"La provincia di Imperia è attraversata da diversi corsi d'acqua, che ne segnano anche la storia geografica e umana: tra quelli di maggiore lunghezza si ricordano l'Arroscia e il Roia, che, tra l'altro, hanno in comune un elemento politico, quello di non essere, entrambi, compresi interamente nel territorio provinciale. Se il Roia è, infatti, diviso tra Italia e Francia, l'Arroscia, lungo 38 chilometri, di cui 26 localizzati in provincia di Imperia, bagna sia la provincia di Imperia che quella savonese, soprattutto nella sua parte albenganese.
L'Arroscia ha un bacino idrografico di 422 chilometri, che si spinge dallo spartiacque ligure-padano al mar Ligure, mentre verso sud-ovest è delimitato dai bacini imbriferi del Mérula, dell'Impero e dell'argentina (il primo scorre nell'andorese, gli altri due nell'imperiese) e in direzione nord-est giunge fino ad una quinta di monti che scende dal colle Scravaion fino alla costa poco a nord di Ceriale. Il fiume, che sfocia ad Albenga con il nome di Centa, riceve nel suo tratto conclusivo due altri corsi d'acqua, da destra il Lerrone che nasce dal passo del Ginestro, dalle parti di Cesio, e da sinistra il Neva, che percorre dalle pendici del Monte Galero il tratto che accoglie le acque del Pennavaire, originato dalla Colla di Capraùna, dirigendosi verso il mare. La Vallata che trova un'illogica ed irrazionale suddivisione amministrativa tra le tre provincie di Imperia, Savona e Cuneo, si incentra sulla voce Arroscia: nonostante che la pronuncia locale e la documentazione storica in possesso riportino che il nome esatto è 'Aroscia' (atti medioevali annoverano, infatti, sempre la dicitura 'Arocia' o 'Aroscia', con la precisazione palatale della r -r^- tipica della dialettologia ligure, come ci indica Il Vocabolario delle Parlate Liguri del 1985-1992).
Il Lamboglia, dal canto suo, fa derivare il nome del fiume dalla base preromana 'ara' o acqua corrente, e sosteneva la necessità di un ritorno all'antico, anche se tale circostanza si è sempre dimostrata di difficile attuazione soprattutto per la complessità della procedura da adottare per il cambiamento proposto). L'Arroscia nel Medioevo terminava il suo corso a circa un chilometro a nord-est di Albenga (e ciò viene attestato anche dall'esistenza del ponte romano o ponte lungo, sotto le cui arcate, dopo circa sei secoli, non scorre più l'acqua) e dal 1254 ai primi del XIV secolo il suo letto si spostò a sud della città, dove inizialmente passava un canale derivato dal corso d'acqua in zona Frontero e concepito per corrispondere alle esigenze dei conciatori cuoio - e anche per tale ragione che l'Arroscia che prende il nome di Centa - dal ligure sénta, cintura- si chiama così. L'andamento della Valle Arroscia è diverso da quello delle valli fluviali collocate più ad occidente per particolari derivanti dalla diversa posizione della costa. La morfologia della Valle Medio-bassa è piuttosto dolce, se si eccettua la zona di Vendone, che presentano caratteri calcari e dolomitici, superando i 1000 metri, mentre più a ponente le quote salgono a 1145 metri nelle vicinanze della Colla di Caprùna; il versante destro della vallata non presenta altezze molto elevate, ma in compenso si distingue per le sue pendenze più accentuate.
L'Alta Valle è drenata, come si dice, dall'Arroscia e da due suoi importanti affluenti, l'Arrogna e la Giara di Rezzo che confluisce nell'Arroscia quasi un chilometro più a sud. Le tre divisioni della vallata sono, tuttavia, una circostanza fisica, date le complesse differenziazioni storiche che ne hanno contraddistinto le vicende degli uomini. Già ai primi del Medioevo Rezzo e il suo territorio non comprendeva Cénova e Lavìna; Montegrosso e Cosio erano legate a Pornassio, costituendo un solo feudo che non prevedeva Mendatica, mentre i centri di Moano e di Nirasca e Trovasta facevano parte dell'area di Pieve di Teco, a cui diede il nome una fortezza bizantina, costruita a 560 metri sulla dorsale che divide l'Arrogna dall'Arroscia. Anche questi elementi sono all'origine dei successivi sviluppi storici di questo angolo del Ponente ligure.
Pierluigi Casalino".
- 14 settembre 2014, 11:54
Curiosità e particolarità della Valle Arroscia raccontate dal lettore Pierluigi Casalino
L'Arroscia ha un bacino idrografico di 422 chilometri, che si spinge dallo spartiacque ligure-padano al mar Ligure, mentre verso sud-ovest è delimitato dai bacini imbriferi del Mérula, dell'Impero e dell'Argentina
Valle Arroscia