro inizio di campionato lo valuto in modo positivo, perché non è mai facile dopo tre anni cambiare modi e tempi di allenamento, ogni giorno conosciamo meglio il mister e il suo metodo di allenamento e lui conosce meglio noi che si deve rapportare con 23 persone diverse".

Il difensore del Ventimiglia analizza il "caso" Rivarolese-Finale: "Lo 0-3 a tavolino a favore del Finale non assegnato? Lo trovo assurdo, perché se c’è una regola che dice che si possono fare al massimo 5 cambi non trovo giusto che una squadra ne possa fare 6 al di là se il risultato era già stato acquisito perché nessuno può dire che il giocatore sostituito magari era così stanco o infortunato che avrebbe penalizzato la sua squadra".

Riccardo Aprosio