Considerarlo un'enclave forse è eccessivo, certo è cha la particolarità di Briga Alta, il comune italiano meno densamente popolato, con una densità prossima ad 1 abitante per chilometro quadrato, è davvero unica. Briga Alta, infatti, è in provincia di Cuneo, ma per raggiungere il suo capoluogo, Piaggia, occorre 'sconfinare' in Liguria, per poi ritornare nella Granda giusto quei pochi chilometri necessari prima di arrivare in paese. Le altre frazioni che compongono il territorio comunale sono Upega e Carnino, tutte al di qua della parte ligure, verso Ormea. Poi, una volta superato Piaggia, si ritorna in Liguria, a Monesi, provincia di Imperia.
La storia di questo comune, incastonato nella valle del Negrone, a 1310 metri di altitudine e a 113 km da Cuneo, sul quale domina il Monte Saccarello, è travagliata: fino al 1947, infatti, l'intero territorio era parte integrante di Briga Marittima, in Valle Roja. Alla fine della seconda guerra mondiale, in seguito al trattato di Parigi che sanciva il passaggio della Valle Roja alla Francia, il territorio brigasco venne smembrato in tre parti: La Brigue, diventato transalpino insieme con Morignole, poi Realdo, che finì sotto il comune di Triora, in provincia di Imperia, mentre Piaggia, Upega e Carnino diedero vita ad un nuovo comune, che prese il nome di Briga Alta e fu accorpato alla provincia di Cuneo. Nel primo censimento del dopo guerra, anno 1951, gli abitanti erano 285, oggi sono rimasti una sessantina, che in inverno scendono a circa dieci.
"Il paese sta lentamente morendo", ci racconta la vice sindaco, Tiziana Sabato, da dietro il bancone dell'unico bar di Briga Alta. Che poi è anche l'unico negozio, visto che la signora Tiziana si alterna da un'ala all'altra dell'edificio, a seconda di chi entra. "Cosa vuole che faccia? Una volta si lavorava almeno tre mesi d'estate, ora se va bene un paio di settimane". In effetti, è la prima domenica d'agosto quando passiamo per Piaggia ed in giro ci siamo solo noi. Eppure Tiziana ha rifornito per bene l'ordinatissimo negozio: "Rappresentanti non ne passano più, sono costretta a scendere a Cuneo o Imperia per fare rifornimento da sola. Ho comunque preso tutto quello che potevo, perché spero di lavorare nelle due settimane a cavallo del ferragosto. Finora è stato un disastro: ogni anno sempre peggio".
Tiziana è nata ad Arma di Taggia (Imperia dista solo 47 km), ma è qui praticamente da sempre: nel 1987 ha rilevato il negozio di commestibili. "Era il mio sogno. Dopo aver fatto un po' di tutto, dalla commessa, alla donna di pulizie, sono finalmente riuscita a mettere su questa attività. Sono stata per decenni il punto di riferimento della valle, ora tutto sta scomparendo. La più giovane sono io, con i miei 54 anni, tutti gli altri sono ultra 65enni". L'inverno qui è duro: "Rimaniamo stabilmente circa 10 persone ed è davvero difficile quando nevica tanto, come è successo nelle ultime due stagioni. Quest'anno ho dovuto anche fare la voce grossa con la Provincia di Imperia". Cosa c'entra la Provincia d'Imperia con un paese del cuneese?
La situazione ha del paradossale: in estate, la competenza per la strada è della Provincia di Cuneo, ma in inverno passa a quella di Imperia. Risultato: lo scorso inverno Piaggia è stata a lungo semisommersa dalla neve, con tutti i rischi del caso: "Se un'ambulanza avesse dovuto raggiungerci in fretta sarebbe stato impossibile", racconta ancora la vicesindaco. Sparita la neve, la carrozzabile che conduce a Nava è apparsa in stato pietoso, con buche profonde. Ancora lì, in bella mostra.
Non basta. Dal 1 agosto gli abitanti ed i pochi turisti di questo splendido paesino si sono svegliati con l'ennesima, sgradita, sorpresa: "Mi hanno telefonato dicendomi che dall'inizio del mese non mi avrebbero più consegnato i giornali - ci spiega Tiziana Sabato - Così, dal 1^ di agosto sarò costretta ad andare tutte le mattine a prendermeli alla corriera". Già, ma qui la corriera non passa nella piazza del paese, bensì a 30 km di distanza, a Ponte di Nava: un tragitto paesaggisticamente bellissimo, ma che per percorrerlo occorre impiegare almeno un'ora di auto. Così, tutte le mattine, Tiziana Sabato, commerciante, barista e vicesindaco, sarà costretta ad almeno due ore di viaggio (e ad una bella spesa aggiuntiva) per poter soddisfare il sacrosanto diritto dei suoi concittadini ad essere informati.