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Attualità | 24 maggio 2016, 09:41

Sanremo: dopo 30 anni Santa Maria degli Angeli saluta e festeggia il parroco Don Giacomo Simonetti. L'intervista

A fine mese, lo storico parroco Don Simonetti passerà le consegne a Don Goffredo Sciubba. Da giovedì una serie di iniziative in suo onore aperte alla comunità.

Don Giacomo Simonetti

Don Giacomo Simonetti

Trent'anni da Pastore a Santa Maria degli Angeli e cinquantacinque anni di ordinazione: sono questi i numeri, quasi, da record di Don Giacomo Simonetti, parroco della centralissima parrocchia in piazza Colombo che, a fine mese, passerà le consegne al successore Don Goffredo Sciubba.

Il lungo periodo di attività verrà festeggiato dalla comunità con una serie di iniziative, il 26, 27 e 28 maggio. Un'occasione che non sarà un addio: Don Simonetti resterà nella casa parrocchiale a disposizione dei fedeli ma senza ruoli ufficiali di responsabilità. 

Difficile sintetizzare il suo operato: nato quasi 78 anni fa nel cuore della città dei fiori, è cresciuto spiritualmente tra i Gesuiti di Santo Stefano in piazza Nota e la Parrocchia di San Giuseppe dove ha ricoperto il ruolo di parroco per dieci anni. Giornalista pubblicista e firma di Avvenire, Don Simonetti è stato anche Direttore dell'Istituto Superiore di Scienze Religiose e dell'Ufficio diocesano per le Comunicazioni Sociali, parroco a Poggio e infine a Santa Maria degli Angeli.

Una vita al servizio della Chiesa e della città, trascorsa con discrezione e umiltà. Quella stessa semplicità estremamente umana che traspare dal suo sguardo, mentre concede questa intervista.

Don Simonetti, cosa ricorda di tutti questi anni da Pastore?: "In tutta la mia vita c'è stato un percorso. Ho sempre avuto piena fiducia nella Provvidenza di Dio. Ho dei pregi e dei difetti come tutti e se sono stato in disparte non è stato per indifferenza ma per tenerezza. Mi commuovo facilmente".

La società, compresa quella sanremese, è molto cambiata nel corso degli ultimi decenni, come la vede oggi?: "Si è affievolita la frequenza nei confronti della vita della Chiesa: 25 anni fa si facevano fino a 6 messe al giorno ed erano partecipate, oggi è tutto cambiato - commenta -  credo ci sia un gran bisogno di sostegno morale, c'è un vuoto interiore. Le persone si sentono sole, si isolano e la nostra presenza è rivolta soprattutto a loro". 

A fronte di queste evoluzioni, cosa possono fare la Chiesa e i fedeli?: "C'è bisogno di ascolto, di presenza. Misericordia nell'anno giubilare vuol dire anche questo. Servono più forze e un maggiore coinvolgimento di cristiani. Occorre riscoprire la realtà comunitaria. Ognuno ha i suoi doni. E' necessario creare una rete".

Il 31 maggio sarà il suo ultimo giorno da parroco, c'è qualcosa che vorrebbe ancora fare?: "In realtà concludo questo momento con la certezza di aver assicurato ai giovani parte degli spazi ricreativi di Villa San Pietro dove c'erano le Suore Ausiliatrici. Spazi acquistati dalla nostra Parrocchia anche grazie all'otto per mille" conferma Simonetti.

Quale pensiero rivolge al suo successore?: "Con Don Sciubba siamo amici fraterni. Sarei felice che si continuasse a dare una mano al parroco con disponibilità, così come è stato con me. Il mio auspicio è che la comunità si riavvicini alla Chiesa. Ringrazio tutti coloro che hanno lavorato insieme a me in questi anni: preti, laici, suore e tutti i fedeli. Ringrazio la comunità che non mi ha mai fatto sentire solo".

Guardando indietro, possiamo parlare di un bilancio positivo?: "Chi giudica è il Padre eterno - conclude Don Giacomo - Ci affidiamo alla sua misericordia e benedizione e che la Madonna degli Angeli ci protegga".

Ecco il programma dei festeggiamenti aperti a tutti in onore di Don Simonetti:

Giovedì 26 maggio alle 21: recita del S. Rosario presso Villa San Pietro (via Val del Ponte);

Venerdì 27 maggio alle 20.45: concerto del coro Musica Nova nella chiesa parrocchiale;

Sabato 28 maggio alle 18.15: Solenne Celebrazione Eucaristica. Seguirà un rinfresco presso il salone Melograno per esprimere di persona al parroco la propria riconoscenza.

Silvia Iuliano

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