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Attualità | 04 agosto 2015, 11:18

Sanremo: spostamento dei chioschi in piazza Muccioli, intervengono gli avvocati dei titolari

"L’approccio utilizzato dall’Amministrazione - dicono i due legali -. al contrario di quanto può evincersi dalle stampe locali, è stato estremamente superficiale e, anzi, a volte ci si è persino interrogati sull’effettiva volontà del Comune di addivenire ad una soluzione soddisfacente per entrambe le parti".

Sanremo: spostamento dei chioschi in piazza Muccioli, intervengono gli avvocati dei titolari

Gli avvocati Simone Massacano e Marco Vota, difensori dei gestori dei chioschi di piazza Eroi Sanremesi intervengono, in relazione agli articoli pubblicati dal nostro giornale nei giorni scorsi: 

"L’approccio utilizzato dall’Amministrazione - dicono i due legali -. al contrario di quanto può evincersi dalle stampe locali, è stato estremamente superficiale e, anzi, a volte ci si è persino interrogati sull’effettiva volontà del Comune di addivenire ad una soluzione soddisfacente per entrambe le parti. I molti incontri con l'Amministrazione, che si sono succeduti in questi mesi, sono stati infatti tutti caratterizzati dalla massima approssimazione: si pensi che mai è stato redatto un verbale, con il risultato che, ogni volta, la posizione del Comune risultava differente da quella assunta in precedenza. Si parta innanzi tutto dal presupposto che nel 2006, a seguito di serrate trattative, era stato raggiunto un accordo fra le Parti. Il Comune infatti aveva elaborato una proposta sottoscritta dagli attuali gestori; detto documento prevedeva, fra l'altro, l'acquisto dei manufatti a carico dell'Amministrazione. Si può ben comprendere quindi la delusione dei nostri assistiti, quando si sono sentiti dire che l'acquisto delle strutture sarebbe stato a loro carico, nonostante il progetto 'PignaMare', contemplasse espressamente, fra le varie voci di spesa, anche quella per acquisto ed installazione dei chioschi".

"Quanto alla concessione - proseguono i legali dei gestori - dopo innumerevoli quanto contraddittorie indicazioni, nell'aprile di quest'anno, il Sindaco in persona aveva ipotizzato una durata di anni 15, dimostrando di comprendere come una durata inferiore avrebbe comportato l'impossibilità per i nostri clienti di ammortizzare i significativi costi. Si paventava inoltre la possibilità di trovare strutture che richiedessero esborsi notevolmente inferiori a quelli fin a quel momento prospettati. In un successivo incontro, l’Amministrazione, in persona di un Assessore, da una parte già prevedeva una contrazione della durata concessoria (anni 9), dall'altra, confermava, come sempre a voce, di voler quanto meno andare incontro alle esigenze di alcuni commercianti, affermando che i venditori di fiori sarebbero stati trasferiti in Piazza Muccioli e gli altri, invece, avrebbero trovato sede davanti all’esercizio commerciale denominato Prenatal. L'incontro, al quale ha partecipato personalmente l'Avvocato Marco Vota, è stato ovviamente ritenuto un parziale successo, in quanto – finalmente - si manifestava una chiara apertura. A dispetto di ciò, pochi giorni dopo, l’Amministrazione ha adottato la deliberazione n. 127 del 26 maggio u.s. con la quale il Comune di Sanremo ha fissato i requisiti minimi per l’accettazione da parte dell’Ente delle proposte formulate da parte dei commercianti. I punti sono i seguenti:
- impegno incondizionato a rimuovere a propria cura e spese il manufatto entro data certa, e comunque non oltre la data del 1° ottobre 2015;
- impegno a realizzare a propria cura e spese il manufatto in P.zza Muccioli, in coerenza con le prescrizioni tecniche di cui alla nota del Servizio Progettazione-Arredo Urbano in data 25 maggio 2015 e anche di collocazione individuate nella progettazione comunale oggetto della delibera di Consiglio Comunale n° 49 dell’11 luglio 2013, e a spostare l’ attività in tale sede entro data certa e comunque entro la data indicata sub a);
- accettazione delle clausole contenute nelle concessioni quali definite dall’Ufficio competente, ivi compreso l’incameramento del manufatto sub b) al termine della concessione, il cui corrispettivo resta fissato in ragione delle tariffe relative all’occupazione suolo per tempo vigenti;
- durata del titolo di occupazione pari ad anni nove;
- destinazione esclusiva del manufatto a rivendita fiori con divieto, pena la revoca immediata di vendita di beni diversi e, in caso di rinuncia sopravvenuta, riconsegna del manufatto al Comune che, direttamente o indirettamente si farà carico dei relativi oneri di ammortamento;
- clausola risolutiva espressa della transazione a fronte del mancato rispetto dei termini di cui sub a e b".

