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Al Direttore | 01 agosto 2015, 21:07

'Densità abitativa di Tenda' e 'Olio, sale e dintorni', due argomenti trattati dal nostro lettore Casalino

"La questione della densità abitativa di Tenda, misura del ruolo di un centro di rilievo nella storia del confine tra Italia e Francia" e "Olio, sale e dintorni nel XIV secolo in Liguria"

'Densità abitativa di Tenda' e 'Olio, sale e dintorni', due argomenti trattati dal nostro lettore Casalino

La questione della densità abitativa di Tenda, misura del ruolo di un centro di rilievo nella storia del confine tra Italia e Francia

La questione della densità abitativa di Tenda è antica ed è segnata dalle diverse invasioni e dalle diverse presenze di potenze esterne soprattutto dopo la fine dei pericoli saraceni. Rimanendo formalmente dipendente dalla Repubblica di Genova, Tenda (e il suo contado) si costituì in contea sotto la famiglia dei conti di Ventimiglia con grande rialzo del numero degli abitanti che era sceso nell'Alto Medioevo. Sottosta a continui attacchi francesi e catalani, finalmente, all'indomani di epidemie ricorrenti, come quella del 1630, i soggetti residenti aumentarono di numero dopo l'annessione al ducato di Savoia. L'aumento della popolazione verificatosi nel Settecento a Tenda e dintorni provocò l'avvio di un intenso processo migratorio, in parte stagionale e in parte permanente, verso Nizza. E a Nizza, in un periodo di grande fioritura della città sabauda, i Tendaschi (ma anche i Brigaschi) crearono un vero e proprio quartiere commerciale, al punto che nel 1810, ancora in periodo napoleonico, la popolazione di Tenda ammontava a soli 1644 abitanti. Più tardi, dopo il ritorno ai Savoia nel 1814-1815, le unità salirono a 2500 (mentre, come scrive il Bartolomeis nel 1845, ne contò 2441), sparse in tutta la comunità tendasca del luogo, comprese le frazioni di Vievola, San Dalmazzo e Granile. Il primo censimento dell'Italia unitaria, nel 1861, registrò una popolazione di 1802 abitanti (numero certo inferiore, secondo un fenomeno che interessò anche Briga). Da allora, tuttavia, si riebbe un nuovo movimento ascendente: nel 1881 il numero degli abitanti salì a 1903, di cui 1241 nel centro di Tenda. Con la prima guerra mondiale la popolazione cominciò di nuovo a scendere anche se dopo il definitivo passaggio alla Francia si susseguirono alterne fasi di crescita e di diminuzione. Tenda sembra oggi volersi collocare dal punto di vista demografico, economico e politico in un ruolo di cerniera con la provincia di Cuneo, con Ventimiglia e il Ponente ligure e naturalmente con Nizza. Il ricordo dei legami storici con Ventimiglia, con Nizza, ma anche con Genova, fanno di Tenda, infatti, un attivo e cospicuo centro nevralgico al confine di Italia e Francia con le sue caratteristiche di zona aperta.

 

Olio, sale e dintorni nel XIV secolo in LiguriaNel XIV secolo a Genova i depositi di olio e di sale erano custoditi in zone strategiche. L'olio in quella di Vico dell'Olio (poi Gibello, laterale a via San Lorenzo e più tardi in cisterne d'ardesia nei sotterranei del palazzo San Giorgio, mentre il sale si conservava nei magazzini del Madraccio, nei pressi di Porta dei Vacca, in Vico del Sale e in Piazza Sauli. Entrambe le risorse erano oggetto di monopolio, i cui proventi andavano a vantaggio della Repubblica. L'olio proveniva soprattutto dalle Riviere, ma anche dalla Sicilia e da altri possedimenti genovesi nel Mediterraneo. Il sale veniva, invece, importato dalle colonie del Mar Nero, in particolare dalla Crimea, dalla Slavonia, dalla Romania, dalla Barberia (Nord Africa, da cui peraltro provenivano anche quantità di olive e di olio, in seguito agli accordi tra Genova e i potentati del luogo, specialmente la Tunisia, la Libia e in parte dal Marocco, dall'Egitto, dalle isole del Mediterraneo, dalla Provenza che orbitava in orbita della Superba edal Medio Oriente. Quantità di sale, se pur in misura minore, provenivano da La Spezia, da Rapallo, da Santa Margherita, da Albisola, da Porto Maurizio e in maniera più sensibile da Porto Maurizio. Il sale era esportato in Val Padana ed il commercio di esso era sorvegliato da ‘Protettori’ e successivamente da un apposito ‘Magistrato del sale’, che inasprì le pene contro i contrabbandieri. Costoro, tuttavia, godevano di protezioni in alto loco, come si desume dal caso del castellano di Triora, che aveva catturato un carico di sale provenzale di contrabbando in arrivo da Dolceacqua, dominio dei Doria. La vicenda finì in un certo senso a tarallucci e vino, con quasi le scuse del castellano ai trafficanti, se pur con l'invito paradossale di Genova allo stesso castellano a proseguire nella vigilanza. Circa infine per tornare  l'olio, ma anche al commercio dei cedri e dei limoni, particolari controlli erano stabiliti nel Ponente Ligure, da Mentone, a Bordighera, a Sanremo.Pierluigi Casalino

Redazione

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