Ventimiglia Vallecrosia Bordighera - 06 novembre 2016, 06:30

La vera storia di Oscar Rafone: E intanto vivere (cap.37)

Pubblichiamo ogni domenica il libro di Enzo Iorio, suddiviso per capitoli, per offrire a tutti un momento culturale nella 'giornata on line

È passato un mese.

La struttura è diventata la mia casa. So che non è una sistemazione definitiva ma adesso qui conosco tutti e mi trovo bene. Però so che prima o poi dovrò andarmene da un'altra parte, forse in una casa famiglia o in affido. Qui a villa Raffaela, con una sola L perché così si chiamava la signora che l'ha lasciata al Comune, siamo 15 ragazzi, tutti maschi. Io sono uno dei più piccoli, a parte due gemelli di 9 anni. Comunque siamo tutti minori. Ogni tanto parliamo tra di noi e ho capito che la mia storia non è peggiore di altre, anzi. Il mio compagno di stanza, un afghano di 15 anni che è arrivato clandestinamente in Italia un anno fa mi ha raccontato di aver visto decapitare i suoi genitori e suo fratello maggiore. Lui è ancora vivo solo perché è riuscito a fingersi morto talmente bene che è stato abbandonato in una fossa comune. Ci ha messo 651 giorni per arrivare in italia. E ancora non sa se fermarsi qui o continuare a scappare. Una notte, mentre parlavamo al buio, ognuno nel suo letto, con le mani intrecciate sotto la testa e gli occhi a guardare le stelle oltre il soffitto, mi ha chiesto:

— Tu cosa faresti?

— Intanto vivere, — gli ho risposto e siccome lui non capiva gli ho ripetuto quello che mi diceva Zamina, o quello che ricordavo, più o meno.

Zamina. Adesso sarà in Spagna, con la sua famiglia. Una volta mi aveva raccontato che dovevano incontrarsi con dei parenti ad Arles, in Francia, e che poi insieme a loro avrebbero proseguito per Alicante, in Spagna, dove avevano una riunione con altri clan e dove oltre a dei cugini che non aveva mai visto prima, forse avrebbe conosciuto il suo futuro marito. Non la rivedrò mai più.

Enzo Iorio