Si è soliti vedere la conclusione di opere pubbliche nei tempi previsti dai cronoprogrammi ma spesso anche con tempistiche molto più dilatate a causa di accumuli di ritardi che possono capitare per i più disparati imprevisti. A queste situazioni ci si è fatta l’abitudine, un po’ meno nei casi in cui invece i lavori terminano con largo anticipo, e a fronte di questi non può mancare uno stupore diffuso.
Uno di tali casi sembra essere quello che interessa la realizzazione del tratto di pista ciclabile del Comune di Camporosso che riprende la pista da ‘Bigauda’ e raggiunge la centrale elettrica per poi andare a collegarsi con la parte di ciclabile già ultimata, che si snoda sul territorio del Comune di Dolceacqua, inaugurata l’ottobre scorso alla presenza del Principe di Monaco. Salvo imprevisti infatti l’opera di 2,5 km (7 km in tutto) potrebbe concludersi a maggio dell’anno prossimo in anticipo di diversi mesi rispetto quanto previsto.
L’intervento dal costo complessivo iniziale di 920 mila euro, poi aumentato a 960 mila di concerto con il contributo regionale, favorirà la nascita di un importante ‘corridoio della valle’ che si andrà, in un prossimo futuro ad intersecare con la pista ciclopedonale a mare dove tassello principe è la passerella del Nervia, un’imponente opera per diversi milioni di euro che dovrebbe partire a settembre ora che sono stati aggiudicati già tutti gli ambiti di intervento.
“Si tratta di un’infrastruttura importantissima – ha espresso un commento sulla pista ciclopedonale in fase di realizzazione il Sindaco Davide Gibelli – l’obiettivo è collegare l’entroterra con il mare ma il fatto che il percorso corra vicino a punti di interesse pubblico come campo sportivo, scuole, Palabigauda è un valore aggiunto. La caratteristica che contraddistingue questa pista è che si trova in sede propria mentre il più delle volte opere di questo tipo sono promiscue ospitando anche il traffico veicolare. Su questa rete, risorsa per i cittadini, mi auguro si possa sviluppare anche una certa forza turistica migliorando e presidiando un territorio in larga parte abbandonato”.


























