Giovedì alle 17, presso il Museo Civico di Palazzo Borea d’Olmo si inaugura la mostra 'Dall’Appennino tosco-emiliano alla Riviera di Ponente: cestai e floricoltura nei primi del ‘900, storia e tradizione di una produzione artigianale' organizzata dalla Sezione di Sanremo dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri, con la collaborazione dell’ Assessorato alla Promozione Turistica e Cultura del Comune di Sanremo, dell’Unione Industriali della Provincia di Imperia e del Centro Servizi per la Floricoltura della Regione Liguria.
La Liguria nota per la bellezza delle sue coste, del mare, dei suoi paesi, della flora e del clima, è diventata altrettanto conosciuta per la coltivazione ed il commercio dei fiori recisi, attività talmente importante da far nominare la parte più occidentale della regione 'Riviera dei Fiori'. A partire dalla fine dell’ottocento sono iniziate in provincia d’Imperia le coltivazioni di fiori da recidere, la cui produzione ha dato il via a diverse attività collaterali tra cui quella che ebbe i connotati di una vera e propria industria, per volume di affari e per il numero degli addetti, ovvero la produzione dei cesti di canna usati come contenitori per la spedizione dei fiori in Italia ed all’estero.
Nessuno che abbia più di cinquanta anni non potrà non ricordare i furgoni carichi di cesti che attraversavano i paesi ed in particolar modo Sanremo, diretti al mercato o ai centri di spedizione. Le persone impiegate in questo lavoro furono per oltre mezzo secolo parecchie centinaia e qualche decina gli imprenditori. Nei periodi di maggior floridezza si arrivò a costruire da 800.000 a un milione di cesti l’anno. Tutto questo è esposto nella mostra aperta da giovedì prossimo all'11 luglio nella quale dati e foto documentano tutte le fasi di questa produzione artigianale, a cominciare dall’emigrazione di lavoranti dall’appennino tosco-emiliano, alla raccolta, lavorazione e realizzazione dei cesti, fino al loro imbarco su treni, navi ed aerei. Oggetti ormai pressoché scomparsi riportano ad un passato recente, ad un’immagine della città fino agli anni ’60 del secolo appena passato.