- 02 maggio 2016, 17:00

Rari retrocedentes

Come perdere per imparare (forse) a rivincere.

Una fase della finalissima scudetto tra Rari Nantes e Plebiscito Padova (17 maggio 2015 a Imperia).

Imperia che smarrisce talenti e fatica a trovarne di nuovi. Nello sport, è vero, bisogna sostenere la propria squadra sia quando vince sia quando perde. Altrimenti si fa il tifo part-time (che è come salire sul carro del vincitore in politica). Va detto, però, che la pallanuoto femminile è uno di quegli sport di cui l’italiano medio si ricorda solo alle Olimpiadi, a patto che ci sia una formazione abbastanza competitiva da far sognare una medaglia. Allora perfino il calciofilo più accanito accende la tv e comincia a incitare le ragazze del Setterosa. La Rari Nantes quelle ragazze le aveva, le due Giulie superstar, Emmolo & Gorlero, una segnava e l’altra parava. Che si fa, ora che la squadra è retrocessa con due giornate d’anticipo in serie A2, penultima in classifica con sei punti?

Imperia ha avuto un gruppo così tenace, solido e ben allenato da vincere due coppe Len (il secondo trofeo internazionale per club più importante) e uno scudetto, perdendo poi la finale da campione in carica lo scorso maggio con il Plebiscito Padova. Erano anni talmente belli e intensi che alla fine un po’ tutti si sono appassionati un pochino alla pallanuoto. Anch’io, tifoso part-time delle giocatrici italiane solo nelle vetrine olimpiche, sono andato almeno una volta alla piscina Cascione per vivere l’emozione di una partita “vera”. Poi le zuffe interne alla società hanno sfasciato tutto nel giro di qualche settimana. Ciao ciao Giulie, emigrate verso altre vasche, addio Marco Capanna, allenatore delle meraviglie, tanti saluti a molte ragazze. È inutile nascondersi dietro un pallone: all’italiano medio, e dunque all’imperiese medio, la pallanuoto può interessare solo se è vincente. Se nello spazio-tempo di una partita riesce a fargli credere che perfino la sua città in caduta libera è capace di giocare a un livello superiore, addirittura mondiale.

Come prevedibile, i commenti dopo la disfatta si sono polarizzati. Secondo l’ex sindaco e assessore allo sport, Paolo Strescino, «questa retrocessione è parte di un disegno scientificamente voluto dall’attuale dirigenza». La dirigenza, invece, sostiene che la Rari Nantes «ha subito una doppia trasformazione: da una parte ha perso, ritornando in serie A2, mentre dall’altra ha vinto». Il problema è che la pallanuoto è diventata la fotocopia di una città che non sa/vuole/riesce a programmare più un accidente. Imperia post-industriale ma non turistica e quindi senza sponsor, priva di progetti e idee. Ecco perché le “nostre” Giulie l’estate scorsa fecero le valigie. A luglio ci sono le Olimpiadi: provare ad affrontarle rimanendo in una squadra demotivata e squattrinata non era proprio il massimo della vita.

Parentesi finale: un applauso comunque a Mercy Stieber, che accettando di allenare la Rari Nantes ha accettato anche una scommessa ad alto rischio. E un applauso alle giovani pallanuotiste. Finito un ciclo, c’è tutto il tempo per aprirne uno nuovo.

Luca Re