Attualità - 30 dicembre 2014, 07:25

Compiuto il passo definitivo per la privatizzazione dei comitati locali della Croce Rossa: ecco cosa cambia

Una privatizzazione, quella riguardante i comitati locali, di fatto attiva già dal gennaio 2014, ma che ha avuto l'ufficialità la scorsa settimana.

Il 23 dicembre a Genova è stato compiuto un ulteriore passo, quello definitivo, sulla privatizzazione dei comitati locali della Croce Rossa ligure. Ogni comitato ha infatti sottoscritto, in presenza di un notaio, il proprio statuto.

Una privatizzazione, quella riguardante i comitati locali, di fatto attiva già dal gennaio 2014, ma che ha avuto l'ufficialità la scorsa settimana. La novità riguarda il profilo amministrativo e patrimoniale dei comitati. A livello nazionale, infatti la Croce Rossa resta un unico ente pubblico, la cui privatizzazione è stata prorogata di due anni, nelle scorse ore, ma le associazioni locali hanno autonomia nei bilanci e negli acquisti con relativa partita iva e codice fiscale.

Nel dettaglio, le varie croci rosse locali non sono più un ente pubblico, ma un'associazione di promozione sociale. La differenza sta nel mancato obbligo di rispettare la normativa della pubblica amministrazione in materia di acquisti. I referenti non sono cioè più obbligati, per una certa tipologia di acquisti, a ricorrere a gare a evidenza pubblica, ma possono scegliere autonomamente dove e come effettuare le spese.

A cambiare è anche il rapporto con il personale. In alcuni comitati locali di altre regioni, infatti, quando nel gennaio 2014 era scattata la privatizzazione, si erano verificati allontanamenti di dipendenti e cambiamenti di retribuzioni. Per questi motivi i sindacati hanno richiesto regole certe e unitarie da applicare una volta avvenuta la trasformazione ad associazione di promozione sociale.

La privatizzazione non riguarda invece i soci che rimarranno tali a livello nazionale della Croce Rossa Italiana. 

Francesco Li Noce