- 04 novembre 2016, 17:00

La gatta sulla lista che scotta

Sanremo rischia di avere una nuova categoria di furbetti. Dagli impiegati pubblici assenteisti ai medici compiacenti, che visitano gli amici prima di tutti gli altri. Dai furbetti del cartellino a quelli del listino, grazie all’indagine della Guardia di Finanza “Stai senza pensieri” sull’Asl 1 imperiese, che riguarda in particolare l’ospedale matuziano e la direzione sanitaria di Bussana.

Come ogni inchiesta che si rispetti, anche qui c’è un caso emblematico di grottesca realtà. Qualche mese fa tutti a parlare del vigile in mutande, adesso della gatta caduta dal quinto piano, portata in fretta al pronto soccorso da una spaventata proprietaria.

Tra gli indagati ci sono medici e dipendenti accusati a vario titolo: secondo le ipotesi investigative, avrebbero creato un centro prenotazioni parallelo per gestire in modo clientelare le visite. Il sistema avrebbe favorito le richieste dei pazienti amici, permettendo loro di saltare posizioni nelle liste d’attesa ufficiali e così ottenere in anticipo determinati esami. Cancella di qua, modifica di là, inserisci Tizio, retrocedi Sempronio, il gioco era fatto.

Sarà la magistratura a chiarire la vicenda, intanto possiamo avanzare qualche commento. Che cosa servirebbe alla sanità ligure per stare davvero “senza pensieri”? Per diventare più efficiente e garantire prestazioni mediche in tempi ragionevoli? È facile prendersela con la giunta regionale precedente, come ha fatto l’assessore competente, Sonia Viale. Più difficile organizzare un servizio migliore e più vicino alle esigenze dei cittadini.

Nelle pieghe oscure dell’inefficienza, è evidente, clientelismo e illegalità possono trovare molto terreno fertile. La tanto sbandierata “informatizzazione” potrebbe alleviare il problema, a patto però che sia accompagnata dalla formazione del personale e da un servizio recall. Bisogna richiamare ogni paziente per confermare la data della visita, altrimenti la possibilità di ritrovarsi con qualche buco è assai concreta.

Un altro punto critico è la razionalizzazione delle visite: in sintesi, occorre evitare le troppe richieste di esami inutili o inappropriati. Ma la questione essenziale è che serve trasparenza non solo nelle procedure, ma anche nelle intenzioni.

La domanda è se lo Stato, la Regione, intenda potenziare il Servizio sanitario nazionale, piuttosto che dirottare sempre più pazienti verso il privato. Perché se la risposta è “più sanità pubblica”, allora a tale affermazione dovrebbero seguire i fatti, cioè le assunzioni di medici e infermieri. Non si può vivere solo di tagli e pur doverose e imprescindibili riorganizzazioni.

Luca Re