Attualità - 19 marzo 2016, 09:48

Imperia: una poesia dedicata all'Agnesi per la festa del papà. La scrive un sedicenne del Classico

"Questa - scrive il giovane - non si limita ad essere una semplice poesia dedicata ad un padre, c’è ben molto di più. La stragrande maggioranza dei lavoratori Agnesi sono padri, e questa è indirizzata non solo al mio di padre, ma anche a tutti loro"

Una poesia per l'Agnesi in occasione della festa del papà. L'ha scritta Leonardo Fasciana, 16, studente del liceo Classico di Imperia e figlio di un dipendente del pastificio a rischio chiusura entro il 2016.

"Questa - scrive il giovane - non si limita ad essere una semplice poesia dedicata ad un padre, c’è ben molto di più. La stragrande maggioranza dei lavoratori Agnesi sono padri, e questa è indirizzata non solo al mio di padre, ma anche a tutti loro; vorrei che questa desse loro la forza per tenere duro, per lottare, per continuare ad andare avanti con un tifo a forma di versi e strofe".

AGNESI CERERE

 

Futurista,

scendi dal piedistallo:

non sai davvero nulla della pasta,

velocità, guerra, elettricità e metallo.

 

La pasta è fierezza.

La pasta è orgoglio.

La pasta è squisitezza.

La pasta è germoglio.

La pasta è pace.

La pasta è loquace.

Togliere la forchetta

è come strappare il palato all'italiano,

l'italiano all'italiano,

la provocazione più maledetta; 

l'italico non lo scinderai mai

dal suo vino o dal suo grano,

mai,

piuttosto ti insulteranno.

Anzi, il potere del meccanismo,

l'ingranaggio che ostenti tanto

ha spalancato dell'agricoltura il cosmo,

raffinando il grano sacro santo; 

Ora Mercurio lo scarica dall'autotreno

nei silos del tempio di Cerere,

Ora dimmi se hai coraggio di tirare il freno

ad una cosa del genere;

Ora Porturno ospita il veliero

tra queste storiche braccia,

e che di pace e gamberi sulla focaccia

si sazi la polena che incontrò i remoti Scizi, fiera.

 

Fiera non getterà mai l'àncora,

ma ridenti messi da terre lontane

offrirà a Cerere in corone e collane

di bionde spighe; ancora.

Anzi, sali con me sul pennone robusto

e soffiamo venti imponenti,

perché la Scizia assaggi il gusto

di pasta e pesto succolenti.

 

Sulla rotta del ritorno mesceremo

farina di ceci, olio e cipollotto;

a volontà svisceremo acciughe ghiotte

e alla grande macina d'Italia brinderemo!

Francesco Li Noce