“A Ventimiglia, 9 km dalla frontiera francese, passano decine di migliaia di rifugiati ogni anno. Fuggono da guerre, da torture, da violenze. Tentano di varcare il confine per raggiungere familiari o conoscenti in Francia, Inghilterra e altri paesi europei, rischiando la vita durante il tragitto”.
Intervengono in questo modo i promotori della petizione su gofoundme.com per sostenere Delia Bonuomo, titolare del bar ‘Hobbit’ di Ventimiglia, che ha da 3 anni aiuta i migranti che passano dal suo locale. “La storia di Delia – evidenziano i promotori nella petizione - inizia 3 anni fa, quando invita a entrare e offre un pasto ad alcune donne e bambini seduti sul marciapiede di fronte al bar. Da allora, grazie al passaparola, il bar è diventato un punto di riferimento per tutti i rifugiati che transitano da Ventimiglia, oltre che per i volontari e le organizzazioni solidali”.
Delia, soprannominata ‘Mamma Africa’, ha aiutato migliaia di persone in transito, offrendo vestiti, un pasto caldo, un abbraccio e un luogo accogliente a chiunque ne avesse bisogno. Ha distribuito scarpe, aiutato a decifrare documenti, assistito nella ricerca di alloggio, offerto pasti gratuiti a donne, bambini e a chiunque non può permettersi di pagare. Al bar ‘Hobbit’ si possono caricare i cellulari e si può utilizzare il bagno (attrezzato di spazzolini, dentifricio, sapone, assorbenti e fasciatoio) senza l’obbligo della consumazione. I bambini hanno un angolo tutto loro, che Delia ha creato raccogliendo giocattoli usati. Il bar è spesso l’unico rifugio per i più vulnerabili, donne incinte, minori, vittime di tratta.
“La solidarietà di Delia – proseguono i promotori - l’ha resa invisa al vicinato e a una parte di popolazione di Ventimiglia, che ha messo al bando il Bar Hobbit, soprannominandolo il ‘bar dei neri’ e il ‘bar degli immigrati’. Insulti, aggressioni e atti vandalici fanno ormai parte della quotidianità di Delia. L’isolamento, la perdita della clientela e pressioni di vario genere hanno spinto il bar in una situazione economica sempre più grave. Delia non è più in grado di sostenere le spese ed è stata costretta suo malgrado a mettere il bar in vendita. Non permettiamo che scompaia uno dei pochi luoghi di umanità e solidarietà che resistono a Ventimiglia! Aiutaci a sostenere Delia e a continuare il suo progetto di solidarietà attiva: ogni donazione, anche piccola, ci aiuta a comprare cibo, acqua, bevande e a coprire le spese del bar”.