La storia dell’Hotel Royal di Sanremo, una tra le più prestigiose case alberghiere matuziane, affonda le sue radici intorno alla metà del XIX secolo, quando Lorenzo Bertolini, un imprenditore valdostano che aveva acquisito una solida esperienza alberghiera a Torino, decise di aprire una locanda a Courmayeur per offrire un luogo di ristoro alla migliore aristocrazia europea e a una selezionata clientela turistica internazionale. Nel giro di pochi anni la piccola locanda, dove era solita trascorrere le vacanze estive anche la regina Margherita con la sua corte, ingrandì le camere, raddoppiò gli spazi e l’intera struttura venne dotata di moderni servizi all’avanguardia. La locanda si trasformò quindi, nel volgere di breve tempo, nel primo albergo Royal gestito da Bertolini, che proprio per la regina Margherita avrebbe fatto realizzare nel suo hotel il primo bagno della cittadina valdostana. L’impresario valligiano fu anche uno tra i primi a dotare tutte le camere del suo albergo di corrente elettrica. Ma Lorenzo Bertolini aveva nel sangue la vocazione dell’albergatore e aveva intuito fin da subito come l’industria alberghiera, collegata al nascente fenomeno del turismo d’élite, avrebbe rappresentato l’attività economica del prossimo futuro. Si accorse anche molto presto come buona parte della sua clientela, soprattutto torinese, preferisse trascorrere le vacanze invernali sulla Riviera ligure, e in particolare nella città di Sanremo, che stava diventando la meta prescelta dalla nobiltà di tutta Europa per il suo clima particolarmente mite e la vicinanza con i centri principali della Costa Azzurra, come Nizza e Cannes.
Pienamente consapevole delle enormi potenzialità che sarebbero potute derivare dalla Riviera di Ponente per l’ulteriore sviluppo della sua attività, Bertolini, validamente coadiuvato dalla moglie Giulia Gabioud, iniziò a pensare seriamente di fondare una propria struttura alberghiera a Sanremo, dove, alla fine, decise di acquistare alcuni terreni coltivati a uliveto prospicienti la passeggiata a mare da poco costruita. Lungo la via sarebbero state piantate pochi anni più tardi le prime palme donate alla città dall’imperatrice russa Maria Aleksandrovna, giunta in visita a Sanremo nel 1874, e alla quale la stessa passeggiata sarebbe stata intitolata. Nei primi anni Settanta dell’Ottocento venne quindi avviata la costruzione dell’Hotel Royal di Sanremo, su progetto, tra gli altri, dell’architetto piemontese Alessandro Cantù, che avrebbe anche firmato alcune tra le ville cittadine più significative della seconda metà del XIX secolo, come Villa Margotti, Villa San Martino e Villa Pia. Alessandro Cantù, prima di stabilirsi definitivamente a Sanremo nel 1855, aveva partecipato alle Cinque Giornate di Milano, combattuto durante la prima guerra d’indipendenza nel battaglione studentesco, difeso la Repubblica Romana con Garibaldi e conseguito il diploma di geometra a Genova. Nella nostra città avrebbe vissuto e lavorato fino alla morte come architetto, cartografo e insegnante, realizzando anche una cartina topografica cittadina, che fu pubblicata a Parigi nel 1874. Il nuovo albergo, dalla facciata antistante corso Imperatrice particolarmente ampia e maestosa con decorazioni in stile rococò, venne ufficialmente inaugurato nel 1872, a pochi mesi di distanza dal passaggio del primo treno lungo la nuova linea litoranea Genova-Ventimiglia, che avrebbe costituito uno straordinario volano per l’espansione del turismo matuziano e di tutta la Liguria occidentale. Tra l’altro, il nuovo albergo era situato in posizione dominante sulla zona di corso Imperatrice e con una magnifica vista sul mare, oltreché nelle immediate vicinanze della stazione ferroviaria, dove giungeva il maggior numero di turisti che arrivava in città.
