/ Ventimiglia Vallecrosia...

Ventimiglia Vallecrosia Bordighera | 23 maggio 2016, 17:00

Nel 2200 coste liguri sott'acqua. Fantasia o realtà?

Dalla meteorologia difensiva alla climatologia: ecco cosa è lecito aspettarsi nei prossimi decenni.

Nel 2200 coste liguri sott'acqua. Fantasia o realtà?

Che tempo che farà, chi lo sa, ma è meglio essere prudenti. È il principio della meteorologia difensiva, che predice la pioggia sovrabbondante, ma talvolta si ritrova solo con qualche nuvoletta o poco più. È già successo e succederà ancora. Ricordate la polemica invernale sulle errate valutazioni espresse dal guru del meteo, Achille Pennellatore? A febbraio, fidandosi delle carte, annunciò “previsioni spaventose” che però non avvennero, mandando su tutte le furie gli albergatori per il mancato arrivo dei turisti nel weekend. Questa meteorologia difensiva è strettamente legata alla frequenza con cui sono diramate le allerte nei loro diversi colori (giallo, arancione, rosso). Alluvioni, bombe d’acqua, frane, ondate di calore, siccità, sbalzi termici, ecco le reazioni sempre più violente e preoccupanti del clima impazzito.

Ho scritto clima non a caso. La meteorologia cerca di mostrare se domani ci sarà il sole o il fulmine, mentre la climatologia cerca di capire quale sarà la probabile evoluzione delle precipitazioni nei decenni a venire. Proprio in questi giorni è stato lanciato un nuovo allarme catastrofista: secondo alcuni ricercatori dell’organizzazione americana Climate Control, tra 200 anni il livello del mare potrà essersi alzato di circa nove metri, sommergendo molte città costiere, comprese quelle italiane. L’apocalisse colpirà anche la nostra provincia: Imperia, Sanremo e le altre località del ponente ligure andranno in parte sott’acqua. Non è la prima volta che sentiamo annunci in stile 2012. È tutto sensazionalismo o c’è del vero? La climatologia va presa con le dovute cautele, come avvertono gli stessi studiosi. Abbiamo una certezza (il surriscaldamento terrestre), una quasi-certezza (tale surriscaldamento è provocato dalle attività umane, in particolare l’utilizzo di combustibili fossili e il conseguente aumento della concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera). Poi abbiamo una serie di variabili: ad esempio, quanto riusciremo a tagliare le emissioni inquinanti e quanto cresceranno le fonti rinnovabili di energia.

Si spiega così l’incertezza entro cui sono costretti a muoversi gli scienziati. L’assunto “politico” della Conferenza di Parigi è che bisogna fermare il global warming entro i due gradi centigradi rispetto all’epoca preindustriale. I modelli climatici evidenziano che i mari si stanno alzando, i ghiacci sciogliendo e che il ciclo idrologico è diventato più “estremo” (i fenomeni atmosferici sono meno frequenti ma molto più intensi e quindi potenzialmente distruttivi). L’anno scorso ebbi l’occasione di parlare con Filippo Giorgi, fisico e climatologo presso l’International centre for theoretical physics di Trieste. Al termine della chiacchierata, mi disse che il problema principale è l’accettabilità sociale del rischio: posto che il cambiamento climatico è già in atto e che presumibilmente peggiorerà, il conto finale che dovremo pagare si misurerà in termini di calamità naturali, e dipenderà dalle politiche ambientali che saremo riusciti a mettere in pratica.

Luca Re

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A NOVEMBRE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium