- 02 ottobre 2017, 17:00

Le Vele che vorremmo e quelle che avremo

Regates Royales a Cannes

Avendo trascorso un weekend in Costa Azzurra con amici, proprio nei giorni in cui terminavano le Regates Royales a Cannes e cominciavano Les Voiles de Saint-Tropez nella località più famosa della riviera francese, non ho potuto esimermi dall’azzardare un paragone tra queste manifestazioni e le nostre Vele d’Epoca. L’evento imperiese, al pari di Cannes, è nel circuito internazionale delle imbarcazioni storiche promosso da Panerai (Panerai Classic Yachts Challenge), mentre le regate di Saint-Tropez includono scafi tradizionali, moderni e Wally.

Il punto su cui ogni futuro candidato sindaco di Imperia dovrebbe riflettere, è che la città ligure, che ospiterà nuovamente le Vele nel 2018, sulla carta non ha nulla da invidiare a Cannes e Saint-Tropez. Imperia non è il lusso, il jet-set, il turismo delle palanche, però vanta alcune peculiarità che pure i francesi ci invidiano e che consentirebbero di organizzare una rassegna quasi ineguagliabile, se solo ne avessimo le competenze.

Imperia dal mare è assai più fotogenica di Cannes; inoltre, solitamente, il nostro campo di regata offre ottimi venti ed è foriero di sfide molto combattute. Porto Maurizio può contare su banchine immense dove si potrebbe allestire un bellissimo villaggio delle vele, con palchi per concerti e spettacoli, negozi e stand di vario tipo, mostre, punti vendita di merchandising ufficiale.

A Cannes, molto più che a Saint-Tropez, si percepisce chiaramente la mancanza di spazi adeguati. La serata finale con la cena degli equipaggi e centinaia di persone invitate, è stata un esercizio di equilibrismo logistico, una specie di Tetris dei tavoli, una corsa all’incastro delle isole degli antipasti e dei primi piatti, senza dimenticare un cantuccio per il furgoncino del gelato artigianale. Tutto era compresso, ravvicinato, molto intimo, fin troppo, perché l’area dedicata all’evento è davvero piccola.

Imperia, paradossalmente, si trova nella situazione opposta: deve gestire un’abbondanza che non le compete, un porto enorme, fuori scala. Deve ancora comprendere come riempire i suoi empty spaces dietro il museo navale, arricchiti da quel tocco psichedelico di cementi armati incompiuti, sterpaglie transennate, intonaci scrostati. Accipicchia, abbiamo tutto questo spazio e quasi non sappiamo cosa farne. Le Vele d’Epoca 2016 erano state il riflesso di tale iniquità: Imperia potrebbe avere tutto, e invece deve accontentarsi di molto meno. Sarà anche un tema della prossima campagna elettorale?

Luca Re