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Attualità | 19 aprile 2018, 09:33

#NativiDigitali: cos’è e come funziona il Bitcoin? Un focus sulla moneta virtuale

Approfondimento sulla criptovaluta che tanto ha fatto parlare negli ultimi mesi

#NativiDigitali: cos’è e come funziona il Bitcoin? Un focus sulla moneta virtuale

Nuovo appuntamento con #NativiDigitali, la rubrica tech e web curata da Esedigital. Il trading di bitcoin ha trasformato molte persone in bitcoin billionaires. Per tentare di semplificare il concetto facciamo un esempio pratico pensando al cambio tra sterline ed euro: la logica dietro il valore di un bitcoin in euro è la stessa.  

 

Come funziona il Bitcoin, la criptovaluta del momento

Prima di tutto precisiamo che non si tratta proprio di una novità: i famigerati Bitcoin sono stati inventati quasi 10 anni fa, nel 2009 per l’esattezza, da un anonimo conosciuto al mondo con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto. Come abbiamo già accennato, il Bitcoin è una moneta irreale, intangibile, ma con la quale si possono fare acquisti reali.

Non esistendo banche e meccanismi di controllo è molto difficile stabilire il valore di un bitcoin. Si tratta, infatti, di un dato molto labile. Negli ultimi mesi il settore delle criptovalute ha registrato grandi movimenti al rialzo e al ribasso inclusa un’ascesa senza precedenti arrivata a sfiorare i 13.000 euro per unità. Per tentare di semplificare il concetto facciamo un esempio pratico pensando al cambio tra sterline ed euro: la logica dietro il valore di un bitcoin in euro è la stessa. Le valute hanno valore in relazione alle altre valute con cui vengono scambiate attraverso un tasso di cambio, componendo così il mercato dei cambi valutari grande e liquido al mondo: il Forex.

La creazione della crypto moneta è regolata da norme molto particolari che seguono il protocollo peer-to-peer (rete paritaria che regola le transazioni in rete).  Chiunque può coniarla ma è stato fissato un tetto di bitcoin massimo coniabile che ammonta ai 21 milioni.

Secondo i calcoli degli esperti questo traguardo dovrebbe essere raggiunto entro il 2140.  L’utilizzo dei Bitcoin è garantito dall’anonimato e ogni “pezzo” può essere usato una volta sola. I trasferimenti sono definiti come un cambio di proprietà della valuta, e vengono effettuati senza la necessità di un ente esterno che debba fare da supervisore tra le parti. Tale modalità di interscambio rende impossibile annullare la transazione e quindi riappropriarsi delle monete che hanno cambiato di proprietà. Il client Bitcoin trasmette la transazione ai suoi nodi più vicini, che ne verificano l'autenticità e la disponibilità dei fondi e la ritrasmettono a loro volta ai nodi a cui sono connessi.

La privacy è garantita dal fatto che è il possessore a decidere se rivelarsi o meno durante la transazione. Inoltre ogni moneta può avere un indirizzo diverso caratterizzato da 34 caratteri alfanumerici.

Come nasce il Bitcoin?

L’operazione di per sé si chiama “mining” e si può fare solo se si è in possesso di un hardware specializzato in estrazione di Bitcoin.

Nuovi Bitcoin vengono generati dal sistema per remunerare chi mette il proprio computer a disposizione per vidimare le transazioni. Maggiore è il tempo dedicato a questo lavoro, maggiore il guadagno. Con una espressione un po’ fuorviante, questa attività viene definita “mining”, cioè “attività di miniera”, perché è l’unica che permette di “estrarre” bitcoin nuovi.

Generalmente se si appartiene a una rete specializzata nella creazione di Bitcoin, si deve fornire a questa alcune risorse di calcolo del nostro computer. Il procedimento richiede, infatti, un’altissima potenza di calcolo. In questo modo si vanno a decriptare gli algoritmi alla base dei Bitcoin. Ovviamente è anche possibile comprarli scambiandoli con l’euro, in rete o in sportelli fisici (in Italia ne esistono una decina di cui uno a Sanremo).

Per molti la mancanza di tracciabilità dei Bitcoin è il più grande limite ma per i suoi estimatori è la più grande virtù. Da aprile 2016 ad oggi il loro valore è passato da poco meno di 400 euro a oltre novemila euro. Ovviamente dietro ci sono motivazioni politico finanziarie molto forti. Ad esempio se paesi come Cina e Russia iniziassero ad accettare i Bitcoin come alternativa al dollaro statunitense il valore di questa moneta virtuale schizzerebbe in alto. Una previsione non troppo utopica visto che la maggior parte degli scambi di Bitcoin avviene proprio in Cina. E anche la Brexit e l’incertezza sul futuro dell’Unione Europea sono scenari che aumentano il potenziale valore dei Bitcoin.

Inoltre molti investitori stanno abbandonando l’oro per puntare tutto sulla moneta virtuale tanto che in più occasioni ha già superato il valore dell’oro, subendo però successivamente, è indispensabile dirlo, un crollo importante.

Ci sono infine due problemi importantissimi legati alla sicurezza: I Bitcoin sono il corrispettivo esatto in formato digitale dei contanti. Un Bitcoin è fisicamente un file che possiamo conservare sul nostro hard disk. Se perdiamo l’hard disk perdiamo anche il Bitcoin. Questo ha due implicazioni: la prima è che il trasferimento di Bitcoin è totalmente anonimo. Pagare in Bitcoin è esattamente come pagare in contanti. Per questo viene utilizzato per le compravendite illegali. La seconda è l’alta possibilità di rapine: lo scorso 7 dicembre una piattaforma di scambio ha subito una rapina da 64 milioni di dollari.

E’ bastato cancellare i file dal server della piattaforma e spostarli su un altro hard disk e il gioco è fatto. Essendo pericoloso infatti tenere dei contanti in forma di file sul proprio computer (soggetto a rotture, formattazioni, virus e danneggiamenti vari) in genere le persone preferiscono lasciare i Bitcoin direttamente sulla piattaforma. E ovviamente i sistemi per tentare gli assalti alle piattaforme non sono tardati ad arrivare.

Problemi o meno, la criptovaluta continua a salire riuscendo ad arrivare proprio nelle scorse ore a quota 8400 dollari.

 

Andrea Ventura

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