Attualità - 27 giugno 2015, 07:11

Riva Ligure: dal 5 luglio inizieranno gli scavi archeologici nell'area del Capo Don, a cura del direttore scientifico Prof. Philippe Pergola.

La Statio è stata datata tra il I e il 4 secolo d.C. mentre la grande basilica venne costruita all'inizio del 6 secolo

Dal 5 al 31 luglio inizieranno, per il quinto anno, gli scavi nell'area archeologica del Capo Don di Riva Ligure. Il sito è archeologicamente significativo in quanto custodisce i resti della Chiesa Cristiana più antica del ponente ligure, tanto da essere, secondo l’ipotesi del Prof. Pergola, al tempo, il fulcro della diocesi di Albenga, da cui partì la conversione verso la città di Ventimiglia.

I resti della basilica furono scoperti nel 1800 quando venne sistemata la Via Aurelia e sebbene ciò riportò in vita questi tesori, dall'altra parte ne distrusse una parte, ormai irrecuperabile, spezzando la chiesa in due zone.

Ma non è tutto. Dai recenti ritrovamenti, si è scoperto che nei pressi della Chiesa ci fosse una grande villa romana, che ebbe probabilmente funzione di “Statio” (probabilmente la località antica nota come Costa Balenae), vale a dire una locanda pubblica, dove si svolgevano attività agricole e si offriva riparo per la notte. Con molte probabilità la Statio sorgeva vicino al Capo Don per la vicinanza al porto canale ipotizzato alla foce dell’Argentina. La Statio è stata datata tra il I e il IV secolo d.C. mentre la grande basilica venne costruita all'inizio del VI secolo. La struttura cristiana è di per se grandiosa in quanto si presume misurasse 30 metri di lunghezza, contro i 10 di molte chiese rurali dell’epoca, come in diversi casi del vicino Piemonte, ad esempio. Erano presenti un battistero ed un grande cimitero, si presume quindi che la struttura fosse al centro della comunità locale.

I primi scavi furono iniziati da un nome illustre dell'archeologia ligure, Nino Lamboglia, per poi essere proseguiti negli anni dai funzionari della Soprintendenza Archeologia della Liguria Dott.ri Gian Piero Martino, Alessandra Frondoni, Luigi Gambaro e Aurora Cagnana. Oggi il direttore dello scavo è il Professor Philippe Pergola, che ebbe già la responsabilità scientifica di campagne nel 1987 e tra il 2009 e il 2011. Dal 2014 è in opera uno scavo in concessione al Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana di Roma da parte del Ministero per i Beni Culturali. La direzione del cantiere è assicurata dal dott. Alessandro Garrisi.

Il Prof. Pergola è Professore Ordinario di topografia cristiana e Decano del Pontifico Istituto di Archeologia Cristiana di Roma e Directeur de Recherche nel C.N.R.S. (Université d’Aix-Marseille), e, tiene a precisare, allievo di Nino Lamboglia ed ex Direttore dell’Istituto di Studi Liguri.

“Il Sito del Capo Don è esemplare sotto molti punti di vista. Il comune di Riva Ligure partecipa materialmente e supporta l'equipe archeologica, ospitandola nelle scuole elementari. Avvicinare i bambini all'archeologia è interessante e coinvolgente ed è per questo che abbiamo organizzato giornate anche dedicate a loro. Gli scavi sono finanziati, oltre al contributo del Comune di Riva Ligure, dalla Fondazione Nino Lamboglia, presieduta dal Prof. Pergola, nata con lo scopo di supportare scavi archeologici, corsi di formazione di archeologia cristiana e aiutare le nuove generazioni del archeologi, in particolare quelli che si dedicano alle archeologie post classiche”.

Lo staff retribuito che opererà sul sito archeologico del sito Don è altamente qualificato e professionale. Hanno la precedenza gli stagiaires studenti e dottorandi in archeologia (provenienti, oltre al Pontifico Istituto di Archeologia Cristiana, da una decina di università, italiane e francesi), ma accoglie anche sistematicamente appassionati della materia, che possono collaborare con gli archeologi scavando e con un’iniziazione a tutte le realtà legate alle indagini in corso.

Un sito altrettanto importante è quello del Campomarzio di Taggia, villaggio fortificato di età bizantina, dove l’équipe del Prof. Pergola spera di poter presto riprendere indagini iniziate nel 2008 in collaborazione con il Comune di Taggia, la Soprintendenza Archeologia e l’Università degli Studi di Genova. Il sito rappresentava nel VI secolo il primo avamposto militare legato a Costantinopoli nel Mediterraneo nordoccidentale.

"Con lo scavo di Riva Ligure, il Ponente, insieme alle indagini in corso attualmente ai Balzi Rossi, da parte delle Università di Torino e di Montréal, ritrova, per una stagione, lo spirito aperto che fu di Nino Lamboglia, quello dell’internazionalità e della formazione, venuti a mancare negli ultimi venti anni. Lo scavo di Riva Ligure rientra nelle iniziative sul campo riconosciute nell’ambito della convenzione per l’archeologia transfrontaliera tra i Ministeri dei beni Culturali italiano e francese, firmato a Nizza nel 2007, la quale, dopo uno stallo, è in corso di rielaborazione, fidando nel forte dinamismo legato alla nomina del nuovo Soprintendente Archeologia della Liguria, Dott. Vincenzo Tiné, senza il quale" precisa il Prof. Pergola "la campagna di scavo di Riva di questo anno sarebbe stata compromessa, per via delle nuove rigidità burocratiche legate agli scavi in regime di concessione in Italia".

Stefania Orengo