Alla fine del XIX secolo la famiglia Bertolini possedeva già una serie di prestigiosi alberghi, oltre a quello di Sanremo, anche a Milano, Firenze, Napoli, Aosta e Courmayeur. Nel 1880 il Royal venne sottoposto ad un primo ampliamento su progetto dell’architetto Pio Soli, che avrebbe firmato qualche anno dopo i progetti di palazzo Bellevue e di alcune importanti residenze signorili matuziane, tra cui Villa Fiorentina, Villa Virginia e Villa Mi Sol. Nell’estate del 1906 l’architetto sanremese Carlo Gastaldi, autore, l’anno prima, della Casa Valdese, vi avrebbe aggiunto le strutture esterne e gli arredi per il giardino, quali gradinate, grotte, giochi di rocce e cancellate, tipiche delle costruzioni del tempo. Gastaldi progettò anche l’installazione di nuovi bagni per appartamenti separati e curò il rinnovamento della grande sala da pranzo, che venne ristrutturata con lussuose decorazioni. Ai primi del secolo scorso furono anche realizzati dodici posti per automobili, forniti di camere destinate ad ospitare gli chauffeurs in servizio presso l’albergo, tuttora esistenti con l’aggiunta di altre trenta camere, e dotati anche di un garage e un distributore di benzina. Nel primo dopoguerra l’opera di ingrandimento della struttura alberghiera fu proseguita con grande impegno e solerzia dal figlio di Lorenzo, Maurizio, e dalla moglie Marianna Perino. Durante il fascismo, in ottemperanza alle direttive del regime sulla toponomastica degli esercizi pubblici, l’hotel assunse provvisoriamente il nome ufficiale di “Albergo Reale”, mentre, il 1° luglio 1931, vi venne fondato il Rotary Club Sanremo, il ventiseiesimo in Italia. Sempre durante il periodo fascista, si ricorda pure il sontuoso banchetto organizzatovi nel 1926 dal conte e dalla contessa Tzeconitz, ungheresi, per molti anni clienti abituali dell’albergo, in onore del ministro degli Esteri tedesco Gustav Stresemann, che in quell’anno era stato insignito del Premio Nobel per la pace insieme al presidente del Consiglio francese Aristide Briand, per essere stato uno dei maggiori promotori del famoso “Patto di Locarno”, una delle tappe più significative nella costruzione della pace negli anni successivi alla prima guerra mondiale. Per l’importante appuntamento, il conte Tzeconitz avrebbe tra l’altro chiesto e ottenuto dalla direzione dell’albergo l’uso esclusivo del grande salone del ristorante, che fu magnificamente addobbato per l’occasione, e in cui vennero collocate tre grandi tavole imbandite: la prima per Stresemann e gli invitati più prestigiosi, la seconda per gli ospiti più anziani e la terza per i più giovani. Tra gli invitati più illustri della cena si segnalano il conte Carlo Antonelli d’Oulx, il poeta sanremese Renzo Laurano, le contesse Ruggeri Laderchi e il conte Nuñez del Castillo. La vita, all’interno del Royal, sarebbe stata peraltro sempre caratterizzata da feste e ricevimenti mondani di alta classe, cui partecipavano i più bei nomi dell’aristocrazia locale, nazionale e internazionale.
