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Attualità | 24 maggio 2011, 09:44

Il 26 giugno ricorre il centenario della nascita di Carlo Dapporto: il ricordo biografico di Andrea Gandolfo

Nacque a Sanremo il 26 giugno 1911 da Giuseppe, di professione calzolaio, e da Olimpia Cavallito, una casalinga originaria di Asti, che gli trasmise il suo accento dalla tipica inflessione piemontese.

Le foto a Carlo Dapporto di Alfredo Moreschi

Le foto a Carlo Dapporto di Alfredo Moreschi

Il Dott. Andrea Gandolfo ci ha scritto per mandarci un breve profilo bibliografico, in occasione dell'ormai imminente centesimo anniversario della nascita del nostro grande concittadino Carlo Dapporto (a cui, tra l'altro, le Poste dedicheranno un francobollo commemorativo), che cadrà il prossimo 26 giugno.

Nacque a Sanremo il 26 giugno 1911 da Giuseppe, di professione calzolaio, e da Olimpia Cavallito, una casalinga originaria di Asti, che gli trasmise il suo accento dalla tipica inflessione piemontese. Fin dall’età di quindici anni iniziò a lavorare, prima come fattorino in una drogheria, poi come fabbro, tappezziere, aiutante in una farmacia, barista in un caffé, addetto agli ascensori al Tea Room Daetwyller, e infine, nel 1928, come cameriere al Moulin Rouge di Alassio.

Fu proprio nella cittadina della Riviera delle Palme che iniziò la sua carriera di cabarettista e intrattenitore, divertendo il pubblico con battute ironiche e gag esilaranti tramite la caratterizzazione del suo personaggio più celebre, il “Maliardo”, con cui sarebbe stato in seguito sempre identificato. Tornato a Sanremo nel 1934, esordì al famoso Caffé Venezuela con le sue prime barzellette, riscuotendo un notevole successo. Resosi però conto che la sua città natale non gli avrebbe consentito di emergere a livello nazionale, maturò la decisione di trasferirsi a Milano, dove iniziò ad esibirsi in numerosi locali. Nell’estate del ’35 avvenne l’incontro decisivo con la nota star del varietà Vivienne D’Arys, che lo notò al Teatro Savioli di Riccione mentre imitava Stan Laurel e lo scritturò nella sua compagnia di avanspettacolo, in cui già si esibivano celebri attori comici come Carlo Campanini ed Eugenio Testa.

Il 10 ottobre 1935 debuttò al Teatro Storchi di Modena esibendosi in coppia con Carlo Campanini in una riuscita imitazione di Stanlio e Ollio. Negli anni successivi continuò a recitare nella compagnia della D’Arys, perfezionando la sua tecnica grazie anche all’esempio di grandi attori professionisti come Campanini e Testa. Dopo un breve periodo trascorso come ballerino nella compagnia di Anna Fougez, dove faceva da spalla al comico Dante Maggio insieme a René Thano nel Bolero di Ravel, nel 1940 allestì insieme a Umberto Franzi il suo primo spettacolo di rivista, che rappresentò la vera svolta nella sua vita di attore. Nel 1941 arrivò l’occasione che tanto aveva atteso: nel corso di uno spettacolo al Supercinema di Milano, venne notato dalla famosa soubrette Wanda Osiris, che lo scritturò come comico per il suo nuovo spettacolo teatrale, consentendogli così di fare il gran salto dal mondo dell’avanspettacolo a quello della rivista.

Il debutto nel mondo del teatro avvenne con la rivista di Nelli e Mangini Sogniamo insieme, andata in scena al Teatro Alfieri di Torino con musiche di Giuseppe Anepeta e la partecipazione del Trio Lescano. Nella stagione 1942-43 fu invece la volta dell’esordio al Teatro Quattro Fontane di Roma nelle vesti del “Maliardo” con la rivista Sognate con me, sempre in coppia con la Osiris. In questi anni conobbe anche Augusta, una ballerina dello spettacolo, che in seguito avrebbe sposato e da cui ebbe i figli Massimo nel 1945 e Dario nel 1952. Dopo il successo ottenuto con la rivista Che succede a Copa Cabana (andato in scena nella stagione 1943-44 con coreografie di Dino Solari), nell’ottobre del ’44 debuttò con Marisa Maresca nella rivista Ohilalà di Marcello Marchesi, presentata al Mediolanum di Milano, mentre l’anno successivo ritornò a lavorare con la Osiris nell’Isola delle Sirene di Bracchi e Bracci-Dansi. Nel 1945 iniziò anche la carriera cinematografica partecipando al film La signora è servita in coppia con Antonio Gandusio, per la regia di Giannini.

Dal 1945 in poi si susseguirono i successi fino ad arrivare alla costituzione della compagnia Carlo Dapporto che lo ha seguito in tutto il suo percorso artistico, insieme a una serie di altre compagnie via via costituite con le più grandi vedette dell’epoca, tra le quali si ricordano la Compagnia Dapporto-Masiero, quella con Marisa del Frate, la Compagnia Dapporto-Fabrizi e la Dapporto-Pavone. Da segnalare in particolare lo spettacolo Riviera follies, finanziato dal Casinò di Sanremo nella stagione 1946-47 per il rilancio della città nell’immediato dopoguerra. Tra le altre riviste si ricordano Chicchiricchì di Gelich-Bracchi e D’Anzi, andata in scena nella stagione 1947-48, e il grande successo di Giove in doppio petto di Garinei e Giovannini, con Delia Scala, rappresentata nella stagione 1954-55, che segnò la nascita della commedia musicale e venne in seguito proposta anche in versione cinematografica nell’omonimo film, il primo girato in Italia in Cinemascope.

