Politica - 17 agosto 2011, 10:17

Lucinasco (Imperia): soppressione piccoli Comuni, l'intervento del Sindaco Domenico Abbo

“In relazione alla tematica della soppressione dei piccoli comuni fino a 1000 abitanti dissento da come gli organi di stampa stanno affrontando il problema in maniera superficiale senza analizzare il problema alla sue radici e con poca cognizione di causa (capisco che esistono anche motivazioni di mercato…)”. Lo scrive il Sindaco di Lucinasco (Imperia) Domenico Abbo, che prosegue

“Sarebbe opportuno puntualizzare due cose:

1) Lo sbandierato taglio di 54.000 porterà a risibili risparmi se si considera che nei nostri comuni assessori e consiglieri non percepiscono alcunché, i sindaci (ma neanche tutti perché so di alcuni colleghi che vi hanno rinunciato) godono di una modesta indennità che non copre nemmeno le spese vive e soprattutto i rischi a cui si è quotidianamente sottoposti. Da calcoli effettuati dall’ANPCI il risparmio delle 54.000 “poltrone” (che in realtà sarebbero 29.000) risulterebbe pari alle indennità annue di 4/5 deputati.

Tralascio poi tutti i temi legati alla funzione di presidio del territorio che ogni Comune esercita soprattutto nell’entroterra e che con la fusione verrebbe meno.

2) Quello che non è ancora noto, perché pochi hanno letto l’art. 16 del decreto, è il sistema proposto in sostituzione dell’attuale, un sistema che ben si inserisce nel solco dei provvedimenti governativi degli ultimi anni (uno dei più rilevanti - la legge elettorale - è stato definito “porcata” dal suo stesso estensore). I comuni attuali non sparirebbero completamente ma eleggerebbero solo una persona (il Sindaco, che manterrebbe le funzioni di pubblica sicurezza – art. 54 Tuel) che confluirebbe in una assemblea dei sindaci che eleggerebbe a sua volta un presidente (con tutte le funzioni amministrative – art. 50 Tuel) e due assessori. Avremmo pertanto una macro zona mancante di rappresentatività non solo delle minoranze ma pure delle maggioranze (è costituzionale tutto questo?) con un’esigua pattuglia di disperati (come altro definirli?) che dovrebbero occuparsi di tute le problematiche di un territorio di gran lunga più esteso di quello che attualmente amministrano. C’è chi ha definito il tutto da “ospedale psichiatrico”.

Questo modo di legiferare dimostra che Berlusconi non è solo commissariato all’esterno dalla BCE ma anche all’interno dalla Lega Nord, un movimento populistico che ha fondato le proprie fortune su un elettorato poco accorto, spregiudicato nell’occupare spazi di potere e con un concetto particolare del senso dello stato (Bossi che non riesce più a parlare se non attraverso insulti e i gestacci). Per questo la Lega ben si guarda dal proporre l’abolizione di tutte le province (operazione senz’altro più coerente di quanto propone il decreto già annacquato per salvare Sondrio e Belluno), per questo il figlio di Bossi (di cui tutti conosciamo i meriti scolastici) siede nel consiglio regionale della Lombardia percependo circa 10.000 euro al mese, per questo si sono turati il naso sulle leggi ad personam e… si potrebbe continuare.

Ultima considerazione infine sul tema della provincia e s sulla rapidità con cui i politici locali si sono pronunciati per una unione con Cuneo e Nizza: il ferragosto favorisce la leggerezza per cui si ignora la Costituzione (non può una provincia appartenere a due regioni diverse a meno che non si pensi di diventare piemontesi o francesi) e la viabilità (ve le immaginate una riunione a Cuneo dove per arrivarci si impiega più tempo che ad andare a Torino o ad Aosta?)”

 

Renato Agalliu