"Ed invero, all’attuale Amministrazione è stato fatto presente come molti dei commercianti di Piazza Eroi Sanremesi non abbiano mai venduto fiori e come alcuni di questi abbiano cambiato articolo ormai da anni, ma soprattutto che la durata del rapporto di almeno 12 anni risulti necessaria per permettere agli interessati di corrispondere integralmente il mutuo acceso per la realizzazione del nuovo manufatto, che, si ricordi, deve essere tassativamente conforme al progetto del Comune. D’altra parte, che non ci si possa improvvisare fioristi è cosa immediatamente percepibile; e si auspicava lo fosse anche per l’Amministrazione, visto che alcuni dei componenti operano nel medesimo settore. Dalla mera lettura può evincersi che, nonostante tutte le rassicurazioni fatte, l’Amministrazione abbia approvato un atto che era diametralmente opposto a quello che era stato prospettato, suscitando non poche perplessità sia ai noi patrocinatori, sia ai nostri assisti. Ma vi è più. La suddetta delibera prevedeva espressamente che "eventuali proposte non conformi non potranno essere prese in considerazione, con mandato agli Uffici in tale evenienza di dar corso alle procedure idonee a garantire l’esecuzione degli atti già adottati” e con ciò precludendo qualsiasi margine di trattativa".

"Chiaramente, al fine di tutelare i nostri clienti, abbiamo richiesto il 26 giugno scorso un incontro sia con il Sindaco che con gli amministratori e dirigenti competenti al fine di richiedere una modificazione del sopraccitato atto di indirizzo. Contrariamente a quanto riportato dalle stampe locali: '….nelle scorse settimane si è svolta una riunione informale tra i gestori e l'Assessore Anna Asseretto. Un nuovo incontro è fissato dopo il 15 settembre per cercare di dirimere la vicenda e trovare una soluzione al problema', il Sindaco, con nota del 16 luglio u.s., previo nostro sollecito, ha risposto che 'a fronte di proposte di definizione avanzate da alcuni utilizzatori ma prive dei minimi requisiti di ricevibilità, ha ritenuto, in vista di un ennesimo tentativo di contemperamento, di formulare indirizzi circa gli elementi ritenuti irrinunziabili ai fini della conclusione di un accordo transattivo' e pertanto ha invitato 'ancora una volta i suoi clienti a formulare proposte che si inseriscano in tale alveo'. Da ciò discende che l’Amministrazione non pare avere intenzione di proseguire alcuna trattativa, nonostante gli sia stato richiesto di rapportarsi con dei soggetti che non stanno chiedendo di realizzare un grattacielo in zona a vincolo storico paesaggistico ma soltanto di poter lavorare e poter sostenere le spese per manufatti che, si ricordi, rimarranno comunque di proprietà del Comune".

"In ultimo - terminano i legali - le strutture in oggi potenzialmente individuate, con buona pace di chi auspicava costi 'abbordabili', comporterebbero un esborso pari a circa € 43.000,00, oltre IVA; a tale cifra vanno poi sommate le spese di trasporto, installazione, allaccio e allestimenti interni ed esterni. Le ipotesi di finanziamento prospettate dagli istituti bancari contattati  – valutate solo sulla somma necessaria all'acquisto del manufatto (€ 43.000,00 oltre IVA) – prevedono, nell'arco di nove anni, un esborso complessivo di circa € 67.000,00. Alla luce di quanto esposto, si ritiene si possa comprendere come i titolari dei chioschi siano, ad oggi, orientati a rinunciare a formalizzare qualsivoglia proposta. Al di là degli aspetti giuridici legati alla vicenda, che - qualora sia intenzione dei nostri assistiti -  saranno oggetto di specifico esame da parte degli organi giudiziari competenti, non può non rilevarsi la discutibilità dell’operato dell’Amministrazione, che in un momento di crisi come il presente, non si è soffermata nemmeno a pensare che le conseguenze delle proprie decisioni, oltre a incidere sull’esistenza di un mercato che ha origini lontane e legate ai ricordi della cittadinanza, compromettono il posto di lavoro a persone – e relative famiglie - che traggono il proprio sostentamento da quelle attività. Chiaramente, se l’Amministrazione lo riterrà opportuno, saremo ben lieti di incontrarli nuovamente e, finalmente, giungere ad un accordo". 

Carlo Alessi

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