Prosegue a Villa Faravelli (accanto al Comune di Imperia), la mostra ‘Risorgimenti di marmo e colore. L'Unità italiana vista dal ponente ligure’. L'interessante esposizione proseguirà fino al 18 settembre da giovedì a domenica ore 21-23 , sabato e domenica anche 16-19. Ingresso libero.
La mostra illustra tematiche legate al Risorgimento e rappresenta il momento culminante di un programma celebrativo, articolato lungo l’intero corso dell’anno 2011, che l’Amministrazione Comunale ha voluto dedicare alla ricorrenza del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Le manifestazioni, che hanno preso idealmente l’avvio con l’opera lirica “Nabucco” di Giuseppe Verdi presso il Teatro Cavour, hanno compreso appuntamenti musicali, conferenze, incontri culturali, mostre tematiche e rappresentazioni teatrali, individuando alcuni momenti di riflessione per risalire a quelle esperienze e a quei valori che hanno radici profonde nella storia del nostro territorio e che hanno concorso alla costruzione dell’identità nazionale.
In particolare la mostra, come dice il titolo, pone lo sguardo sullo scenario del Ponente Ligure e illustra il contributo svolto dalle arti figurative, principalmente la pittura ma anche la scultura, nel sostenere lo sforzo patriottico e nel collaborare alla costruzione dell’identità nazionale, determinando di fatto una rinascita culturale. Diverse sono le mani degli artisti presenti nell’itinerario espositivo, tra i quali lo scultore taggiasco Salvatore Revelli ed i pittori portorini Leonardo Massabò, Luigi Varese e Domenico Laura, snodi ideali di una cultura figurativa che a suo modo partecipa al Risorgimento. Salvatore Revelli è lo scultore dello splendido busto di marmo che raffigura Maria Adelaide d’Austria, sposa di Vittorio Emanuele II, finito di realizzare nel 1855, lo stesso anno della morte della Regina. L’opera che appartiene alle collezioni del Castello di Racconigi è stata gentilmente concessa in prestito dal Museo e dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici del Piemonte.
Leonardo Massabò è autore del Sipario del Teatro Cavour, emblematica testimonianza di un periodo che introduce alla storia moderna: l’artista pensa al sipario mentre si compie il disegno unitario e lo esegue in concomitanza della creazione di Roma capitale (1871). In rassegna si può ammirare, tra le altre opere dell’autore, il disegno preparatorio, databile tra il 1861 e il 1862, in cui manca la figura del celebre statista inserita successivamente nel telero. E’ stato dato alla rassegna un taglio multidisciplinare per porre in evidenza le “interferenze” culturali tra diverse arti ed espressioni e per restituire le molteplici sfaccettature del panorama culturale esaminato, nel periodo compreso tra metà ‘800 e primi ‘900, quindi oltre a dipinti e sculture, trovano posto nell’allestimento incisioni, medaglie, armi, litografie su latta, fotografie ed oggetti artistici diversi provenienti da collezioni pubbliche e private.
Le vedute esposte riverberano lo sfondo culturale e politico in cui prendono vita le idee e le azioni e illustrano i luoghi in cui si ricostruisce la memoria, una volta concluso il processo unitario. Molti gli inediti e le curiosità e considerevole lo sforzo di articolare una riflessione critica, che attraverso le varie scansioni tematiche, fosse in grado di illustrare come le immagini liguri abbiamo realmente sostenuto un ruolo significativo nella maturazione della coscienza identitaria e nazionale.
Il progetto scientifico della mostra è stato curato dal Prof. Fulvio Cervini dell’Università di Firenze ed è stato attuato anche grazie alla collaborazione, oltre che della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici del Piemonte, già menzionata, anche delle Soprintendenze ai Beni Artistici e Storici del Piemonte e della Liguria. Esprime il più vivo compiacimento per l’evento l’Assessore Claudio Baudena: “Secondo le linee di un percorso ormai continuativo l’Amministrazione Comunale di Imperia si pone l’obiettivo di valorizzare il patrimonio culturale ligure nella prestigiosa sede di Villa Faravelli; risulta quindi particolarmente significativa questa mostra, che nel testimoniare il percorso di una civiltà figurativa resa, in un certo senso, più marginale dal contesto geografico di appartenenza, riesce comunque ad evidenziare il ruolo attivo e per molti versi trainante del Ponente Ligure”.