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Attualità | 05 settembre 2015, 07:14

Carpasio: Papa Francesco ha insignito Don Luigi Rubino del titolo di "Cappellano di Sua Santità"

Il parroco 88enne di Carpasio, Montalto e Ciabaudo assicura "La mia vita rimarrà tra queste montagne".

Carpasio: Papa Francesco ha insignito Don Luigi Rubino del titolo di "Cappellano di Sua Santità"

Papa Francesco ha insignito del titolo di “Cappellano di Sua Santità” uno dei parroci più anziani e popolari della Valle Argentina. Si tratta di Don Luigi Rubino, parroco di Carpasio, Montalto Ligure e Ciabaudo. La collettività di Carpasio ha festeggiato il suo pastore con grande calore il due settembre scorso. In occasione della festa patronale di Sant’Antonino. Per l’occasione ospite di eccezione e rappresentante della Santa Sede è stato il vescovo della diocesi di Ventimiglia-Sanremo, Antonio Suetta.

E’ il vescovo che ha perorato la causa. Don Rubino, nonostante i suoi 88 anni continua a dire messa nelle sue chiese almeno una volta al giorno. Ma il sabato e la domenica, con qualsiasi tempo si reca nelle sue tre parrocchie per non far mancare il conforto e la speranza delle parole di Dio ai suoi “tre greggi”. Il prete che ora ha diritto al titolo di Monsignore ed alla fascia rossa sull’abito talare si schernisce.

“Quando sua eccellenza il vescovo mi ha preannunciato la nomina nell’aprile scorso gli ho detto che non mi conosceva ancora abbastanza – dice – Infatti lui è arrivato da poco nella nostra diocesi.”

Ma Monsignor Suetta sapeva il fatto suo. E la sua perorazione a Roma è andata avanti, ampiamente motivata da una vita esemplare, dedicata da Don Rubino alla collettività della Valle Argentina. Il 23 aprile scorso il prelato era infatti stato festeggiato dal clero della diocesi per i 65 anni della sua prima messa.

 Nel lontano 1950 era appena stato nominato viceparroco di Badalucco, poi divenne parroco di Montalto Ligure e infine di Carpasio, dove andò ad abitare con l’anziana madre.Don Luigi, lontano parente dello scrittore Antonio Rubino è nativo di Bajardo. Era il primo di tre figli, due fratelli e una sorella. Ora vive la sola sorella, a Sanremo.

“Io dopo la morte di mia madre – spiega- sono rimasto lo stesso nella casa di Carpasio. Qui comunque non sono solo. Sono circondato dall’affetto dei miei parrocchiani”

Ma ora però per svolgere il ruolo di “Cappellano di Sua Santità” dovrà lasciare il paese? “Ma no, per carità, la mia vita è qui tra queste montagne – si schernisce – Quello che mi è stato conferito è un titolo onorifico come quello di cavaliere. Mi metterò la nuova tonaca con i profili ed i bottoni rossi e mi potranno chiamare Monsignore. Ma io resto sempre lo stesso. Qui, ad occuparmi, finchè potrò, dei miei parrocchiani”. Con l’alto e meritato riconoscimento della Santa sede, la bolla papale, scritta in latino e datata 11 maggio, firmata da Papa Francesco Bergoglio. E non è poco.

Carlo Michero

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