Completamente trasformato in seguito ai gravi danni causati dall’ultimo conflitto mondiale, l’albergo poté riaprire i battenti, col nuovo nome di Royal Hotel, tuttora in uso, il giorno di Natale del 1946, quando furono terminati i lavori di restauro della struttura per riparare l’edificio dai pesanti bombardamenti subiti durante la guerra. Dopo la morte di Maurizio la gestione dell’albergo era passata intanto ai suoi figli Mario, Luigi e Amilcare, che avrebbero proseguito l’opera di ristrutturazione dell’hotel. Di particolare rilievo per la fortuna del Royal è stata, fin dal primo dopoguerra, la figura di Mario Bertolini, nato a Sanremo il 26 novembre 1883 e dal temperamento particolarmente estroso e volitivo. Dopo aver studiato presso il Collegio Carlo Alberto di Moncalieri, dove avrebbe ottenuto il titolo di “Principe negli studi e nelle arti”, si iscrisse al Politecnico di Torino, dove si sarebbe laureato in Ingegneria industriale e meccanica nel 1909. Dopo aver soggiornato per breve tempo in Inghilterra, lavorò un anno a Parigi come operaio in una fabbrica di aeroplani, dove venne utilizzato anche come progettista. Rientrato successivamente in Italia, si interessò al settore delle costruzioni in cemento armato, che proprio allora venivano usate per la prima volta nel nostro paese, studiando quindi architettura sotto la guida di Gino Coppedè. Impiegato per alcuni mesi in uno dei primi stabilimenti elettrici sorti in Italia, allo scoppio della prima guerra mondiale, decise di partire volontario, combattendo al fronte come artigliere e osservatore sui palloni frenati.
Finita la guerra, lavorò per qualche tempo in una fabbrica di costruzioni ferroviarie, ma, ben presto, decise di rilevare l’attività paterna, assumendo direttamente la gestione della struttura alberghiera sanremese con la nomina a presidente e consigliere delegato dell’Albergo Reale S.p.A., nel 1921. Sotto la sua guida, il grande albergo di corso Imperatrice avrebbe conosciuto una stagione particolarmente felice, diventando in breve uno tra i principali punti di riferimento dell’intero comparto alberghiero del Ponente ligure e attirando una sempre più ampia clientela, soprattutto internazionale, che contribuì in modo determinante ad incrementare il prestigio di Sanremo nel mondo. Per i meriti da lui acquisiti in campo alberghiero e turistico, il Comune di Sanremo lo avrebbe nominato “Cittadino benemerito”, in occasione della festa patronale del 13 ottobre 1963. Mario Bertolini, che era stato anche uno dei fondatori del primo Rotary Club di Sanremo, istituito, come già ricordato, in una sala del Royal nel 1931, morì a Sanremo il 28 novembre 1971. Dopo la sua morte la gestione dell’albergo sarebbe passata ai suoi figli, tra cui in particolare l’ingegner Giulio, che ne avrebbe proseguito l’opera di potenziamento fino alla sua scomparsa nel dicembre 2008, quando il testimone sarebbe passato a un suo nipote, l’ingegner Edoardo Varese, che, insieme alla sorella e sette cugini di Giulio Bertolini, gestisce oggi l’hotel.
Nel febbraio 1947 era stato intanto inaugurato il ristorante “Fiori di Murano”, costituito da un grande salone decorato con fiori di vetro disegnati personalmente da Mario Bertolini e realizzati da un artigiano dell’isola veneziana. Nel giugno dell’anno successivo sarebbe stata invece portata a termine l’innovativa piscina d’acqua di mare, una delle primissime piscine d’albergo in Europa, progettata dall’architetto Gio Ponti e Mario Bertolini, tuttora celebre per il magnifico scenario circostante, immerso in un vasto giardino di dodicimila metri quadrati, ricco di esemplari di flora tropicale e subtropicale, tra i quali palme, cactus, cycas e acacie. L’albergo, che è stato menzionato persino in un romanzo del grande scrittore americano Francis Scott Fitzgerald, è attualmente membro della catena alberghiera The Leading Hotels of the World, la più grande organizzazione mondiale di hotel di lusso, della quale è stato socio fondatore e uno tra i primissimi affiliati. L’albergo dispone oggi di 126 tra camere e suite, sei sale congressi, la modernissima Royal Wellness, ristoranti, una piscina, un campo da tennis, un impianto di minigolf, una palestra, un servizio bar, il parco, uno dei più grandi della città, parcheggi coperti ed esterni, oltre a un panorama con vista sul mare assolutamente unica, mentre la cucina offre l’opportunità di gustare i migliori piatti della tradizione italiana e internazionale.
