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Al Direttore | 31 luglio 2015, 16:10

Aggressione di ieri al giornalista Alberto Guasco: il punto di vista di un nostro lettore

Aggressione di ieri al giornalista Alberto Guasco: il punto di vista di un nostro lettore

Un nostro lettore, Edoardo Crespi, ci ha scritto per intervenire in relazione al caso dell’aggressione ad Alberto Guasco:

“Buongiorno direttore e cari amici lettori. E’ di oggi la notizia della infelice disavventura occorsa al noto giornalista locale Alberto Guasco, il quale recatosi presso le immediate adiacenze della frontiera francese per documentare la situazione dei migranti accampati, è stato oggetto di una breve ma significativa sassaiola. Tale episodio è raccontato inequivocabilmente dallo stesso Guasco nelle immagini del proprio reportage. Contrariamente a quanto lo ‘stomaco’ di molti lettori potrebbe portare a pensare, a seguito delle ripetute sollecitazioni di stampo populistico e xenofobo rese in ambito politico e giornalistico, i protagonisti di questo gesto sconsiderato non sono affatto dei migranti.  Chi ha scelto di sostituire i sassi al dialogo, sono stati gli stessi sedicenti protettori degli interessi dei migranti che, a quanto la cronaca riporta, appartengono a dei centri sociali. A parere di chi scrive, è fuori di dubbio la legittimità e l’opportunità di attività di sostegno fisico e umanitario provenienti da cittadini italiani verso tali minoranze, che con sacrificio decidono in prima persona di impiegare il proprio tempo per una causa tanto nobile. Ciononostante, fatti come quelli immortalati dalla consueta professionalità del Guasco, raccontano una storia esplicitamente diversa e che deve essere opportunamente considerata. Infatti, nonostante la ricerca di un dialogo orientato, non a caso verso il soddisfacimento delle richieste di tutela dell’immagine delle famiglie accampate, la violenza ha preso comunque il sopravvento, esprimendo la più bieca forma di ignoranza e intransigenza. A nulla serve ricordare come l’attività giornalistica possa essere rivolta spesso a favore dei migranti stessi, con lo scopo di sollecitare la sensibilità dell’opinione pubblica quanto l’eventuale impulso da parte delle istituzioni competenti verso una rapida soluzione del problema. Reazioni come quelle del drappello di volontari, e in modo specifico di uno di loro, dimostrano quanto poco basti per rovinare una bella iniziativa, sostituendo la superiore finalità umanitaria con pulsioni di carattere evidentemente personale, che a nulla servono, se non a disfare gli interessi di chi ha realmente bisogno di aiuto. Infatti indipendentemente dalle motivazioni dello scontro, che possono non essere compiutamente riportate da pochi minuti di filmato, il ‘signor violento’ avrebbe fatto bene a rivolgersi alla forza pubblica, o più semplicemente a migliori maniere, per portare avanti una sua opinione. Da qui nasce l’inaccettabile ipocrisia strutturale di alcuni esponenti dei centri sociali, che dove dichiarano libera proprietà, rivendicano il possesso a titolo privato del suolo pubblico, sulla base di una tanto opportunistica quanto distorta interpretazione del diritto. Ancora, proponendo solidarietà e trasparenza, tentano con ogni strumento di soffocare forzatamente la libertà di informazione".

"Il prevedibile risultato di questo atto sarà la rottura di un tacito equilibrio tra i migranti accampati e l’amministrazione dello Stato causata dalla inopportuna iniziativa di individui che nulla hanno a che vedere con i drammi di queste povere persone. Purtroppo le scarse opportunità lavorative nel nostro paese possono anche portare alla infiltrazione tra questi encomiabili volontari, di giovani che, senza aver chiara la missione cui sarebbero chiamati, colgono la prima occasione utile sfogare la loro evidente repressione e cedere ai più animaleschi degli istinti. E dire che accanto loro hanno delle famiglie composte da individui che, visti i loro drammi, sono un fortissimo esempio di integrità morale e psicologica, dai quali avrebbero solo da imparare come comportarsi. Visti i fatti appare, e sottolineo per semplice onestà intellettuale, (appare) come alcuni ‘volontari’ siano lì per manifestare un proprio imprecisato interesse, dal momento che non è sicuramente nelle intenzioni dei migranti quella di scaraventare le pietre addosso al prossimo”.

Carlo Alessi

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