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Al Direttore | 28 aprile 2015, 14:17

Il Ponente ligure nel conflitto tra Federico II di Svevia e il Papato. Il racconto di Pierluigi Casalino

"Le ragioni del contrasto erano molte e complesse. La Chiesa imputava soprattutto a Federico la soppressione delle libertà ecclesiastiche in Sicilia"

Il Ponente ligure nel conflitto tra Federico II di Svevia e il Papato. Il racconto di Pierluigi Casalino

"Nel 1227 Papa Gregorio IX convinse Federico II di Svevia a porsi a capo di una nuova crociata. Poco dopo, però, Federico, definito da Dante 'chierico grande' per la sua vasta cultura e per l'amore dimostrato verso la poesia, desistette dall'impresa, fingendosi ammalato, con la conseguenza che il Pontefice lo scomunicò. Le ragioni del contrasto erano molte e complesse. La Chiesa imputava soprattutto a Federico la soppressione delle libertà ecclesiastiche in Sicilia. L'imperatore acconsentì allora di promuovere la crociata, dopo aver ridotto l'impotenza ai Comuni italiani: nel 1228, infatti, Federico si recò in Palestina, ma, là, anziché combattere gli infedeli, stipulò con il sultano d'Egitto un trattato di pace decennale, con reciproci vantaggi commerciali, al punto da danneggiare gli interessi genovesi nel Mediterraneo Orientale.

Sconfitti nuovamente i Comuni, Federico, vendicando lo smacco subito dal Barbarossa a suo tempo, intimò la resa anche a Genova, che si rifiutò di sottomettersi. Contro Genova Federico esortò alla rivolta Savona, Albenga, Diano, Oneglia, Porto Maurizio, Ventimiglia e l'intero Ponente ligure, che, in ogni caso, mal sopportava l'egemonia genovese. La Superba si alleò quindi con il Papa coinvolgendo nella sfida antisveva anche la nemica Venezia. Nel 1234 Gregorio IX indisse un concilio a Roma per scomunicare ancora una volta l'imperatore. Federico, per ritorsione, cercò di bloccare l'arrivo, via Mar Ligure, dei prelati francesi, inglesi e spagnoli presso la Santa Sede. Genova inviò ventisette galee a Nizza per aggirare l'ostacolo e trasportare i monsignori ad Ostia, ma la preponderanza imperiale non diede scampo ai genovesi. Genova ben presto, tuttavia, rialzò la testa per recuperare la propria forza e i territori a ponente, compresa Savona, che, di volta in volta, prima con i tedeschi e successivamente con i francesi, era su una posizione di contestazione.

Il nuovo Papa Innocenzo IV strinse rapporti ancor più stretti con la Superba, comprendendo la pericolosità di un compromesso con Federico. Innocenzo riuscì a convocare pertanto il concilio antisvevo a Lione, che si svolse sotto la protezione francese. Genova colse quini l'occasione per riprendere duramente il controllo del Ponente, ma il Ponente continuò a restare insofferente. Savona, il Finalese e le altre città ribelli della Liguria occidentale, in primis Ventimiglia, infatti, non manifestarono mai una troppo convinta adesione al potere genovese. E anche durante l'amministrazione della Superba, le lotte intestine tra le famiglie genovesi si estesero all'attuale città di confine: i Fieschi e i Grimaldi a lungo disputarono per imporvi un podestà a loro gradito. Il Ponente, ciò nondimeno, riuscì a costituire proprie flotte indipendenti e importanti dal centro genovese, distinguendosi dallo stesso interesse del capoluogo. 


Pierluigi Casalino".

Redazione

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