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Attualità | 07 ottobre 2015, 07:21

Ventimiglia: il futuro dei migranti nel confronto tra il Sindaco Ioculano e il Vescovo Suetta a Primocanale

Sui ‘Noborders’ Sua Eminenza si è espresso chiaramente affermando che all’interno del movimento alcuni sono moderati, altri sono come 'schegge impazzite'.

Ventimiglia: il futuro dei migranti nel confronto tra il Sindaco Ioculano e il Vescovo Suetta a Primocanale

Ieri sera alle 23:30 è andato in onda su Primocanale il confronto condotto da Roberto Basso tra Mons. Antonio Suetta e il primo cittadino della città di confine Enrico Ioculano. Tra i temi toccati la questione ‘Noborders’, il futuro del centro di accoglienza e la problematica dell’immigrazione a livello locale, nazionale ed europeo.

Sui ‘Noborders’ Suetta si è espresso chiaramente affermando che all’interno del movimento convivano due tipologie di attivisti: alcuni moderati e molto disponibili al dialogo anche con altre realtà per trovare concretamente soluzioni ideali ai problemi dei migranti ed altri invece che sono come ‘schegge impazzite che si muovono molto al di fuori della legalità’. “E’ con la prima categoria di ‘Noborders’ – ha spiegato il Vescovo – che si potrebbe iniziare a parlare di approcci di tipo umanitario cercando anche suggerimenti operativi che potrebbero essere utili ad affrontare l’emergenza migrazione. Sono convinto sia necessario formare una squadra di volontari che portino avanti il progetto non solo per trovare una struttura che dia una risposta diversa ma che diventi anche una scuola permanente di accoglienza all’interno della quale il volontariato cresca, si formi e possa affrontare di volta in volta le situazioni che si presenteranno”.

Hanno avuto una valenza notevole – ha descritto il ruolo dei Noborders il Sindaco – nel periodo di piena emergenza all’inizio dell’estate e voglio testimoniare l’aiuto che hanno fornito prodigandosi nei confronti dei migranti poi però, perpetrando situazioni di continua illegalità si è perso il rispetto reciproco che ci dovrebbe essere all’interno di una comunità attraverso manifestazioni e assemblee che non hanno fatto altro che incrementare le tensioni che nascondono le buone intenzioni soprattutto agli occhi di esasperati commercianti e cittadini”.

Condivisa sia dal Vescovo che dal Sindaco l’idea che molti migranti sono arrivati, arrivano e arriveranno ancora con l’intento di raggiungere altri paesi del nord Europa dove, il più delle volte, trova ragione nel ricongiungimento familiare. L’Italia rispetto all’Europa ha fatto un’ottima figura in relazione alla solidarietà e all’accoglienza ma cosa potrebbe certamente migliorare è l’agevolazione del meccanismo attraverso una burocrazia che deve essere snellita.

Se i migranti – ha continuato poi Mons. Suetta - fossero adeguatamente distribuiti nei Comuni a livello nazionale il problema sarebbe attenuato di molto ma bisogna nell’immediato valutare le soluzioni a portata di mano. Noi come diocesi abbiamo già alcune strutture operative ma concreti interventi verranno improntati in particolare a seguito dell’incontro di dopodomani con il clero”.

Smentita però l’ipotesi del Seminario di Bordighera: “E’ stato un po’ travisato il mio pensiero nei giorni scorsi. La struttura non è possibile dedicarla completamente ai migranti perché ospita già servizi diocesani, incontri religiosi, seminaristi e suore. Quello che intendevo dire era dare l’esempio accogliendo un nucleo familiare in relazione anche all’appello espresso da Sua Santità: “Ogni parrocchia ospiti una famiglia di profughi”.

Tutte le soluzioni all’inizio dell’emergenza erano state vagliate – ha concluso il primo cittadino – e si era arrivati all’attuale centro di accoglienza per esigenze logistiche in accordo con la prefettura in quanto ai tempi dei primi flussi si pensava che si dovesse trattare di una situazione temporanea per profughi in transito. La realtà poi con il tempo è radicalmente cambiata tanto che abbiamo chiesto anche al ministro Alfano una soluzione alternativa. Oggi stiamo lavorando a diverse ipotesi per superare una realtà che è certamente di disagio per i residenti nei pressi del centro e per gli stessi ospiti della struttura”.

Lorenzo Ballestra

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