Economia - 17 novembre 2016, 18:16

Che anno è stato per il carciofo di Perinaldo? Produzione giù del 15% ma è salita la qualità

E anche i giovani iniziano ad avvicinarsi alla terra: alcuni 30enni hanno iniziato la coltivazione e l’anno prossimo avranno il loro primo prodotto.

È uno dei presidi ‘Slow Food’ della nostra provincia, un fiore all’occhiello dell’agricoltura nostrana. Ma che annata è stata per il carciofo di Perinaldo?
Così come per le viti e gli uliveti, anche le coltivazioni di carciofi possono risentire delle diverse annate. Anche se, avendo bisogno di acqua ad aprile, difficilmente rischia di imbattersi in periodi di siccità, ma è comunque soggetto ad alti e bassi.

I frutti sono stati di meno – ci spiega Francesco Guglielmi, Sindaco di Perinaldo e storico produttore di carciofi – la produzione sarà quindi più bassa, ma di alta qualità. Abbiamo avuto carciofi teneri e che si prestano meglio alla trasformazione. Possiamo dire che c’è stato un calo del 15%, ma con qualità migliore”.

La vendita del prodotto segue soprattutto i canali dei presidi ‘Slow Food’, con la precedenza ai ristoranti che si appoggiano alle condotte. I carciofi vengono richiesti sia lavorati (sott’olio), che freschi. Ma per le spedizioni non si va oltre i 100 carciofi alla volta. Una vera rarità. E inevitabilmente qualcuno rimarrà senza. La quantità ridotta e l’alta qualità avranno un’influenza sul prezzo? “No – rassicura il Sindaco – il prezzo è rimasto uguale, anche perché i clienti sono affezionati da anni e non possiamo pensare di alzare i prezzi per un anno di produzione minore”.

Da Perinaldo arriva un’altra buona notizia, sempre in tema di carciofi. La coltivazione non è più una cosa ‘per vecchi’ (parafrasando un noto film), ma anche i giovani iniziano ad avvicinarsi alla terra. Nel paese, infatti, alcuni 30enni hanno iniziato la coltivazione e l’anno prossimo avranno il loro primo prodotto. Il futuro del carciofo di Perinaldo è anche nelle loro mani. 

Pietro Zampedroni