- 05 ottobre 2015, 17:00

I climatologi e gli inondati

Le tempeste del surriscaldamento globale, anche in Costa Azzurra.

Stavolta non è il Bisagno a Genova a fare notizia, o qualche altro torrente ligure esondato con nefaste conseguenze. Perché temporali di violenza inaudita hanno devastato la Costa Azzurra? Bombe d’acqua, inondazioni, diciannove morti, migliaia di abitazioni rimaste al buio. Trasporti in tilt, automobili spazzate e sommerse, treni bloccati, stadi evacuati. Tra Nizza e Antibes s’è scatenata una tempesta brutale, che non si era mai vista finora nel dipartimento delle Alpi Marittime: Météo France ha rilevato 174 millimetri di precipitazioni totali in sole due ore a Cannes, dalle 20 alle 22 di sabato tre ottobre.

La perturbazione, avvicinandosi alle montagne, ha incontrato un forte vento (il “jet” come spiega una nota del servizio meteorologico transalpino) negli strati bassi dell’atmosfera. Il fronte temporalesco ha quindi rallentato il suo passaggio, caricandosi d’aria più calda e umida. Secondo il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, non si può stabilire un legame diretto tra i cambiamenti climatici e un evento meteorologico così circoscritto a livello locale. Tuttavia, ha aggiunto il ministro, si può affermare che i fenomeni di questo genere stiano diventando sempre più violenti. Fabius non ha fatto altro che ritrasmettere ai microfoni radiotelevisivi l’allarme lanciato diverse volte dai climatologi (chi cerca di prevedere l’evoluzione del clima nei prossimi decenni). Uno dei principali effetti del surriscaldamento globale, che a sua volta è causato molto probabilmente dalle emissioni antropiche di gas-serra, è l’intensificazione del ciclo idrologico. Significa, per esempio, che piove con minore frequenza ma maggiore intensità. Quindi ci saranno più alluvioni, e più ondate di calore e siccità all’estremo opposto. D’altronde, il bacino del Mediterraneo è un osservato speciale nell’ambito dei modelli climatici. Questi ultimi, va ricordato, sono aleatori; lo studio delle precipitazioni, evidenzia Météo France, è una delle maggiori sfide in questo campo. Due tendenze però sono già emerse con una ragionevole chiarezza: una diminuzione delle precipitazioni medie (con parallelo aumento dell’evaporazione) ed episodi climatici progressivamente più forti e distruttivi.

Se le simulazioni dei climatologi su scala regionale restano incerte, soprattutto per la prima metà del XXI secolo, ciò non autorizza ad essere troppo ottimisti. Sarà proprio la Francia a ospitare, a Parigi tra un paio di mesi, la ventunesima conferenza Onu sul “global warming”, il surriscaldamento terrestre. Sarà un punto di svolta nell’agenda politica internazionale, che indirizzerà i Governi verso un’economia a minore intensità di carbonio? Le varie Nazioni saranno capaci di stringere accordi vincolanti per ridurre l’inquinamento? Domande che corrono veloci, anche nella temperata e soleggiata Costa Azzurra.

Luca Re