Attualità - 10 giugno 2013, 12:14

Posta Elettronica Certificata: entro il 30 giugno obbligo per le ditte individuali, ecco come funziona

La comunicazione alla Camera di Commercio deve essere fatta per via telematica e la pratica deve essere firmata digitalmente: l’ iscrizione dell’ indirizzo PEC e le successive eventuali variazioni sono esenti dall’ imposta di bollo e dai diritti di segreteria.

Entro il 30 giugno tutte le ditte individuali devono attivare la casella di posta elettronica certificata, in base a quanto stabilito dalla normativa nazionale, e depositare tale indirizzo, tramite un’apposita pratica, alla Camera di Commercio di riferimento. Scopo finale dell’ iniziativa sarebbe la completa eliminazione della comunicazione scritta, tramite posta semplice o raccomandata, tra imprese private e pubblica amministrazione, ottenendo così risparmio un di tempo e carta, in favore della comunicazione telematica.

La comunicazione alla Camera di Commercio deve essere fatta per via telematica e la pratica deve essere firmata digitalmente: l’ iscrizione dell’ indirizzo PEC e le successive eventuali variazioni sono esenti dall’ imposta di bollo e dai diritti di segreteria. Questo vuol dire che il privato, se in possesso di firma digitale, può presentare l’iscrizione autonomamente tramite il sito infocamere e deve pagare quindi solo il costo del provider che fornisce il servizio PEC: mediamente le cifre vanno, annualmente, dai 6 euro ai 20 euro, a seconda della capienza e dei servizi offerti.

Purtroppo il 90% delle ditte individuali non possiede la firma digitale e deve quindi rivolgersi al commercialista di riferimento, con un ulteriore lievitazione dei costi per l’istituzione della pratica. Altra via alternativa sono le associazioni di categoria di riferimento, come Confcommercio e ConfArtigianato, in possesso di convenzione specifica per presentare la comunicazione alla Camera di Commercio.

Attenzione, però: le caselle con dominio @postacertificata.gov.it (cosiddette "PEC del cittadino") non sono utilizzabili come PEC dell'impresa in quanto limitate esclusivamente alle comunicazioni tra privati cittadini e pubbliche amministrazioni e non anche a quelle tra privati; ed inoltre è necessario che l'indirizzo PEC sia riconducibile esclusivamente ed univocamente all'imprenditore stesso, senza possibilità di domiciliazione presso soggetti terzi.

A tutt’oggi non sono previste sanzioni per le domande presentate in ritardo (oltre il 30 giugno), tuttavia qualora sia presentata una pratica di variazione o cancellazione, senza indirizzo  di posta elettronica certificata, queste rimarranno congelate per 45 giorni e successivamente verranno considerate come non presentate.

Si tratta quindi di un’altra piccola tegola che va a colpire le imprese individuali. Come detto sopra lo scopo è quello di passare totalmente ad una comunicazione tramite via telematica tra imprese private e la pubblica amministrazione. Forse il legislatore non ha tenuto conto che spesso le ditte individuali sono gestite da persone di una certa età, stranieri o in generale individui che hanno poca dimestichezza con il computer, se addirittura non lo possiedono, e che quindi, nella pratica reale, mai, o molto poco, utilizzeranno il servizio di posta elettronica certificata. Succederà quindi?

Redazione