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Attualità | 28 giugno 2018, 09:21

Casinò 'reali' ed on line: quanto è difficile rimanere a galla, si punta sulla qualità ma dal web la concorrenza è infinita

A Sanremo, ma anche nelle altre case da gioco italiane, si avviano strategie per ovviare a tutto ciò ma, purtroppo, i risultati non sono eclatanti. Ed è inutile puntare il dito verso i Casinò stranieri, in particolare quelli francesi e di Montecarlo, perché la situazione non è tanto diversa.

Casinò 'reali' ed on line: quanto è difficile rimanere a galla, si punta sulla qualità ma dal web la concorrenza è infinita

E’ un po’ il ‘segreto di pulcinella’, ma è ormai chiaro che i Casinò on line, insieme a quello che da molti viene considerato il ‘Gioco di Stato’ (le macchinette posizionate nelle tabaccherie, nei bar ed in ogni dove su tutto il territorio nazionale) stanno spodestando i Casinò tradizionali.

Se, da una parte sono in molti a gioire di tutto ciò, chi vive nelle 4 località che storicamente hanno offerto in Italia il gioco d’azzardo (Venezia, Campione d’Italia, Saint Vincent e ovviamente Sanremo), si guarda al futuro con grande preoccupazione. I casinò online, è innegabile, hanno molti vantaggi ed hanno surclassato i casinò tradizionali, che non riescono a superare la crisi e rischiano di fallire.

La debacle dei Casinò è partita con la crisi economica degli ultimi anni. Una crisi che, ad esempio, ha portato la casa da gioco di Sanremo dai circa 105 milioni di euro del 2005 ai 45 milioni di oggi. Ma alla crisi bisogna assolutamente abbinare la nascita di qualsiasi tipo di gioco che, abbinato alla tecnologia dirompente, ha garantito agli appassionati di ‘betting’ di poter puntare su tutto, in qualsiasi momento della giornata ed in qualsiasi modo.

I dati parlano chiaro: i casinò online continuano a navigare senza affanni nel loro business, mentre quelli tradizionali arrancano tra problemi di incassi e con il personale che, seppur ridotto all’osso rispetto agli anni d’oro, è un ‘costo’ che le case da gioco virtuali non hanno. Una volta c’era il ‘fascino del gioco’ legato allo sfarzo dei Casinò, ora ci si può trincerare dietro un nickname e puntare senza essere notati da nessuno.

E se, da una parte, non ci si può nascondere dietro a un dito negando che lo Stato ha creato un business partendo da quelle macchinette che regalavano i ‘boeri’ e che ora sono diventate delle slot a tutti gli effetti, dall’altra i 4 Casinò tradizionali possono anche recitare il ‘mea culpa’. Diversi anni fa, infatti, molte città avevano chiesto di poter aprire proprie case da gioco. Tra queste ricordiamo su tutte Taormina, ma furono proprio le direzioni di Venezia, Sanremo, Saint Vincent e Campione ad opporsi duramente, mantenendo quel monopolio sul gioco che, negli ultimi anni si è sciolto come neve al sole.

Ora, con gli incassi più che dimezzati è difficilissimo far fronte alla concorrenza globale della grande rete ed i costi per mantenere un certo lusso e offrire determinati servizi sono molto elevati. A Sanremo, ma anche nelle altre case da gioco italiane, si avviano strategie per ovviare a tutto ciò ma, purtroppo, i risultati non sono eclatanti. Ed è inutile puntare il dito verso i Casinò stranieri, in particolare quelli francesi e di Montecarlo, perché la situazione non è tanto diversa.

Forse il Principato, grazie al suo eterno fascino ha qualche ‘atout’ in più, ma per il resto la situazione è del tutto simile all’Italia. I Casinò tradizionali hanno tentato, appellandosi anche alle Leggi dello Stato, di fermare l’ascesa della concorrenza on line, ma senza riuscirvi, almeno per ora. Come recuperare terreno? Difficile, forse impossibile a dirsi. Sicuramente si dovranno ancora operare dei tagli (c’è chi dice ancora al personale tra il 20 ed il 30%) ma c’è anche chi cercherà di organizzare iniziative, tornei, bonus speciali, promozioni e benefit per i clienti che online non potranno mai avere.

Puntare sulla qualità: a Sanremo lo si afferma da tempo e l’attuale Cda sta lavorando proprio a questo, senza dimenticare la storia del Casinò con cultura e spettacoli che, ad esempio anche quest’estate faranno da importante contorno al gioco sul quale chiaramente sarà concentrata l’attenzione. Bisogna cercare di invertire la tendenza, pur rimanendo consapevoli che i fasti degli anni d’oro non torneranno più. Ma i primi mesi del 2018 non sono molto incoraggianti, anche se la casa da gioco matuziana è quella che ha perso di meno, con il 6,6% di segno negativo.

Sempre meglio degli altri con Campione d’Italia che è in ‘discesa libera’ con il 15,5% in meno di incassi dei primi mesi 2017, seguito da Saint Vincent con il 9,9% e Venezia con il 9,8%. E, mentre il Casinò di Campione d’Italia ha anche presentato un’istanza di fallimento alla Procura di Como, a Sanremo si continua a navigare a vista, senza però perdere la barra verso il futuro.

Carlo Alessi

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