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| 27 aprile 2015, 17:00

Silenzio, straparla Agnesi

La strategia industriale del Gruppo Colussi per il pastificio rivierasco resta nebulosa, appesa al filo di promesse e dichiarazioni tutte o quasi da verificare nella realtà.

Silenzio, straparla Agnesi

La produzione di pasta Agnesi prosegue il suo cammino a spizzichi e bocconi. In vista c’è l’ennesimo stop per lo storico stabilimento di via Schiva a Imperia, 30 aprile-11 maggio con lavoratori e sindacati di nuovo pronti a interrogarsi (e preoccuparsi molto) sul futuro della fabbrica. La strategia industriale del Gruppo Colussi per il pastificio rivierasco resta nebulosa, appesa al filo di promesse e dichiarazioni tutte o quasi da verificare nella realtà.

Finora l’unica novità visibile è la confezione ridisegnata. Un involucro di plastica bianca, un po’ satinata, completamente riciclabile, con una grafica ispirata agli anni ’50 che dovrebbe evocare il concetto di “marchio premium”. Puntare sulla qualità, insomma. I colori sono sempre il rosso e il blu; c’è il veliero, c’è la data 1824 ma guarda caso è scomparso il riferimento diretto a Imperia. L’ultimo comunicato aziendale, riportato alcuni giorni fa dal sito web specializzato Food, tracciava inequivocabilmente il destino del sito imperiese: «La produzione di pasta Agnesi è e rimarrà in Italia, e ad oggi è stato deciso che quando chiuderà lo stabilimento d’Imperia si sposterà presso quello del Gruppo Colussi a Fossano». Nel piano di rilancio sventolato a più riprese agli operai e all’amministrazione comunale, sono già finite parecchie idee. Individuare aziende partner sul territorio, per portare sugli scaffali dei supermercati non solo farfalle, penne, rigatoni e via elencando, ma anche sughi e condimenti. «Allargamento della gamma ad altre merceologie» stando ai paroloni del marketing. C’è pure la collaborazione con l’Università di Scienze gastronomiche di Pollenzo, con cui ricercare i migliori abbinamenti di sapori della tradizione ligure.

La chicca di questo «riposizionamento del brand» con cui rafforzare il valore del marchio, sarebbe il lancio di una campagna pubblicitaria centrata sul mitico spot del 1985, quel “Silenzio, parla Agnesi” uscito dai televisori di tutta Italia per sancire l’unicità della pasta fatta a Imperia. Magari l’Expo 2015 di Milano sarà l’occasione per ammutolirci di nuovo a tavola, contemplando piatti di spaghetti fumanti e imboccando forchette grondanti sugo di pomodoro. Intanto le vendite continuano a diminuire, la produzione a fermarsi sistematicamente. La parola alla pasta, che a Imperia rischia di avere sempre meno da dire.

Luca Re

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