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| 27 novembre 2015, 17:00

Liguria zozzona, Liguria riciclona. Riparte la sfida

La Regione saprà vincere la partita della spazzatura con il nuovo disegno di legge?

Liguria zozzona, Liguria riciclona. Riparte la sfida

La Liguria veloce di Toti, capitolo due: i rifiuti. Dopo le sparate del governatore sui treni, è arrivato il momento di approfondire come si sta attrezzando la Regione in tema di spazzatura. Mentre sulle ferrovie l’impressione è di aver udito progetti irrealizzabili e in  ogni caso non risolutivi (quei collegamenti rapidi tra Genova, Roma e Milano), al solo scopo di distrarre i poveri pendolari dall’inadeguatezza cronica del trasporto pubblico su ferro, il discorso sulla gestione dell’immondizia mi pare abbia preso una piega diversa. Partiamo dalla triste realtà: la Liguria è ferma a un miserevole 35% circa di raccolta differenziata; un decennio di amministrazione Pd con Claudio Burlando ha lasciato un’eredità oggettivamente maleodorante.

Nei giorni scorsi, il Consiglio regionale ha approvato il disegno di legge per sviluppare la raccolta differenziata e il riciclaggio dei materiali. In sintesi, sono due gli aspetti interessanti: innanzi tutto, il provvedimento fissa obiettivi di riciclo, in termini di peso, pari al 45% nel 2016 e al 65% nel 2020 (la soglia, per l’anno prossimo, sarà calcolata solo negli ultimi quattro mesi, dando così più tempo ai singoli comuni di mettersi in regola). Occorre precisare che, per ottenere queste percentuali nette, la differenziata deve attestarsi su livelli più elevati del 10% circa, quindi 55-75% di raccolta complessiva di carta, plastica, vetro, metalli e umido. Il secondo aspetto rilevante è la penalità prevista per i comuni inadempienti. Quelli che non rispetteranno i nuovi obblighi, infatti, dovranno pagare 25 euro/tonnellata per la quantità di spazzatura indifferenziata prodotta in eccesso. Le sanzioni sono indispensabili per promuovere le pratiche virtuose e così incrementare il corretto smaltimento dell’immondizia. I comuni più piccoli potranno unirsi in “bacini di affidamento”, per gestire in modo integrato e più efficiente il servizio (introducendo, per esempio, la raccolta domiciliare); entro il 31 marzo 2016, dovranno presentare i piani con cui raggiungere i traguardi di riciclo.

L’opposizione del Partito democratico ha votato contro il disegno di legge, sostenendo che la penalità di 25 euro è una nuova tassa. In realtà, non è una tassa, ma un disincentivo per tutti quei Comuni che finora hanno adottato politiche fallimentari (moltissima discarica e riciclo quasi zero, cioè l’opposto di quanto impongono le leggi nazionali ed europee). Rimane però un nervo scoperto: la mancanza d’investimenti per realizzare gli impianti di trattamento dei rifiuti, in cui rientra il biodigestore di Colli a Taggia. Dopo la prevenzione (produrre meno immondizia), la raccolta differenziata e il riciclo, servono anche strutture capaci di recuperare altro materiale dal secco residuo e di valorizzare, come compost e biogas/biometano, la parte organica. Diversamente, il ciclo dei rifiuti resterà sempre incompleto.

Luca Re

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