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Politica | 28 giugno 2018, 07:21

Taggia: 'acqua di compensazione' dell'Amaie in via San Francesco, ora c'è una diffida all'azienda da un utente

L’avvocato ha deciso di diffidare l’azienda matuziana che opera in buona parte del comprensorio, dopo aver letto la missiva inviata ai vari utenti che non hanno ancora trovato un accordo con l’azienda.

Taggia: 'acqua di compensazione' dell'Amaie in via San Francesco, ora c'è una diffida all'azienda da un utente

Arriva anche una diffida, dall’avvocato Giovanni Martini, che è un discendente tra i proprietari di appezzamenti di via San Francesco a Taggia, che nel 1953 stipulò insieme ad altri utenti della piana della zona, la convenzione che venne denominata ‘acqua di compensazione’, a seguito della sottensione delle originarie utenze da parte dell’Amaie.

L’avvocato ha deciso di diffidare l’azienda matuziana che opera in buona parte del comprensorio, dopo aver letto la missiva inviata ai vari utenti che non hanno ancora trovato un accordo con l’azienda. Martini è uno degli utenti in causa, discendendo dal nonno che stipulò insieme ad altri la confenzione, che venne ratificata da un Decreto del Ministero dei Lavori Pubblici nel 1960. Secondo quanto scrive Martini, l’Amaie non potrebbe “In nessun caso e per nessuna ragione che non sia contingibile ed urgente, interrompere la fornitura di un pubblico servizio, pena la violazione dell’articolo 340 del Codice Penale”.

L’avvocato Martini sostiene: “E’ vero che nulla è eterno, ma in uno Stato di diritto come è il nostro, per la tutela delle proprie ragioni ci si deve rivolgere ad un Giudice e solo lui potrà accertare se, nel caso di specie la nostra convenzione, deve o può essere risolta o modificata, soprattutto alla luce dei gravi danni subiti per l’insalinamento del subalveo, come accertato da una perizia dell’Università di Pavia del novembre del 1990, richiesta allora dal Comune di Taggia. Più volte, come legale di una delle parti in causa ed a titolo personale, ho chiesto un incontro e formulato delle proposte transattive come, da ultimo, con una pec del 24 luglio 2017, senza aver avuto mai la minima risposta dall’Amaie che preferisce, così parrebbe, minacciare l’illegittima interruzione della fornitura, per ottenere dai privati l’adesione alle condizioni da unilateralmente formulate dall’azienda”.

Dopo la riunione di martedì, invece, sembrava giunta ad una svolta l'annosa questione. L’incontro aveva visto gli utenti e la società matuziana, rappresentata dal direttore generale Angela Ferrari, alla presenza del sindaco Mario Conio e della vicesindaco Chiara Cerri. Alcune settimane fa, a fine maggio, Amaie aveva fatto recapitare diverse lettere alle utenze coinvolte, proponendo la regolamentazione della situazione attraverso stipula di regolare contratto da formalizzare entro il 10 giugno. In cambio, l’azienda si impegnava allo stacco ed alla posa del gruppo di misura, a rinunciare alle spese di contratto ed a tutto il pregresso che potrebbe essere addebitato a seguito del contenzioso. Difficile ovviamente quantificare la somma esatta non essendoci strumenti per la stima puntuale ma stando ad alcune indiscrezioni, si parlerebbe di una cifra indicativa che si potrebbe aggirare sui 40mila euro annui.

Il confronto avvenuto in municipio è stato giudicato positivo sia dall’amministrazione comunale che dalla stessa Amaie. La maggior parte dei residenti coinvolti avrebbe accolto la proposta della ditta, fatta eccezione per almeno 2 posizioni. Al termine dell'incontro la società idrica ha proposto come ultimo termine il 31 luglio per la regolamentazione delle posizioni aperte che vorranno accettare la proposta. Ora però c’è in piedi la diffida dell’avvocato Martini.

Carlo Alessi

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