Particolarmente ricco è anche il patrimonio artistico dell’albergo, che conserva alcune pregevoli opere, tra cui l’affresco del pittore svizzero Martin Fernstern, dal titolo Mediterraneo, realizzato nel 1884 e riecheggiante la corrente simbolista di Arnold Böcklin. Il grande dipinto raffigura alcune divinità pagane affiancate da due medaglioni rococò, in cui sono effigiati dei putti che circondano i ritratti dei fondatori dell’albergo Lorenzo Bertolini e Giulia Gabioud. Tra le altre opere di valore situate all’interno dell’hotel si segnalano un artistico dipinto di scuola caravaggesca, dal titolo Giocatori; una natura morta del pittore di epoca barocca F. Gialdesi; un busto marmoreo intitolato Adolescenza, che rappresenta un notevole esempio di art nouveau; un quadro di scuola lombarda del Seicento, raffigurante San Giorgio; un busto bronzeo risalente al XIX secolo effigiante una matrona romana, denominato Portia; due statue bronzee degli scultori Daniel Depuis e Mathieu Moreau, mentre altre due statue raffiguranti Diana e Apollo, situate all’interno del parco, provengono dal giardino di Villa Nobel.
Tra gli ospiti e clienti illustri dell’albergo, che è tra l’altro, da sempre, la meta preferita di tutti i grandi big del Festival della Canzone italiana, si annoverano teste coronate, scienziati, scrittori, uomini politici, artisti, attori, cantanti ed esponenti del mondo della cultura e dello spettacolo. Tra i membri delle grandi case reali che hanno soggiornato presso il prestigioso albergo matuziano, si ricordano: re Faruk d’Egitto, l’imperatrice Elisabetta d’Austria, Hassan II del Marocco, il principe Bernardo d’Olanda, Gustavo V di Svezia, il principe Danilo del Montenegro, la principessa Cristina d’Olanda, il principe Ranieri III e la principessa Grace di Monaco, Umberto di Savoia e re Aman Ullah dell’Afghanistan. Tra i politici, i membri dell’aristocrazia, gli scienziati, gli scrittori, i compositori e gli esponenti della classe finanziaria internazionale meritano invece di essere ricordati: Raymond Poincaré, David Lloyd George, Giulio Andreotti, il barone von Thyssen, il barone Rothschild, Renato Dulbecco, Lawrence Klein, Eugenio Montale, Ferenc Molnár e Pietro Mascagni.
Molto numerosi sono stati anche gli attori, i cantanti e i personaggi dello spettacolo, italiani e stranieri, che hanno pernottato al Royal, tra i quali si possono citare: Alberto Sordi, Sophia Loren, Vittorio Gassman, Roger Moore, Ugo Tognazzi, Clark Gable, Luciano Pavarotti, Maria Callas, Barry White, Ella Fitzgerald, Elton John, Paul McCartney, Céline Dion, Pippo Baudo, Mike Bongiorno e Carla Fracci. Tra i clienti celebri dell’hotel si segnala anche un reduce dai campi di concentramento nazisti, l’uomo d’affari polacco Josef Rosensaft, che avrebbe soggiornato al Royal sia prima che dopo la guerra, al ritorno dalla sua terribile esperienza nei lager.
A più di centoquarant’anni dalla sua fondazione, il Royal Hotel fa ormai parte - a pieno titolo - della storia di Sanremo, con le cui vicende politiche, sociali e culturali ha condiviso la sua lunga avventura fino ai giorni nostri. Oggi, i diretti discendenti di Lorenzo Bertolini, in collaborazione con la direzione dell’hotel, tengono sempre alto il nome della casa alberghiera, proseguendo efficacemente una costante opera di rinnovamento della struttura, che, grazie alla sensibilità dei suoi proprietari, ormai da cinque generazioni, riesce ancora a non rompere l’incantesimo dei tempi della Belle époque.