- 25 maggio 2015, 17:00

Imperia a perdifiato

Idee in corsa per un turismo sportivo.

C’è da perdere il fiato correndo su e giù per strade e mulattiere dell’entroterra, e anche sui rettilinei di moli e banchine. Dai sentieri tra gli ulivi al sole accecante in riva al mare, questa è stata l’Imperia a tappe edizione 2015, la corsa podistica organizzata dal Club Marathon che in tre giorni riesce sempre a frullarti le gambe, farti divertire un sacco e apprezzare le bellezze troppo nascoste che il territorio sa offrire. Oltre alla pura fatica, perfino quella super accentuata di una gara, c’è ogni volta un pertugio riservato alla contemplazione di un paesaggio, alla scoperta di un nuovo percorso.

Imperia a tappe è pure un utilissimo esercizio aerobico per capire se e come può funzionare da noi il binomio sport-turismo. Ebbene gli ingredienti ci sono tutti: i borghi storici, gli itinerari nella natura, le montagne con vista sul Mediterraneo e su certe vette ancora imbiancate a maggio inoltrato. Otto chilometri di saliscendi nel verde con partenza e arrivo nei carruggi di Borgomaro. La tappa da Pantasina a Lucinasco, quella che nessuno vuole cambiare, perché c’è un pizzico di sapore d’impresa nell’arrancare (o sfrecciare, per chi ce la fa) sulle rampe verso il monte Acquarone, per poi lanciarsi nella discesa. Poi quei dieci chilometri conclusivi a Imperia, tutti in piano quando però i quadricipiti sfilacciati hanno già dato forfait.

Insomma è una corsa bellissima, esattamente come i panorami che regala ogni anno. Il podismo può essere davvero una buona fonte di reddito turistico, perché il “popolo” dei corridori è vastissimo, come testimonia la proliferazione di eventi in tutta Italia. E con i corridori si spostano sovente le famiglie: un motivo in più per far conoscere le nostre attrattive. La sfida maggiore, probabilmente, è “fare sistema” secondo un’espressione bruttina e un po’ abusata che però rende l’idea. Coordinare gli sforzi, far fruttare il capitale comune. Generare alleanze anche in chiave straniera (come la novembrina Olioliva Run gemellata con la corsa natalizia di Montecarlo). Abbiamo la mitica ascesa al monte Faudo, la pista ciclabile, e giri fantastici da percorrere a piedi, correndo, in mountain bike.

Eppure non c’è una guida con la descrizione dei tracciati: Imperia a tappe da sola potrebbe riempire varie pagine con gli anelli aperti in undici anni tra Dolcedo, Cervo, Diano Castello e Borgomaro. Se fossi un sindaco di qualche comune interessato, o gestore di albergo o agriturismo o bed & breakfast, ci farei un pensierino. Tutte queste manifestazioni agonistiche - e il loro patrimonio di percorsi - andrebbero realmente sfruttate per elaborare un marketing di turismo sportivo. Non è quello che un mucchio di amministratori sostiene di voler fare? Dai, correte a perdifiato anche voi.

Luca Re