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Al Direttore | 17 aprile 2015, 14:43

Erbe di Liguria: in un mix di gastronomia e di terapia, una risorsa inestimabile

Pierluigi Casalino ci racconta della storia delle erbe di Liguria "dalle qualità specifiche se non uniche nel loro genere, per le caratteristiche originali di questo angolo di mediterraneo, dove si incontrano elementi diversi, tra mare e monti, in una sintesi assai felice di profumi e di sapori"

Erbe di Liguria: in un mix di gastronomia e di terapia, una risorsa inestimabile

"La Liguria in genere, e il suo ponente in particolare, è terra di erbe spontanee ed aromatiche di particolare interesse non solo erboristico, ma anche culinario e terapeutico. Una risorsa, quella delle erbe, dalle qualità specifiche se non uniche nel loro genere, per le caratteristiche originali di questo angolo di mediterraneo, dove si incontrano elementi diversi, tra mare e monti, in una sintesi assai felice di profumi e di sapori.

Conosciuta fin dall'antichità l'erboristeria ligure si distingue nella tradizione popolare per l'insieme di piante erbacee difficilmente definibili con precisione. La consultazione di testi sulla cucina ligure non ha fornito mai sufficienti informazioni sulle specie utilizzate, ma molte notizie sull'argomento sono state acquisite da persone che, in gran parte scomparse, che utilizzavano ancora le erbette o che conservavano memoria di questa tradizione secolare, se non millenaria, risalendo la stessa ad epoca preromana. Le origini si confondo con la leggenda. L'epoca moderna e l'abbandono delle campagne, avvenuto nel dopoguerra, ha inevitabilmente provocato l'impoverimento della cultura popolare, ma di recente si è assistito ad un ritorno di interesse per questa risorsa del territorio. Il tutto nel contesto di un recupero anche economico di un patrimonio che costituisce un fattore di sicuro sviluppo del senso d'appartenenza e di rilancio dell'immagine di un mondo che sembrava perduto. Grande è, infatti, la suggestione suscitata in chi si imbatte nella natura ligure sopravvissuta alla sua cancellazione da parte di fortunate prese di coscienza dell'utilità storico.-sociale dell'ambiente. Si vogliono, in proposito, ricordare solo alcune di queste regine delle tradizione.

La Bietola, in primo luogo, o Beta Vulgaris, nota dalle nostre parti come Gea o Gè a Genova e nel ponente savonese (Rava gè a Finale), Biéa o Biéa rava a Mentone, Erbe, Erbegge o Erbe bone a Bordighera, Gerrava a Sanremo, Ge^a rava a Rezzo: si tratta di un'erba spontanea che nasce sulle coste ed è comunemente coltivata. Ha proprietà rinfrescanti, specialmente nelle emorroidi (Valle Argentina). Borago officinali o Boragine o Borragine viene utilizzata per le affezioni respiratorie e per le palpitazioni cardiache sempre in Valle Argentina, mentre in Val Nervia viene impiegata per la diuresi e per le infiammazioni. Naturalmente la Borragine è ottima nelle minestre e nei ravioli. La radichiella selvatica o Croepis foetida nota in vernacolo a Porto Maurizio come Asperella o Carbonella, dopo la bollitura si addolcisce e ha proprietà antiinfiammatorie e depurative. Segue il Finocchio selvatico, diffusissimo, con capacità curative del mal di testa (Valle Argentina), ma anche nelle congiuntiviti ed è consumata negli antipasti e nel bollito, oltre che nelle castagne. Il Dente di Leone detto Ramponci a Bordighera, inoltre, trova particolare menzione nella insalate: il Dente di Leone o Tarassaco viene poi chiamato anche Piscia Cane, Cicoria selvatica o Dente di Cane (Muccalume a Porto Maurizio, Capirut a Camporosso, Capiran a Mentone. e in Val Nervia è usato come potente diuretico. Inutile dilungarsi su un capitolo così ampio da non trovare una vera conclusione.

In un mix di gastronomia e di terapia il discorso resta aperto ad una riflessione quanto mai attuale ed opportuna. al fine di valorizzare un aspetto che non dove essere trascurato o peggio dimenticato. Le erbe liguri, in sostanza, appartengono ad una famiglia sterminata e in larga misura sconosciuta ai più e che non va affatto dimenticata da chi ha cuore il destino della nostra regione.

Pierluigi Casalino".

Redazione

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