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Attualità | 18 dicembre 2014, 17:00

Massimiliano Tovo a Sotto Pressione: "Perchè ho deciso di sfidare Paita e Cofferati alle Primarie"

"Il Centro Democratico, a differenza dell'UDC, fa parte del centrosinistra, non esiste la politica dei due forni”

Massimiliano Tovo a Sotto Pressione: "Perchè ho deciso di sfidare Paita e Cofferati alle Primarie"

Né con Paita, né con Cofferati. È la “terza via” di Massimiliano Tovo, Segretario Regionale del “Centro Moderato” di Bruno Tabacci in Liguria dopo una lunga militanza nell'UDC, già Assessore nel Comune di Sant'Olcese (GE), nonché candidato “non allineato” alle prossime elezioni primarie del centrosinistra. Il quale, ospite di Cristiano Bosco in una puntata speciale – in due parti – di Sotto Pressione.

Nella prima parte, ha spiegato i motivi per cui ha scelto di scendere in campo. Una candidatura che nasce “non per presunzione, ma per portare delle idee”, spiega Tovo, e per dare “un contributo a programma che presenteremo agli elettori nella primavera del 2015”. “Credo di aver valorizzato le primarie, che non sono più solo un confronto interno al PD, ma di coalizione”, ha affermato l'ospite di LiguriaWeb.Tv, “per un confronto più concreto, più vivo, non legato solamente al Partito Democratico. Bisogna pensare al futuro della nostra regione, che ha molte problematiche, e dare risposte concrete, subito, altrimenti affonderemo: siamo arrivati a un momento nel quale bisogna passare dalla logica della politica della convenienza, a quella della chiarezza e della coerenza”.

Ma gli avversari si chiamano Raffaella Paita e Sergio Cofferati, una big regionale e una figura nazionale. Non si sente un po' sotto pressione, Massimiliano Tovo? “No, mi sento piuttosto come un portatore di un contributo e di un arricchimento che spero sia gradito dalla coalizione. Il mio è un apporto di idee, non credo alla legge del più forte. Porto delle proposte per la creazione di un programma costituzionale. Bisogna ripartire dalla nostra Costituzione”.

Al momento di candidarsi alle primarie, Tovo era però nell'UDC. Quindi, il passaggio al Centro Democratico di Tabacci. “La scorsa estate ho fatto diversi appelli, rivolti sia al PD, sia all'UDC”, ha spiegato. “A questi ultimi ho chiesto cosa volessero fare da grandi. Non si può sempre restare ad aspettare, bisogna fare delle scelte, mentre l'UDC ha scelto di essere attendisti. Io credo che ci siano momenti in cui si possa attendere, mentre oggi la storia chiede di fare delle scelte, maturate con senso di responsabilità. Non si può aspettare di vedere chi vince, e poi scegliere dove stare, per occupare delle poltrone. Occorre dire fin da subito agli elettori cosa si vuole fare, perché la mancanza di coerenza viene punita”. Parole piuttosto dure nei riguardi degli ex compagni di viaggio. “Il Centro Democratico, a differenza dell'UDC, fa parte del centrosinistra, non esiste la politica dei due forni”. E se dovesse vincere le primarie, non aprirebbe le porte all'Unione di Centro: “C'era il tempo per dire dove si voleva stare, ora è tardi”.


R.G.

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