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Al Direttore | 10 ottobre 2015, 19:24

Dal culto del cigno al commercio dell'ambra, ai contributi di altri popoli, alla formazione dell'anima e della civiltà ligure

Ecco un altro pezzo di storia raccontata da Pierluigi Casalino

Dal culto del cigno al commercio dell'ambra, ai contributi di altri popoli, alla formazione dell'anima e della civiltà ligure

"La Regione Liguria ha deciso di intensificare gli interventi a favore dell'apprendimento del dialetto nelle scuole, avvalendosi anche delle energie e delle esperienze di singoli e di gruppi impegnati nella conservazione del patrimonio culturale e linguistico dei liguri. Una ricostruzione dello spirito ligure dai tempi più remoti all'Expo 2015, iniziandone la riscoperta e la valorizzazione a partire dalle scuole.

L'iniziativa va salutata, anche se non è nuova, perché la promozione della ligusticità è da tempo in atto. Del culto del cigno, del commercio dell'ambra e dei contributi di altri popoli alla formazione del carattere ligure e della sua lingua e della sua civiltà non si è mancato di scrivere diffusamente in altre precedenti occasioni. Con i primi popoli calati dalle Alpi giunsero gli Ambrones, provenienti dalle isole dove l'aria è ghiacciata (l'Inghilterra, forse, la Germania o lo Jutland), ma l'arrivo di genti nuove proseguì ininterrottamente nei secoli e creò le basi, attraverso quelle vicende, non solo delle parlate liguri, ma anche della sensibilità degli abitanti di questa regione. I Liguri sono menzionati a partire da Ecateo come la popolazione indigena confinante con i Greci di Marsiglia. Il loro territorio comincia ad essere definito chiaramente da Polibio e da Livio all'epoca dell'espansione romana  nell'Italia settentrionale durante il III secolo a.C. In quel periodo erano alleati dei Celti e occupavano terre ad essi adiacenti, lungo la costa dal Rodano all'Arno e nell'interno fino alla Durance e ai monti del Po.

Le campagne romane tra il 238 e il 117 a.C. sottomisero le tribùliguri in tutta questa zona. Dopo che i Liguri ebbero sostenuto Magone verso il 205-2013 a.C., le più importanti vittorie dei Romani furono quelle contro i cisalpini Ingauni, gli Intemelii e gli Apuani (che vennero deportati nel Sannio), contro gli alpini Statielli nel 173, contro i Deciati e gli Ossibi intorno a Nizza nel 154 a.C. (dopo che Marsiglia aveva chiesto protezione contro i pirati liguri) e contro i celto-liguri Salluvii e i loro alleati presso Aix-en-Provence nel 123,dopo altre richieste di aiuto da parte di Marsiglia. Furono questi i maggiori successi romani: rimanevano da sottomettere alcune tribù liguri minori, e venne fondata la famiglia (ligure) romana. A quest'epoca sicuramente i Liguri occidentali erano completamente celtizzati, e Strabone (IV 6, 3) allude ai Salluvii e ad altre tribù nelle vicinanze di Marsiglia come 'celto-ligurii' o più semplicemente 'celti'. La Liguria formava una delle regiones augustee dell'Italia.

La storia dei Liguri prima del III secolo è oscura. Gli scrittori classici contemporanei si limitano a ricordarli di passaggio, e le descrizioni tradizionali contenute nelle opere tarde (soprattutto da Giustino) sono semi mitiche. Gli scrittori dai più antichi ai più tardici forniscono scarsi particolari etnografici. La principale trattazione, quella di Diodoro Siculo, insiste sulla durezza del carattere dei Liguri, uomini e donne, e sull'asprezza della loro terra. Malgrado alcuni vocaboli o toponimi siano considerati tipicamente liguri, l'esistenza di una primitiva lingua ligure è ancora ipotetica. Le testimonianze archeologiche sono scarse e imprecise e resta difficile identificare strettamente qualche civiltà archeologica con i Liguri. Non mancano, tuttavia, elementi per farlo, ma gli studi sono ancora parziali. In effetti, alcune tradizioni tipiche dei Campi d'urne, come quelle vicine ai gruppi alpini villanoviani, sono evidenti in tutta l'area ligure all'inizio dell'età del ferro, con successivi influssi dei coloni greci e della cultura di La Tène a nord delle Alpi. Le teorie di una persistente tradizione neolitica mediterranea in questa zona non sono ancora suffragate da decisive testimonianze.

Dopo la caduta dell'Impero Romano, la fisionomia ligure mutò ancora e ricevette influenze bizantine, arabe (determinanti), e di altre genti fino ad arrivare ai giorni nostri. La geografia linguistica ligure  si estende in realtà in tutto il bacino mediterraneo. E' proprio nell'intento di ricostruire il percorso storico-culturale dei Liguri nella sua dettagliata vastità e nel tempo che va vista l'iniziativa della Regione Liguria di incrementare la conoscenza del dialetto e delle altre testimonianze di vita ligure nei secoli.

Pierluigi Casalino".

Redazione

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