I dintorni del monte Caggio, in passato hanno rivelato la presenza di alcuni 'Menhir', altari sacrificali, rocce coppellate, con incisioni vulvari e cruciformi e tombe a tumulo, testimonianze di una antica civiltà rimasta nascosta millenni tra i boschi dell'entroterra. Reperti archeologici puntualmente descritti in precedenti pubblicazioni. Nuove indagini condotte di recente nel circondario, da parte di Andrea Eremita insieme a Bruno Calatroni, Stefano Albertieri e Paolo Ciarma, hanno portato alla scoperta di un'altro menhir che misura cm.165 di altezza inclinato prossimo a cadere, ricavato da un blocco di arenaria quarzifera che rileva tracce di lavorazione finalizzata snellirne le forma.
Poco distante dal primo ritrovamento, disteso al suolo, abbiamo scoperto un'altro menhir di cm. 177 di altezza ottenuto da un blocco di arenaria con la parte alta visibilmente lavorata, come nel caso precedente nel primitivo tentativo di schematizzare una forma umana con una coppella di cm. 5 di diametro al centro. Misurazioni preliminari sembrerebbero confermare per entrambi, un orientamento rivolto a ricevere il primo sole del mattino il giorno del solstizio d'estate.
I menhir sono blocchi di pietra infissi nel terreno che appartengono alla cultura Megalitica che si è irradiata a partire da III millennio a.C. dalle isole Britanniche e dalla Bretania. Sono i più antichi monumenti eretti dall'uomo ed è opinione diffusa tra gli studiosi di preistoria che avessero in passato la funzione di mirare il sole per rilevare i solstizi e gli equinozi in modo da ottenere un calendario astrale utile per una società a prevalente economia agro -pastorale per dettare i tempi della semina, dell'accoppiamento degli animali, delle cacce stagionali, la transumanza estiva e quella invernale La più alta concentrazione di menhir si trova in Francia, dove si contano oltre 4.000 ritrovamenti, la maggiore parte in Bretagna dal cui dialetto deriva il nome che è stato dato ai monoliti (men-pietra hir-lunga).
"Come è già avvenuto in passato - dice Andrea Eremita - il bilancio delle indagini acheologiche di superficie condotte tra i boschi dell'entroterra nel corso dell'anno 2013, che è bene ricordare non costano un solo centesimo allo stato e alle amministrazioni locali, mai interrotte malgrado l'ordine di divieto che mi è stato impartito con lettera documentabile dal Soprintendente per i Beni Archeologici della Liguria Filippo Maria Gambari, si può considerare altamente positivo. Ciò detto, mi rendo disponibile ad eseguire gli ordini e sospendere le ricerche, qualora il Soprintendente sarà in grado di dimostrare che il mio contributo e dei miei collaboratori non è più necessario, avendo cura ogni mese di pubblicare i risultati ottenuti nel corso delle sue indagini archeologiche tra i boschi dell'entroterra".