In coppia con Lauretta Masiero varò invece, nella stagione 1956-57, la commedia musicale di Garinei e Giovannini Carlo non farlo, ambientata nella sua Sanremo. Nella stagione successiva tornò ad esibirsi con Delia Scala nella commedia musicale L’adorabile Giulio, sempre di Garinei e Giovannini, con musiche di Gorni Kramer. Il 21 settembre 1965 presentò la divertente commedia musicale di Scarnicci e Tarabusi L’onorevole, in coppia con Miranda Martino nei panni di una chanteuse anni ’20. Nel 1966-67 mise in scena insieme a Aldo Fabrizi e Grazia Maria Spina, la rivista Yo,Yo, Je, Je di Dino Verde e Bruno Broccoli, mentre nel 1969 festeggiò le sue nozze d’argento con il teatro, interpretando con Marisa del Frate lo spettacolo Hellzap happening di Castaldo, Faele e Torti per la regia di Edmo Fenoglio.

Dopo un periodo di inattività dovuto a problemi di salute, tornò sulle scene per partecipare a una serie di commedie brillanti che segnarono il teatro comico italiano degli anni ’70, tra le quali si possono citare Mi è cascata una ragazza nel piatto, dell’inglese Terence Frisby, per la regia di William Franklin (1969-70); Il visone viaggiatore, di Ray Cooney e John Chapman; Un babà per sette, commedia di Faele e Castaldo (1972-73); Pignasecca e Pignaverde di E. Valentinetti (1973-74); Articolo V, commedia di Ugo Palmerini (1974-75) e Risate in salotto, una delle ultime grandi riviste realizzate con Rita Pavone per la regia di Alfredo Polacci (1976-77). Nei primi anni Settanta riprese con successo anche il repertorio dialettale di Gilberto Govi con la regia di Vito Elio Petrucci. Complessivamente furono trentotto le riviste e le commedie musicali, senza contare gli spettacoli di prosa, nelle quali egli recitò nella sua carriera teatrale, alternata peraltro a numerosi spettacoli di beneficenza in orfanotrofi, carceri, sanatori, fabbriche, ospedali militari, per la Croce Rossa e per le Forze armate.

Cospicua anche la sua partecipazione a molti film di successo accanto ad attori di primo piano come Sophia Loren, Alberto Sordi, Totò, Ave Ninchi, Amedeo Nazzari, Renato Rascel, Linda Darnell, Silvana Pampanini, Nino Taranto, Carlo Delle Piane e Walter Chiari, in ruoli peraltro non da protagonista tranne che nel film Fortunella di Eduardo De Filippo del 1958. Fra la trentina di film d’evasione a cui prese parte, quello più famoso rimane Polvere di stelle (1973), diretto e interpretato da Alberto Sordi. Particolarmente significativa fu anche la pellicola Undici uomini e un pallone, girato a Roma nel 1948 con un cast d’eccezione costituito da attori e famosissimi calciatori come Amadei, Campatelli e Costagliola. Negli ultimi anni ottenne un grande successo interpretando il ruolo di uno scrittore fallito da anziano (suo figlio Massimo interpretava invece lo scrittore da giovane) nel film drammatico La famiglia di Ettore Scola (1986), per cui venne anche premiato nel 1987 con un Nastro d’argento come migliore attore non protagonista.

Frequenti anche le sue apparizioni sugli schermi della televisione, dove partecipò tra l’altro a vari caroselli, nelle vesti di uno dei suoi personaggi più caratteristici (Agostino), nei memorabili sketch di Durban’s Pasta del Capitano. Sui canali della Rai andarono in onda pure numerosi suoi programmi, quali Il Rotocarlo con Miranda Martino, Monsieur Landrù, Crazy Boat, interventi ai varietà Studio Uno e Senza rete, e adattamenti televisivi di suoi lavori teatrali come L’adorabile Giulio. Tre anni dopo la sua ultima grande interpretazione nel film di Scola, morì nella sua casa di Roma il 1° ottobre 1989.

Per i suoi meriti artistici fu decorato con numerose onorificenze, tra cui quelle di commendatore all’Ordine della Corona d’Italia e commendatore all’Ordine della Repubblica italiana, mentre nel 1965 venne insignito del titolo di “Cittadino benemerito” con la seguente motivazione: «Attore geniale, sorretto da naturale ispirazione e comunicativa fervida e gioconda, ha portato dinanzi alle plaudenti platee d’Italia il nome di Sanremo». Fu inoltre presidente onorario della “Compagnia Stabile Città di Sanremo” sin dalla sua fondazione. In suo onore è stato intitolato il piazzale in fondo al Lungomare Italo Calvino, una scuola di teatro e una prova di gran fondo ciclistica, che richiama in Riviera oltre mille partecipanti in occasione dell’anniversario della sua scomparsa.

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